Un ripasso alla storia delle auto elettriche Opel

storia delle auto elettriche Opel
Opel Elektro GT 1971

L’attuale vettura elettrica Opel Corsa-e e quella ibrida Opel Grandland X plug-in hybrid sono le ultime da una serie di veicoli elettrici Opel a partire dal 1968.

La casa di Rüsselsheim studia la propulsione elettrica da ormai oltre cinque decade e si proietta nel futuro prevedendo di offrire tutta la gamma elettrificata entro il 2024.

Dopo la nuova Corsa-e e Grandland X plug-in hybrid, le ultime vetture elettrificate di Opel stanno giusto prendendo la strada. Seguiranno nel corso di quest’anno Opel Vivaro 100% elettrico e il successore elettrificato di Mokka X, mentre Opel Combo-e, Opel Zafira-e Life e il successore di Astra si uniranno alla squadra nel 2021.

Tutte le auto per trasporto persone e i veicoli commerciali leggeri avranno una versione elettrificata entro il 2024.

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Opel Electro GT 1971

Opel sta diventando elettrica e può guardare indietro a una lunga tradizione di test, record e veicoli prodotti.

Già nel 1968 venne introdotto con la Kadett B Stir-Lec I il “dispositivo di estensione dell’autonomia” che avrebbe poi trovato applicazione in produzione con la Opel Ampera. Il modello sperimentale Stir-Lec montava 14 batterie al piombo acido costantemente ricaricate da un piccolo motore a combustione Stirling posizionato nella parte posteriore.

Solo tre anni dopo, Georg von Opel, pronipote del fondatore dell’azienda, batté sei record mondiali per veicoli elettrici al volante di una Opel Electro GT a 188 km/h; montava due motori elettrici che producevano 88 kW/120 CV. L’energia era fornita da una batteria da 590 chilogrammi al nickel-cadmio e, a una velocità costante di 100 km/h, la vettura aveva un’autonomia di 44 chilometri.

Un impulso elettrico sostenibile: Opel Impuls e Opel Twin

La ricerca fece un passo avanti con il programma Opel Impuls negli anni 1990-97.

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Opel Impuls 1990

Impuls I era un veicolo basato sulla Kadett che montava un motore elettrico a corrente continua da 16 kW che utilizzava batterie al nickel-cadmio con elettrolita liquido. Aveva un’autonomia di circa 80 km e raggiungeva una velocità massima di 100 km/h.

Un anno più tardi arrivò la Impuls II, basata sulla Astra station wagon. Utilizzava 32 batterie al piombo-acido che azionavano due motori asincroni trifase per un totale di circa 45 kW/61 CV.

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Opel Impuls 1990

Dal 1993 al 1997 Opel portò avanti il primo programma di test di veicoli elettrici su larga scala, l’Impuls III. Una flotta di dieci vetture Impuls III fu collaudata sull’isola tedesca di Rügen, dove percorsero in totale più di 300.000 km. Cinque vetture montavano batterie al nickel-cadmio (45 kW/61 CV) e altre cinque utilizzavano batterie ad alta energia al sodio/cloruri di nickel (42 kW/57 CV). Le dieci vetture Impuls III montavano un motore asincrono trifase.

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Opel Twin 1992

Nel frattempo nel 1992 fu presentata con grande successo la concept car Opel Twin. Un motore benzina tre cilindri da 0,8 litri generava 25 kW/34 CV ed era disponibile per la guida in autostrada, mentre l’unità elettrica con due motori da 10 kW/14 CV collocati sui mozzi delle ruote entrava in gioco per la guida urbana e sulle brevi distanze. Il posto guida della Opel Twin era centrale, mentre la seconda fila poteva accogliere tre passeggeri. Nel 1995 Opel portò la mobilità elettrica nel settore dei veicoli commerciali con il concept van Combo Plus, che montava due batterie ad alta energia al sodio/cloruri di nickel che funzionavano insieme al motore asincrono trifase da 45 kW.

