“I dazi punitivi sono veleno mortale per il solare”

Roma, Italia. 6 giugno 2013. La decisone dell’Unione Europea per quanto riguarda i dazi da applicare alle aziende importatrici di pannelli solari tiene banco in tutti i Paesi dell’UE.

Di seguito riprendiamo due opinioni, quelle di Paolo Rocco Viscontini, Presidente e Amministratore Delegato di Enerpoint e Giancarlo Tecchio, Amministratore Delegato di Pr.En.Al

Il parere di Paolo Rocco Viscontini, Presidente e AD di Enerpoint

“Ho avvertito sconcerto e disappunto di fronte alla decisione della Commissione europea di procedere nella imposizione dei dazi, prescindendo da quello che è un parere, sia pure non vincolante legalmente, politicamente e fattualmente pesante degli Stati membri dell’UE.

18 dei 27 Stati membri hanno infatti espresso parere negativo sulla proposta della Commissione europea.

Soprattutto, la Commissione non ha tenuto conto delle opinioni di chi opera quotidianamente nel settore del fotovoltaico.

Gli Stati membri hanno infatti chiaramente compreso gli impatti devastanti che l’introduzione di dazi provvisori provocherà sull’industria fotovoltaica, ma più in generale sul sistema economico europeo.

Ed è per questo motivo che la maggior parte di essi si è opposta alla proposta della Commissione europea.

Gli Stati hanno deciso sulla base dei dati, non sulla base di ipotetiche pressioni politiche da parte di Pechino.

Come ho sempre sostenuto, i dazi punitivi sono veleno mortale per l’industria solare europea.

L’entità dei danni da essi prodotti è stata evidenziata dall’Istituto Economico di ricerca Indipendente Prognos.

Ma è sufficiente tenere in considerazione che l’industria solare europea si basa in larga parte su componenti importati, per capire come una simile decisione ponga un ostacolo insormontabile allo sviluppo, meglio, alla sopravvivenza stessa dell’industria solare europea ed italiana in particolare.

Studi tecnici e società d’impiantistica utilizzano i moduli, soprattutto di origine cinese, per la realizzazione di impianti fotovoltaici, ma circa il 70% del valore aggiunto è generato nel territorio europeo.

La crisi non permetterà di investire nella produzione di celle in Europa, in modo da consentire di sopperire all’aumento dei prezzi dei prodotti importati.

L’aumento dei prezzi impedirà dunque di ottenere costi degli impianti tali da potere lavorare senza incentivi.

Rimane solo da convincere l’Unione Europea a non confermare in via definitiva a dicembre, anche se i danni che le misure provvisorie causeranno saranno tali da non potere essere semplicemente cancellati da un passo indietro”.

Paolo Rocco Viscontini, Presidente e AD di Enerpoint

L’opinione di Giancarlo Tecchio, CEO di Pr.En.Al

“Apprendo con amarezza la decisione della Commissione europea di adottare dazi provvisori sui prodotti cinesi, malgrado l’opposizione della gran parte degli Stati membri dell’UE.

Ben 18 Stati membri hanno infatti espresso il loro parere contrario all’adozione di misure punitive.

Una decisione che crea un vulnus nella credibilità della Commissione europea, che appare essere stata
guidata da considerazioni altre rispetto all’obiettivo dichiarato, ovvero quello di tutelare il settore fotovoltaico, che invece non subirà altro danni dall’adozione di questi provvedimenti.

Le pressioni operate dalle utility dell’energia legate allo sfruttamento soprattutto dei combustibili fossili e totalmente irresponsabili rispetto alle evidenze degli effetti del continuo aumento della concentrazione CO2, stanno minando i principi fondativi dell’Unione Europea.

L’interesse di pochi a scapito del bene comune sembra essere il nuovo indirizzo della CE.

Un simile intervento non farà infatti che ostacolare lo sviluppo dell’industria solare, facendo aumentare i costi del settore, proprio nel momento in cui l’energia solare stava raggiungendo la grid parit in gran parte dei Paesi europei.

Effetto certo dei dazi sarà infatti quello di aumentare i prezzi dei moduli solari cinesi, incidendo quindi pesantemente sui costi dei materiali fotovoltaici e sulla domanda di solare.

I dazi renderanno dunque ancora più difficoltoso lavorare nel settore, da un canto, e meno accessibile l’energia solare dall’altro.

L’apparente impegno per favorire l’industria Europea dei moduli FV si tradurrà in un danno gravissimo anche per le aziende che avevano posizioni leader sul mercato come i produttori di inverters e di sistemi di montaggio. Inoltre si va verso la cancellazione di altre centinaia migliaia posti lavoro in Europa già gravemente sofferente per la crisi economica.

Per sostenere la domanda di energia solare c’è bisogno di prodotti per il fotovoltaico, inclusi i moduli, che consentano all’energia solare di competere con l’energia da fonti fossili.

Così non sarà a causa dell’adozione dei dazi, per la gioia delle lobbies delle energie fossili”.

Giancarlo Tecchio, CEO di Pr.En.Al

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