Gli ingegneri progettisti di DS nel settore dei freni hanno anche avuto un ruolo da pionieri, con l’adozione dei freni a disco sulle auto progettate per la produzione in serie.
La rivoluzione tecnica mirata alla sicurezza è comparsa nel 1955, quando apparve la DS19, nell’epoca in cui erano ancora diffuse le auto con i freni azionati da corde o tiranti, come agli albori della storia dell’automobile.
I freni a disco vennero brevettati in Inghilterra nel lontano 1902 ma la loro applicazione fu limitata al settore industriale, furono successivamente impiegati in aeronautica ma ci vollero più di cinquant’anni perché facessero la loro comparsa sulle automobili di serie.
In verità, il sistema frenante della casa francese andava ben oltre il semplice uso dei freni a disco: era il risultato di un progetto completamente nuovo che integrava la sospensione col sistema frenante, bilanciando l’azione di quest’ultimo in funzione del carico su ciascun assale, evitando così il bloccaggio delle ruote posteriori prima di quelle anteriori, tutto questo era permesso dall’uso della sorgente di alta pressione che alimentava anche sterzo, frizione, cambio e sospensioni. Due blocchi pneumatici di riserva alimentavano i soli freni, garantendo diverse frenature complete dalla massima velocità a zero km/h anche in caso di arresto del motore, a vantaggio della sicurezza. Inoltre, allo scopo di usare dischi di grandi dimensioni e di alleggerire le masse non sospese, su DS ed SM i dischi dei freni anteriori sono montati “on board”, ovvero all’uscita del differenziale anziché nelle ruote anteriori. Il raffreddamento è assicurato da canali aerodinamici posti nella carenatura inferiore del muso, al fine di un controllo ottimale del flusso d’aria.
Il cuore del dispositivo era costituito da un distributore di pressione che rimpiazzava il tradizionale pedale dei freni. Non si trattava di una “pompa dei freni”, dove l’escursione del pedale determina la pressione inviata ai blocchi di frenatura, ma di un dosatore che aziona i freni anteriori e posteriori automaticamente, “misurando” non l’escursione, che praticamente è inesistente, ma la pressione esercitata dal conducente.
Il pedale, non più necessario, su DS ed SM è sostituito da un “bottone” circolare, ricoperto di gomma, posizionato sul pavimento tra frizione ed acceleratore. È sufficiente sfiorarlo per far rallentare l’auto, riducendo così i tempi di reazione del sistema e permettendo alla vettura di fermarsi in uno spazio più breve. Nel 1965, con l’introduzione della DS21, gli ingegneri francesi riprogettarono i blocchi frenanti anteriori, dotandoli di pinze a doppio pistone anziché flottanti (com’erano quelle usate dal ’55), con guarniture di grandi dimensioni più adatte alle prestazioni delle nuove DS (che passavano da 140 a 180km/h di velocità massima). Contemporaneamente, la casa francese presentò un’altra grande innovazione, dotando la DS21 di una spia d’usura delle guarniture frenanti che si accendeva con buon anticipo rispetto all’esaurimento del materiale d’attrito, soluzione oggi adottata da tutti i costruttori e che valse al Double Chevron il primo premio per la sicurezza stradale!
Con l’arrivo della SM nel 1970, i dischi anteriori furono affiancati ad altri due per i freni delle ruote posteriori, scelti allo scopo di alleggerire la massa dei bracci di sospensione, grazie all’eliminazione dei generosi tamburi usati sul retrotreno di ID e DS.
Fonte: DS Italia
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