In giro per il mondo con l’auto elettrica

Roberto Petetta, un felice utente di una Renault Zoe che abbiamo conosciuto in occasione dell’inaugurazione delle stazioni di ricarica di Carvico, Osio Sotto e Dalmine, ha fatto un completo resoconto di un viaggio in auto elettrica.

Abbiamo apprezzato i dettagli del suo racconto e con l’autorizzazione di Roberto abbiamo deciso di pubblicarlo … chissà a qualcun altro non venga la voglia di imitarlo ..

Fonte: Roberto Petetta

 

La missione “Serenissima” di Roberto Petetta

 

 

26 aprile 2014. Parto dalla colonnina di Brembate, arcinota agli autisti elettrici della Lombardia.

Una sorta di porta verso l’oriente, da lì ci si può spingere verso Est, ma ad un certo punto bisogna pur tornare indietro perché colonnine non se ne conoscono.

Una volta andai a Sarnico, sul lago d’Iseo, ma appunto è a meno della metà dell’autonomia della mia Zoe e poi tornai a Brembate.

Si, certo, c’è l’a2a che ha tappezzato Brescia, ma io quella tessera non l’ho fatta: 5 Euro al mese sono onestissimi …. Ma per le volte che ci vado, certo no.

Invece oggi so che ad Est mi attendono alcune colonnine che possono (devono !) aiutarmi.

Una specie di salto multiplo sulle acque dello stagno e se un sasso cede … SPLASH!

Ore 9.00 circa, mi disconnetto da Brembate e mi avvio verso Roncadelle alle porte di Brescia e precisamente all’Ikea. Già, non poteva essere altro che l’Ikea a mettere delle colonnine.

Un’oretta di strada.

L’edificio, in perfetto stile dell’azienda (giallo e blu), è in un posto desolato, hinterland pieno di crocevia e costruzioni mai finite, ma varcati i cancelli ti accoglie la classica atmosfera Ikea.

Si sta bene.

La colonnina è gentilmente posta esattamente all’ingresso delle scalinate dei piani superiori, ancora più comoda dei parcheggi famiglia e handicap …. !

Non era il caso, ma tant’è ….

Collego e carico subito.

Salgo e vado a chiedere info, mi fanno fare la tessera per non pagare la prossima volta la ricarica e mi dicono che il negozio chiude alle 20.00, dopo ci sono giù le sbarre e le colonnine sono off-limits.

Carico tanto e riparto verso le 11.00, destinazione San Bonifacio (VR)

Questo è uno dei “sassi” di cui parlavo prima, a 100 km da Brescia, che se traballa finisco dritto nello stagno perché di autonomia residua per tornare indietro non ce n’è.

Passando da Peschiera del Garda sconfino per la prima volta in Veneto.

Bellissimi i panorami, molto verde e tutto ben tenuto.

Dopo poco più di un’ora, esco al casello, pochi km e sono in paese; sotto il campanile trovo la colonnina di una fattura mai vista da me.

Le spie sono tutte accese, quindi è viva! E’ già un buon segno.

Mi connetto, senza tessere, né bottoni vari.

Perfetta: ricarica!

Già si può dire che la missione è un successo!

Sono circa le 12.30.

Anche qui una bella ricarica anche se la prossima tappa è vicina, così se fallisse posso tornare qua a ricaricare.

Non voglio finire come quei ricognitori giapponesi che per avvistare la flotta americana andavano troppo lontano, comunicavano le coordinate e poi si inabbissavano in mare per esaurimento autonomia.

Poco dopo le 13.00 mi sgancio e via!

60 km e arrivo alle porte di Padova, centro commerciale Le Brentelle.

Trovo subito le colonnine poiché sono verniciate di verde chiaro e in bella vista.

Salgo in direzione a fare la tessera e l’addetta della sicurezza che mi fa firmare il modulo è proprio una padovana molto carina!

La tessera è immediatamente funzionante, si carica e poco prima delle 15.00 mi riavvio.

Bassa pianura e zona di Ville Venete.

Attraverso quel coacervo inestricabile di strade, ferrovia e tubi che è Mestre e Marghera e sbuco sul ponte della laguna!

Lo percorro tutto e arrivo a Venezia!

Giro verso il porto turistico dove ricarico.

Purtroppo sono lontano da Piazza Roma e la Venezia che tutti si immaginano, ma una prossima volta con più tempo posso certo venirci ancora con la mia auto elettrica.

Ricarica e dietrofront.

Mi concedo una veloce passerella in auto davanti al ponte di Calatrava.

Riattraverso la laguna e riprendo l’autostrada, imposto velocità 110 kmh come se fossi una vettura comune, salto la colonnina di Padova e punto diretto a San Bonifacio, tanto so che è nel raggio utile e funziona benissimo.

Lì in piazza mentre ricarico prendo un gelato e incontro persino un amico elettrico di Facebook, mi ha riconosciuto lui!

Nel frattempo si sfoga anche un temporalone.

Chissenefrega!, le auto elettriche hanno il tetto e i tergicristalli!

Riparto, sempre a 110 km/h, destinazione Brescia Ikea, conto di arrivarci per le 19.30, in tempo prima della chiusura.

Una volta là mi connetto, ma mi respinge, riprovo e va in tilt il caricabatteria, sbloccato, non ricarica e di nuovo blocco.

Mi brucio la mezzora utile, ma fortunatamente a detta della guardia, le sbarre le tirano giù alle 21.15

Le ultime monovolume con i mobili da montare se ne vanno, incomincia ad imbrunire e io fra tilt e rifiuti di caricare rimango solo.

Una bimbetta mi saluta con la manina sulla molla: “Frakta, solo 1,20 eur”

Sono le 20.40 e l’autonomia rimasta di 15 km mi basta giusto per uscire dall’ikea quando mi cacceranno; avviarsi verso Brembate così sperando che la riserva più la riserva della riserva sommi 60 km sarebbe un insulto alla matematica!

Ultimo tentativo e poi chiamo il carro attrezzi.

Però un gesto di disapprovazione e un po’ la voce grossa con la ZOE mi viene da farla … “Adesso ti ricarichi!” … sarà che lei mi ha visto ‘n**zzato o forse l’alito caldo sulla presa… insomma parte a ricaricare!

Si blocca ancora dopo due minuti, ma se è partita una volta deve la seconda, ed infatti riprende.

Ora sì che ho ripreso voglia di spiegare alla guardia delle meraviglie di quest’auto!

Passano tranquilli quei venti minuti di ricarica e arrivano le 21.15, devo uscire altrimenti mi trovo le sbarre chiuse e come beffa sarebbe troppa!

In autostrada sembra incredibile che un’auto morta dieci minuti prima ora viaggi così veloce nella notte e la musica a palla!

Arrivo a Brembate, ricarica super sicura e di routine (grazie Class onlus !!!) e poi a nanna a Milano verso le 24.00.

Sedici ore per fare MI-VE-MI (da casello-a-casello) forse sono un po’ troppe, ma tolti gli intoppi e il voler visitare tutte le colonnine …

Immagino andare a Venezia per un weekend lungo, ci sta.

Domani in ufficio, 30 km andare, 30 km tornare, manco me ne rendo conto di essere su un’auto elettrica dopo queste avventure! (e ai semafori me li brucio tutti !)

 

Nota della redazione:

Abbiamo ripreso le foto che Roberto ha pubblicato nel suo face book, ritenendo il racconto molto simpatico e spensierato; tante volte parlando più di cose reali con citazioni ed aneddoti, si riesce a comunicare meglio che dando sempre pensanti dati tecnici.

Complimenti a Roberto da parte di Electric Motor News …

 

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