Energia rinnovabile dal batterio E. Coli

Scoperto il metodo per convincerlo a produrre propano, principale componente del GPL.

Fonte: Zeus News

 

12 Gennaio 2015. Il batterio Escherichia Coli, presente nell’intestino umano, si sta rivelando utilissimo per spezzare la dipendenza dal petrolio.

È stato infatti usato per produrre con successo sia biodiesel che un sostituto della benzina, anche a partire dallo zucchero.

Adesso una ricerca condotta presso l’Imperial College di Londra e pubblicata su Nature mostra come utilizzarlo per produrre propano a partire dal glucosio.

Attualmente il propano, che se usato come combustibile permette di produrre meno emissioni rispetto al gasolio e alla benzina, è prodotto a partire da combustibili fossili ed è un componente importante del GPL.

«L’E. Coli» – ha spiegato Patrik Jones, autore principale dello studio – «prende il glucosio dall’ambiente circostante e lo spezza in più piccole molecole di carbonio, elettroni ed energia elettrica “interna”. Queste parti più piccole sono usate soltanto per costruire i mattoni per la crescita cellulare: per riprodursi».

Gli scienziati si sono inseriti in questa catena di produzione, interferendo con la sintesi degli acidi grassi: introducendo uno speciale enzima, hanno modificato il batterio affinché, invece acidi grassi, produca acido butirrico.

L’acido butirrico viene poi trasformato in propano da altri due enzimi; nel complesso il risultato è stato ottenuto introducendo soltanto cinque geni tra i 4.000 del genoma dell’E. Coli.

Il metodo descritto dallo studio è stato realizzato tenendo conto della possibilità di realizzare un impianto che lo utilizzi per la produzione commerciale: non si tratta soltanto di una bella teoria, ma di una possibilità concreta che tiene conto dei costi di produzione.

La scelta di concentrarsi sulla produzione del propano, infatti, deriva dal fatto che esso è un gas, ed è quindi facilmente separabile durante il processo di produzione. Inoltre, la sua liquefazione richiede 30 volte meno energia di quella dell’idrogeno.

«Adesso possiamo realizzare un prodotto che fino a oggi era disponibile soltanto a partire dai combustibili fossili ed è chimicamente identico. Dovrebbe funzionare esattamente come il propano normale» ha dichiarato il dottor Jones al Guardian.

 

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