Nel Campionato Mondiale di Formula E c’è un linguaggio nascosto espresso in diversi tipi di luci, di diversi colori, fisse o lampeggianti, con dei significati ben precisi.
Nelle batterie dei veicoli elettrici entrambi i poli sono isolati galvanicamente dalla carcassa.
Ammettiamo di avere una batteria da 800V, il telaio – visto che tutti i materiali hanno comunque un minimo di conducibilità elettrica – si posizionerà in maniera naturale a metà strada, assestandosi a circa 400V relativamente al terminale 0V.
Nelle prove di isolamento della ECE100 si usa il principio del parallelo delle resistenze, cioè inserendo una resistenza nota tra un polo della batteria e la carcassa si può vedere come questo potenziale della carcassa si sposta; poiché la resistenza inserita è paragonabile come ordine di grandezza alle resistenze che ci si aspetta esistano in modo naturale, gli spostamenti del potenziale della carcassa sono facilmente rilevabili.
Ad esempio se si parte dalla condizione ideale di carcassa che si trova a metà potenziale rispetto ai due poli, inserendo una resistenza di valore uguale alla resistenza d’isolamento tra carcassa e terminale 0V, si ottiene un partitore resistivo che porta il potenziale della carcassa a un terzo rispetto al totale. Quindi se prima la situazione era terminale negativo 0V, carcassa 400V e terminale positivo 800V, con l’inserimento della resistenza la situazione diventa terminale negativo 0V carcassa 266 volt e terminale positivo 800V. Anche se la resistenza non è uguale alla resistenza d’isolamento, è sempre possibile ricavare con una formula la resistenza d’isolamento a partire dalla resistenza nota inserita e dalla tensione di batteria.
I BMS delle automobili, sia quelle di tutti i gironi sia quelle di formula E fanno questa operazione parecchie volte al secondo e se rilevano malfunzionamenti, avviano subito le procedure per disattivare la batteria e notificare il problema.
#SimoneRambaldi #theEMNteam
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