Lombardia regina dei bus elettrici in circolazione

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In Lombardia il 2,8% degli autobus in circolazione è a trazione elettrica e la prima provincia per bus elettrici è Milano, dove ci sono il 5,2% del totale.

Nel 2023, su un parco circolante composto da 10.851 autobus, 305 erano elettrici.

La prima provincia per autobus elettrici circolanti in regione è Milano (5,2% del totale), seguita da Bergamo (2,1%), Brescia (0,9%), Sondrio e Lodi (0,7% per entrambe). Questi numeri emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) sulla base di dati Aci.

La diffusione di autobus elettrici in Italia è ancora limitata, anche se alcune regioni raggiungono quote significative sul totale del parco circolante di autobus. In particolare la Liguria, dove il 5,4% degli autobus in circolazione è elettrico (134 su 2.473).

In Lombardia il 2,8% degli autobus in circolazione è a trazione elettrica e la prima provincia per bus elettrici è Milano, dove ci sono il 5,2% del totale.A seguire, tra le regioni con il maggior numero di bus elettrici in circolazione, ci sono il Piemonte (3,4%) e la Lombardia (2,8%).

Le quote più basse di autobus elettrici sul totale di autobus in circolazione, dello 0,3%, si rilevano in Campania, Calabria, Marche e Friuli-Venezia Giulia, mentre la Basilicata non supera lo 0,1% e Molise e Valle d’Aosta risultano le uniche regioni italiane prive di autobus elettrici in circolazione.

Il parco circolante italiano di autobus ha un grande bisogno di rinnovamento e apertura alle nuove motorizzazioni: secondo gli ultimi dati Acea disponibili, infatti, l’età media degli autobus in circolazione in Italia è di 14,5 anni, più alta della media europea (12,5 anni).

Il processo di rinnovamento del parco circolante richiede tempo e forti investimenti, ma nel lungo periodo offre benefici ambientali e per la sicurezza. Si tratta di vantaggi simili a quelli offerti dagli pneumatici ricostruiti che, ricorda Airp, consentono di risparmiare sulle spese di gestione del mezzo (gli pneumatici ricostruiti, infatti, hanno un costo minore rispetto a quelli nuovi), di rinviare l’esigenza di smaltimento degli pneumatici usati che possono essere ricostruiti, con evidenti effetti positivi per l’ambiente, e di risparmiare oltre il 70% delle materie utilizzate nella produzione di pneumatici nuovi.

Fonte: Airp – Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici

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