Sessant’anni fa, nel 1959, la gamma Peugeot apriva nuovamente le porte alla motorizzazione Diesel, per la prima volta dal dopoguerra.
La situazione politico-sociale indicava che erano finiti i tempi in cui era proibito produrre vetture equipaggiate con motori alimentati da questo carburante.
Peugeot fu il primo costruttore d’oltralpe a credere in questo tipo di motorizzazione applicato alle autovetture e fu anche uno dei primi al mondo ad installare questo tipo di meccanica su di una berlina di grande serie. Fino ad allora, infatti, le motorizzazioni Diesel erano appannaggio dei veicoli da lavoro, per il trasporto delle merci.
La 403 Diesel nacque sul finire degli anni cinquanta e differiva dall’analoga versione denominata 8CV a benzina solo per alcuni dettagli, quali la calandra senza il baffo centrale, i paraurti privi di paracolpi e ovviamente la scritta “Diesel” sul cofano posteriore. Anche internamente il tipo di finitura era più sobrio, con una sola grande seduta anteriore invece dei due ampi posti singoli e i rivestimenti in similpelle al posto del tessuto; questa configurazione interna permetteva di avere 6 posti comodi al suo interno. Tale livello di finitura, inizialmente dedicato alla sola versione Diesel, venne poi ripresa anche da una versione semplificata dotata del motore a benzina di 1.300 cm3.
A caratterizzare ancor più questa nuova motorizzazione Diesel, c’era anche un altro elemento specifico. Sotto al cruscotto, vicino all’accensione, era posizionata una sorta di spia delle candelette (necessario per questo tipo di alimentazione, all’epoca). Non si trattava di una classica spia, ma di un piccolo contenitore con il coperchio cromato con tanti piccoli fori attraverso i quali era possibile vedere quando una piccola resistenza diventava incandescente, segno che le candelette avevano raggiunto la giusta temperatura per l’accensione e si poteva provvedere all’avviamento del motore. All’interno del vano motore una paratia insonorizzata separava l’abitacolo dal motore Indenor TMD4 da 1.816 cm3 accreditato di 48 CV a 4.000 giri/min. Grazie a questa potenza, la 403 Diesel poteva raggiungere una velocità massima di 120 km/h ed aveva un consumo medio di 6,5 litri ogni 100 km.
Come è facile immaginare, la 403 Diesel fu accolta con grande interesse dal pubblico, in particolar modo da tassisti e dai rappresentati di commercio che erano soliti macinare km in gran quantità. In particolare, le grosse compagnie di taxi introdussero rapidamente questa nuova versione nelle loro flotte aziendali e si diffuse rapidamente in diverse realtà dell’epoca. Molta fortuna ebbero anche le versioni derivate della 403, ovvero le Familiari e tutte le versioni commerciali, dedicate al lavoro, dalle Break, alle furgonate e ai “plateau ridelles” (ovvero i pick up), aprendo la strada a nuove generazioni di veicoli commerciali che progressivamente sarebbero diventati sempre più Diesel e meno benzina.
Oggi non è facile reperire un’esemplare di 403 Diesel in ottimo stato di conservazione e funzionamento, in parte perché sono state sfruttate fino all’osso (tanti chilometri e utilizzo gravoso) e in parte perché, fino a poco tempo fa, snobbate dai collezionisti che preferivano le analoghe versioni a benzina.
Fonte: Peugeot Italia
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