
Flexis lancia tre modelli di furgoni elettrici basati su software, la cui produzione è prevista a partire dal 2026 e con un’autonomia dichiarata fino a 600 km.
I primi furgoni elettrici concepiti da Flexis, la joint venture formata da Renault, Volvo e CMA-CGM, sono stati costruiti sulla base di un’unica piattaforma elettrica nativa, sulla quale saranno costruiti tre tipi di furgoni progettati per rivoluzionare la mobilità commerciale urbana nei prossimi anni attraverso la combinazione intelligente di hardware e software made in Europe.
L’innovazione è infatti il filo conduttore del progetto Flexis, presentato ufficialmente lo scorso anno e che ha mostrato il suo volto più concreto a Parigi.
È ormai abbastanza chiaro che i furgoni di domani saranno molto diversi da quelli che vediamo oggi sulle strade d’Europa e rappresenteranno soprattutto un passo avanti in termini di efficienza.
La parola del CEO di Flexis Philippe Divry
Philippe Divry, una vita nel settore automobilistico e un recente periodo come manager presso Volvo, ne è convinto, e non è affatto preoccupato quando gli facciamo notare che gli ultimi dati pubblicati da ACEA mostrano una tendenza all’arretramento della mobilità elettrica, anche tra i veicoli commerciali leggeri.
Abbiamo pochi dubbi sul fatto che la transizione si materializzerà entro il 2030, e ancora di più guardando al 2035. Gli operatori logistici ci chiedono di farlo.
Non sorprende che Flexis abbia annunciato che finora sono state firmate 10 lettere di intenti che coprono 1.500 veicoli in totale. Tra i possibili clienti menzionati a Parigi c’erano DB Schenker, la francese Colis Privé e la startup londinese Hived.
A Parigi, quindi, abbiamo visto i prototipi dei tre tipi di furgone che Flexis dovrebbe produrre: un furgone a pannelli appartenente al segmento medio, disponibile anche come furgone cargo dotato presumibilmente di un cassone refrigerato, e l’innovativo stepvan di progettazione nordamericana su cui altri (Arrival, ad esempio) avevano puntato e che sarebbe davvero una prima assoluta per il mercato europeo. Quest’ultimo è un veicolo alto 2,6 m con un pianale ribassato e accesso tramite una porta scorrevole sul lato destro. La cabina è collegata all’area di carico tramite una porta. Il sedile, la cabina di guida, il display centrale e il volante sono chiaramente di derivazione Renault, mentre la grande novità è il “pulsante di consegna” (personalizzabile) che l’autista può attivare quando deve effettuare una consegna.
Viene quindi aperta la porta che conduce all’area di carico, viene sbloccata la porta che esce dal veicolo dal lato del marciapiede e viene attivato il sensore che rileva il movimento sul marciapiede stesso.
Le caratteristiche del veicolo e le innovazioni lato software (ne parleremo più avanti) daranno, secondo l’azienda francese, un aumento del 20 percento dell’efficienza complessiva rispetto all’equivalente termico, con una riduzione dell’impronta di carbonio nell’ordine del 60 percento calcolata sull’intero ciclo di vita del prodotto. Un altro elemento importante, e ripetutamente sottolineato, è l’approvvigionamento europeo dell’80 percento dei materiali di cui sono realizzati i veicoli, sebbene non siano stati forniti dettagli più precisi.
Oltre 700 milioni di euro investiti
Volvo e Renault hanno investito ciascuna 300 milioni di euro nel progetto, mentre CMA-CGM ha aggiunto 120 milioni di euro. Ad oggi, circa 100 persone sono impegnate in Flexis, con l’obiettivo di raddoppiare il numero di dipendenti entro la fine di quest’anno. Parlando di obiettivi, si cercherà di raggiungere la produzione entro la metà del 2026 e Flexis produrrà i suoi furgoni elettrici a Sandouville, in Normandia, sulle stesse linee che Renault utilizza oggi per assemblare i suoi furgoni, compresi quelli ICE.
Flexis porta avanti una strategia di distribuzione piuttosto particolare, che si affiderà comprensibilmente alla rete di vendita (ma anche di assistenza) di Renault e Renault Trucks (gruppo Volvo). Questi produttori potranno anche commercializzare i furgoni elettrici con il proprio marchio. Avremo quindi furgoni di nuova generazione con i loghi Flexis, Renault e Renault Trucks.
Poter contare su una struttura produttiva esistente e collaudata è un grande vantaggio per noi – ha aggiunto il COO Krishnan Sundararajan, che ha delineato le principali caratteristiche tecniche della piattaforma elettrica nativa. Un’architettura elettrica da 100 volt, la capacità di ricaricare le batterie all’80 percento in meno di 20 minuti, nonché la capacità di installare pacchi batteria con chimica diversa, LFP o NMC, in un unico alloggiamento.
Oltre a un diametro di sterzata ridotto a 10,3 metri, pari a quello di un’auto del segmento B. I responsabili di Flexis non sono entrati nei dettagli dell’autonomia dei veicoli, che dovrebbe toccare i 600 km nel ciclo urbano, anche se ci sono chiaramente troppi fattori da considerare.
Basato su software. Cosa significa?

I furgoni elettrici Flexis saranno basati su software, il che significa che lo sviluppo del software di gestione del veicolo accompagnerà fin dall’inizio quello della parte hardware, prevedendo anche aggiornamenti costanti e over-the-air, ovvero senza passare dall’officina. Ciò non solo aiuterà a massimizzare i vantaggi della manutenzione predittiva del veicolo, ma faciliterà anche l’integrazione della parte software nell’ecosistema. A partire dalla piattaforma di gestione flotte Flex-e Connect, fino ai nuovi sistemi pensati per facilitare le operazioni di carico e consegna che ci auguriamo di vedere presto operativi.
Infine, i quattro pilastri delineati da Pierre Sirolli, quattro anni alla guida di Renault Trucks Italia prima di lanciarsi nell’avventura Flexis.
Uptime, ovvero garantire ai nostri clienti il minor numero possibile di interruzioni nel lavoro, anche grazie a un’analisi accurata dei dati; charging, ovvero garantire ai clienti le migliori opzioni di carico dei veicoli; poi, efficienza operativa e consulenza assicurativa e finanziaria.
Oltre al prezzo di acquisto del veicolo, che in Flexis assicurano sarà molto competitivo, verrà offerto un pacchetto ‘pay-per-use’ per accedere ai servizi dell’ecosistema, secondo una formula che però non è stata ancora comunicata nei dettagli. I primissimi mercati, al momento, sono la Francia, dove l’azienda ha sede, UK e Germania, che registrano i numeri più significativi in Europa. L’Italia, così come altre nazioni europee, arriverà probabilmente in un secondo momento.
Fonte: Sustainable Truck Van
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