Non è esagerato dire che la DS 19 è stata la più avanzata auto della sua epoca, soggetta a una evoluzione costante del progetto.
Di fatto la sua progettazione aveva richiesto tempi molto lunghi, ma le idee di Lefevre dotarono la vettura con delle innovazioni senza precedenti.
Il progetto della DS 19 aveva preso il via nel lontano 1938, quando l’allora direttore generale di Citroën, Pierre-Jules Boulanger, decise di dare un erede alla Traction Avant. Il lancio era previsto per gli anni ’40, ma la complessità della vettura e la Seconda guerra mondiale comportarono dieci anni di lavoro in più per l’equipe di progettisti capitanata dall’ingegner André Lefebvre, che già aveva concepito capolavori quali la Traction Avant e la 2CV.
Tra le cose che non cambiarono durante la lunga gestazione della Dea delle automobili c’erano certe idee di Lefebvre che, anzi, negli anni furono spinte ulteriormente avanti: con la Traction, l’ingegnere francese aveva creato una vettura molto meno alta delle automobili dell’epoca. Grazie alla trazione anteriore, i progettisti avevano eliminato l’albero di trasmissione e il differenziale posteriore, permettendo un abbassamento di tutta la carrozzeria (la Traction fu la prima auto priva di predellini: non occorreva più “salire” in vettura!). Oltre ai vantaggi estetici e aerodinamici, la Traction Avant beneficiava di una migliore ripartizione delle masse e di un baricentro più basso, a tutto vantaggio della stabilità.
Per la DS19 Lefebvre andò molto oltre: concepì un telaio a piattaforma, rigido, grazie a una progettazione accurata dei corpi cavi, che permettevano una grande leggerezza dell’insieme; su tale piattaforma, fissò una scocca, leggerissima, che offriva i punti di ancoraggio per gli elementi della carrozzeria, anch’essi leggeri e smontabili: tetto in plastica, cofano in alluminio, portiere e parafanghi erano fissati alla scocca senza appesantirla in maniera significativa.
Sulla DS il baricentro è sotto all’asse delle ruote, rendendo la vettura impossibile da ribaltare, se non ricorrendo a trampolini o altri artifici. Non contento di questo, Lefebvre volle i due terzi della massa della vettura sulle ruote anteriori, direzionali e motrici, in modo da avere una perfetta aderenza al suolo e fece collocare tutti gli organi più pesanti dietro agli assali, così da ridurre al minimo gli sbalzi anteriore e posteriore.
Grazie alla sospensione idropneumatica, poi, era possibile alzare la vettura da terra sino a bloccare la sospensione. In tali condizioni, la DS19, grazie alla sua particolare ripartizione delle masse, può viaggiare anche con una ruota posteriore completamente rimossa.
Questa peculiarità è stata sfruttata nel corso degli anni in dimostrazioni pratiche durante saloni e prove su strada, è stata impiegata dal cinema e dalla tv (memorabile l’episodio della serie TV americana Chips, del 1977, dove i due celebri poliziotti in moto fermano una DS che percorre, su tre ruote, le highways californiane, senza capire come questo sia possibile).
La filiale sudafricana dell’azienda, per il lancio dei modelli DS per l’anno 1968, realizzò un filmato dove una “pattuglia acrobatica” di vetture danzano su tre ruote sulla pista di un autodromo, mostrando come la perfetta ripartizione delle masse permetta, anche in caso di frenata d’emergenza e senza tenere il volante, di fermarsi in poco spazio, senza deviare dalla traiettoria, anche dopo l’esplosione di una o due ruote, perfino dallo stesso lato della vettura.
La stabilità della DS è rimasta un punto di riferimento nella storia dell’automobile, anche grazie alla messe di successi raccolti nell’attività sportiva nel corso degli anni di produzione, in gran parte dovuti alle eccezionali qualità stradali date dalla ripartizione delle masse voluta da Lefebvre!
Fonte: DS Automobiles Italia
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