Quale sarà il futuro della Formula E nella stagione del coronavirus?

Marrakesh Formula E
Antonio Felix da Costa (PRT), DS Techeetah, DS E-Tense FE20, leads Andre Lotterer (DEU), Tag Heuer Porsche, Porsche 99x Electric and Jean-Eric Vergne (FRA), DS Techeetah, DS E-Tense FE20

La sesta stagione dell’ABB FIA Formula E Championship non passerà alla storia per lo spettacolo sportivo, bensì per essere la tragica stagione del coronavirus.

Electric Motor News è una delle pochissime organizzazioni informative al mondo ad aver seguito tutte le gare della storia della Formula E e dopo quella di Marrakesh – la 63esima gara della storia e 5° della stagione – proviamo ad analizzare quale potrebbe essere il futuro della categoria di monoposto elettrici.

Marrakesh Formula EMarrakesh Formula E
Antonio Felix da Costa festeggia sul podio la sua vittoria a Marrakesh, ultima gara della Formula E prima dello stop forzato causa coronavirus.

Ufficialmente posticipate le gare di Sanya (Cina), Roma (Italia), Parigi (Francia), Seoul (Corea del Sud) e Jakarta (Indonesia), è ovvio che difficilmente potranno essere recuperate e la formula della “gara posticipata” è un eufemismo per dire gara cancellata, utilizzato per motivi di carattere commerciale.

Chiunque sia consapevole dei terribili momenti che vive l’umanità può capire benissimo che recuperare in una stagione una simile quantità di gare è assolutamente impossibile.

Guardando avanti, nel calendario originale dopo la corsa prevista il 6 giugno a Jakarta, in Indonesia, restavano ancora quattro gare in tre location, ovvero il 21 giugno a Berlino (Germania), l’11 luglio a New York (Stati Uniti) e la doppia gara finale a Londra (Gran Bretagna).

Andando oltre quello che è il sincero e umano desiderio che la pandemia venga superata al più presto possibile, analizzando l’andamento della situazione mondiale attuale appare ben chiaro che è molto difficile poter organizzare anche queste ultime quattro gare; soprattutto tenendo conto che tranne quella di Berlino (che si svolge nello storico aeroporto di Tempelhof) vengono organizzate sulle strade di due grandi città quali New York e Londra, con il grande impegno di forza politica e lavorativa che in questi momenti hanno ben altro da fare.

Diversi sport, prima della grande crisi, hanno optato per fare le proprie competizioni a porte chiuse. Fermo restando la difficoltà di organizzare una competizione, lo scenario più adatto per un’eventuale gara a “porte chiuse” è quella di Berlino, perché risulta relativamente più semplice controllare l’ingresso dei non addetti ai lavori.

Ovviamente una gara a porte chiuse, senza pubblico, significa ridimensionare l’organizzazione perché in quel caso non ci sarebbe l’Emotion Club e nemmeno l’E-Village; entrambi fonti di forti introiti per Formula E.

E allora quale sarebbe il senso di organizzare una gara a porte chiuse?

Il motivo è presto detto. Nell’Articolo 5 comma 4 del Regolamento Sportivo FIA di Formula E viene indicato 15 come maggior numero di gare di campionato e 6 come numero minimo di corse. La Formula E nella presente stagione ha gareggiato a Riyad (Gara 1 e Gara 2), Santiago del Cile, Messico e Marrakesh, in totale 5 corse.

Di conseguenza per arrivare a sei manca una gara e questo potrebbe essere il motivo per cercare di organizzare una gara, anche a porte chiuse. In questo modo verrebbero assegnati i titoli di campione piloti e campione costruttori; a meno che la FIA per questioni di forza maggiore, faccia una deroga a questo regolamento e decidesse di assegnare lo stesso i diversi titoli.

Analizzando la situazione abbiamo anche messo in conto la possibilità gareggiare anche dopo il mese di agosto, finendo il campionato a settembre oppure a ottobre; ma secondo informazioni arrivate a Electric Motor News, Formula E prevede di organizzare le prove collettive di Valencia nella settimana dal 12 al 16 ottobre, prove che per giunta sono importantissime perché arriva la vettura Gen2EVO che dovrebbe essere la protagonista della prima stagione di Formula E – quella 2020/2021 – promossa a Campionato Mondiale.

E ovviamente le squadre hanno bisogno anche di tempo per lo sviluppo e la messa in pista in forma privata delle vetture, nel lavoro silenzioso ma importantissimo di test dei nuovi powertrain.

Soltanto il tempo ci darà una risposta a quest’analisi che mette sul tavolo diverse ipotesi.

Al momento, la cosa migliore che si può fare per la stragrande maggioranza delle persone è stare a casa.

#MarceloPadin #TheEMNteam

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