La partecipazione del team Futuro Solare nel World Solar Challenge va analizzata approfonditamente, molto oltre la delusione di non aver potuto prendere parte alla gara vera e propria.
Il solo fatto di aver organizzato e messo in piede da molto tempo un team del genere, con sede a Siracusa e di conseguenza lontano da tutti i centri politici e commerciali dell’Italia, non è solo da applaudire, ma anche da imitare.
I primo luogo perché la sfida intrapresa era in cima al mondo.
Coloro che seguono lo sport dei veicoli a zero emissioni, sanno benissimo che parlare del World Solar Challenge è come parlare della Formula 1 delle auto solari, con squadre che gareggiano da diversi anni supportate da Università, Istituti Tecnici e sponsor di altissimo livello.
L’entusiasmo e la filosofia di credere in quello che si fa, la tenacia di affrontare a testa alta tutte le difficoltà di un’impresa al top del mondo devono essere giudicati positivamente e non dalla mancata partecipazione, scatenata per giunta da fattori esterni che non hanno assolutamente nulla a che fare con l’organizzazione del team,
Un ritardo delle procedure portuali per la consegna di Archimede 2.0 non poteva essere previsto da nessuno e oggettivamente è quello che ha rovinato tutto.
Il rientro dall’Australia vedrà un team cresciuto, con dei ragazzi giovanissimi che hanno fatto un’esperienza unica nel suo tipo e dalla quale potranno attingere in tanti altri momenti della vita e con degli adulti arricchiti dal punto di vista del management, della gestione logistica e della responsabilità dei diversi settori di un team che punta in alto.
Chiaramente il motorsport va a braccetto con le risorse economiche e anche da questo punto di vista, tutti gli sponsor che hanno creduto nel team Futuro Solare hanno dimostrato lungimiranza e visione di futuro.
In un Paese come l’Italia, dove sovente ci si piange addosso e dove si fa fatica a esplorare nuovi terreni imprenditoriali, il team Futuro Solare è un esempio che meriterebbe essere studiato e imitato. Con errori, certo – chi di noi non gli ha commesso – ma con uno spirito e una spinta importanti che hanno portato per un mese l’Italia e la Sicilia dall’altra parte del mondo.
Il vecchio e grande Archimede di Siracusa sarebbe orgoglioso di questa iniziativa, e non solo perché la vettura solare porta il suo nome. Ci vorrebbero cento Futuro Solare, come quello made in Siracusa.
#MarceloPadin #theEMNteam
Foto Credits: Dario Ruggeri – EMN
Be the first to comment