Celle a combustibile collaudate per la guida quotidiana: la flotta HydroGen a emissioni zero

Nel 2000, lo sviluppo delle celle a combustibile di Opel raggiunse le strade con la HydroGen1, una vettura

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Opel HydroGen3 2001

con la carrozzeria di Zafira. La cella a combustibile alimentata a idrogeno forniva elettricità a un motore asincrono trifase che generava 55 kW/75 CV e una coppia di 251 Nm. Una batteria di scorta copriva i picchi di potenza. Nel 2001 una flotta di 20 modelli HydroGen3 fu affidata ai clienti per un periodo di collaudi. La potenza passò a 60 kW/82 CV per una velocità massima di 160 km/h. Nella Fuel Cell Marathon del 2004 due veicoli HydroGen3 percorsero quasi 10.000 km in tutta Europa, da Hammerfest in Norvegia a Lisbona in Portogallo. Al volante della HydroGen3, Heinz-Harald Frentzen pilota di Formula 1 e dell’Opel DTM, vinse anche il Rally di Montecarlo del 2005 per auto a propulsione alternativa.

Anche la quarta generazione di veicoli con celle a combustibile, HydroGen4, era completamente a emissioni zero, con gli scarichi che producevano solo vapore acqueo. Il set di celle a combustibile era composto da 440 celle connesse in serie, nelle quali l’idrogeno reagisce con l’ossigeno presente nell’aria e garantisce una guida ecologica. Non vi è combustione ma una reazione elettrochimica che genera elettricità. In questo modo è possibile ottenere una potenza continua di 73 kW/100 CV e una potenza di picco di 94 kW/128 CV. Nel 2008 una flotta di veicoli HydroGen4 iniziò a dimostrare di essere adatta all’uso quotidiano in un progetto sponsorizzato dal Ministero Federale dei Trasporti – la Clean Energy Partnership (CEP) – a Berlino e in seguito anche negli stati di Amburgo, Baden-Württemberg, Renania del Nord-Vestfalia e Assia.

Specialiste di autonomia: Opel Ampera con dispositivo di estensione dell’autonomia e Opel Ampera-e

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Opel Ampera 2011

Contemporaneamente Opel procedeva anche allo sviluppo di veicoli a batteria e presentò l’innovativa Flextreme Concept al Salone Internazionale dell’Automobile 2007 di Francoforte, dotata di propulsione elettrica Voltec ad autonomia estesa. La Flextreme GT/E Concept, presentata al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra nel 2010, mostrava come fosse possibile integrare questo tipo di trazione anche in una vettura media.

La trazione elettrica con dispositivo di estensione dell’autonomia raggiunse la produzione di serie nel 2011 con la Opel Ampera, la prima auto elettrica per quattro persone totalmente adatta all’uso quotidiano e ai viaggi. L’energia per distanze comprese tra 40 e 80 chilometri (in base alle condizioni di guida) veniva fornita dalla batteria agli ioni di litio da 16 kWh, che alimentava il motore elettrico da 111 kW/150 CV. Se il livello di carica della batteria raggiungeva un minimo definito, il motore a benzina da 63

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Opel HydroGen3 Fuel Cell Marathon

kW/86 CV si inseriva automaticamente e alimentava un generatore che dava potenza al motore elettrico. Questo tipo di alimentazione continua di energia garantisce una guida rilassata, senza stazioni di ricarica e con autonomie di svariate centinaia di chilometri.

Ampera precorreva i tempi e ricevette il titolo di “European Car of the Year 2012”.

Nel 2016/17 seguì la Opel Ampera-e. Con un’autonomia in modalità puramente elettrica di 423 chilometri (secondo il ciclo WLTP), ai vertici del segmento di appartenenza, la Ampera-e fu presentata come una vera specialista di sicurezza al Salone Internazionale dell’Automobile di Parigi. Le batterie sono extra-piatte e sono montate sotto il pianale, per cui la vettura offre cinque comodi posti e un bagagliaio con la capacità di una compatta 5 porte (381 litri). Ampera-e dimostra inoltre come la mobilità elettrica e il piacere di guida possano andare d’accordo, dato che la coppia massima di 360 Nm garantisce un’accelerazione e valori di elasticità impressionanti. La potenza del motore elettrico è di 150 kW/204 CV. Questa vettura compatta accelera da 0 a 50 km/h in 3,2 secondi ed effettua la ripresa da 80 a 120 km/h in fase di sorpasso in soli 4,5 secondi.

La vettura è convincente: nell’autunno 2017 con Ampera-e Opel riceve il “Golden Steering Wheel”, un famoso premio internazionale, nella categoria delle piccole e compatte. E la giuria di AUTOBEST aveva già votato Ampera-e ECOBEST 2016. L’eredità di Ampera-e è stata raccolta da Corsa-e, che ha già vinto il premio AUTOBEST “Best Buy Car of Europe”.

Fonte: Opel Italia

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