I rischi della cattiva gestione delle batterie al litio esauste

I rischi della cattiva gestione delle batterie al litio esauste
Giuliano Maddalena, CEO di Safe

Il consorzio Safe solleva il problema del traffico illecito e l’infiammabilità come due dei principali rischi della cattiva gestione delle batterie al litio esauste.

In occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, l’hub delle economie circolari vuole sensibilizzare sui costi ambientali e sociali generati dalla corsa al litio e promuovere una filiera per il riciclo più efficiente, trasparente e sostenibile verso gli obiettivi fissati dall’UE

Le ultime previsioni degli analisti di settore stimano un aumento della domanda globale delle batterie al litio del 27% all’anno da qui al 2030. La crescente elettrificazione, che offre straordinarie opportunità per affrontare il cambiamento climatico e alimentare la transizione energetica, genera anche sfide cruciali in termini di gestione dei rifiuti delle batterie al litio che trovano applicazione in una vasta gamma di dispositivi di elettronica portatile e tecnologie per il fotovoltaico, oltre alla più ampia diffusione nella mobilità elettrica. Solo questa, secondo gli ultimi dati rilasciati da ACI, andrà a produrre 32mila tonnellate di batterie al litio circolanti, riferendosi soltanto al parco auto completamente elettrico senza considerare i veicoli ibridi, le bici e i ciclomotori elettrici.

I rischi della cattiva gestione delle batterie al litio esauste
Giuliano Maddalena, CEO di Safe

Ed è proprio in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo che si celebra il 18 marzo che Safe, con il consorzio Ecopower, vuole evidenziare l’importanza di una gestione corretta delle batterie a fine vita anche per evitare i rischi legati a un riciclo non adeguato: il proliferare di meccanismi poco virtuosi, stimolati dall’elevato costo del riciclo che arriva fino a 6mila euro alla tonnellata, insieme al pericolo di infiammabilità di questi dispositivi mostra l’importanza di dare vita a una filiera sicura, affidabile ed efficiente, anche per raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo.

L’adozione di pratiche autentiche di economia circolare e di disciplinari rigorosi per garantire una gestione corretta, controllata e sicura di queste merci pericolose sono requisiti fondamentali per progettare una filiera del riciclo efficiente e virtuosa capace di guidare l’Italia e l’Europa verso gli obiettivi di sostenibilità e l’indipendenza nell’approvvigionamento di materie prime critiche, come il litio – commenta Giuliano Maddalena, CEO di Safe.

Con il Protocollo di Legalità, che prevede controlli autorizzativi di legge e ulteriori verifiche per certificare la filiera, e con la Guida Litex, Safe vuole proprio offrire a produttori e trasportatori di batterie al litio uno strumento operativo che possa supportarli nella gestione e nel trasporto di questi rifiuti pericolosi.

L’impennata nella domanda di litio, materia prima critica che sta andando incontro a un esaurimento delle riserve a livello globale e la cui estrazione ha un impatto notevole sui costi ambientali, energetici, economici e sociali, ha imposto all’Unione Europea di mobilitarsi per fissare obiettivi di circolarità ed efficienza delle risorse: primo step già nel 2027 con un aumento fino al 50% nel riciclo e recupero delle materie prime dalla raccolta dei rifiuti di batterie, che sale all’80% entro la fine del 2031. Il litio è infatti inserito nell’elenco delle materie prime critiche come manganese, cobalto, nichel e altri minerali rari che è possibile recuperare attivando un processo di riciclo virtuoso.

Una testimonianza concreta di impegno per trasformare il rifiuto delle batterie al litio in una risorsa preziosa è rappresentata dall’innovativo progetto di Midac, socio fondatore del consorzio Ecopower: sorgerà a Soave (VR) il primo impianto del Nord per il recupero e il riciclo delle batterie al litio che sarà operativo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Massimizzare l’efficienza nel ciclo di vita completo delle batterie è l’approccio che ha portato alla creazione di un sistema di economia circolare che, grazie a un algoritmo di test brevettato, consente di determinare se la batteria raccolta è da riciclare o può essere destinata a Second Life. Esistono infatti applicazioni in cui batterie arrivate a fine vita ma che possono avere ancora capacità di accumulo dell’energia possono essere indirizzate a impieghi che richiedono una minore performance energetica, come ad esempio negli impianti di fonti rinnovabili.

Obiettivo del nostro progetto è quello di passare da un tasso attuale del 40% a un livello di recupero del 90%” – aggiunge Filippo Girardi, Presidente e AD di Midac Batteries. L’innovazione tecnologica sarà il cuore pulsante del nostro impianto, polo di eccellenza per la gestione delle batterie al litio. Allineato ai nuovi standard richiesti dalla Direttiva Batterie, l’impianto consentirà di recuperare in maniera efficiente materiali a rischio per fornire al mercato europeo le materie ‘prime seconde’ necessarie per sostenere la produzione di pacchi batterie Made in Europe.

Fonte: Safe – Consorzi economie circolari

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