Storia. La Citroën VISA GTi, la portaerei Clemenceau e il sottomarino nucleare

Citroën VISA GTi

Il lancio della Citroën VISA GTi nel 1985 doveva essere spettacolare, e spettacolare è stato con un incredibile spot televisivo girato dall’agenzia di Jacques Séguéla.

Per realizzarlo Séguéla arrivò (come racconta lui stesso nella sua autobiografia) a chiedere al Presidente francese François Mitterrand l’uso della portaerei Clemenceau e di un sottomarino nucleare.

Mio caro Séguéla, ma cosa ci deve fare? – gli chiese Mitterrand. Ci devo girare uno spot pubblicitario per Citroën. Pare che il Presidente abbia replicato: meglio farci la pubblicità che la guerra, li prenda pure per il tempo necessario.

Citroën VISA GTiSéguéla non era nuovo a pubblicità d’effetto. Ad esempio, per la VISA Diesel aveva ideato uno spot dove la vettura sfidava un biplano in una gara di accelerazione, finendo poi per precipitare. Quando poi l’autista passava davanti ai due increduli messicani che avevano assistito alla scena, uno dei due, ridendo, gli rivolgeva le indimenticabili parole “hei gringo, la macchina… vavavumaaa!”, creando un autentico tormentone che accompagnerà la carriera della VISA negli anni a seguire.

Citroën VISA GTiLo spot della VISA GTi che coinvolse la marina francese, invece, prevedeva di catapultare (letteralmente) la VISA GTi dal ponte della portaerei Clemenceau. Stavolta al suo fianco non c’era più un vecchio biplano ma un vero caccia Dassault Super Étendard che, nella finzione cinematografica, veniva “stracciato” nella fase di decollo dalla compatta del Double Chevron.

Nella seconda parte del filmato, terminata la spinta della catapulta, la povera VISA finiva in mare ma solo per riemergere “in groppa” al sottomarino nucleare che la riportava in superficie, col suo pilota, una certa “umidità” nell’abitacolo e la voce dello speaker che chiudeva lo spot con “Nuova Citroën VISA GTi… vavavuma!”.

Anche questo secondo spot fu un successo, al pari della VISA GTi che, dal 1986 a fine produzione, con i suoi 115 cavalli di potenza, l’accelerazione da zero a cento orari in 8,8” e velocità sopra i 190 orari, divenne un piccolo “must” tra i giovani francesi.

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