Buemi aveva il piano “B” per correre la prima di New York

Svanito il piano di correre a New York il sabato

La colonna di Buemi su motorsport.com Svizzera

di Sébastien Buemi, Pilota cronista

Fonte: Motorsport.com Svizzera

26 Luglio 2017. Nel secondo appuntamento scritto per Motorsport.com Svizzera, il campione “full electric” racconta l’amarezza della 6 Ore del Nürburgring e svela i sentimenti in vista del rush finale in Canada.

Come preannunciato nel mio primo scritto per Motorsport.com Svizzera, non sono sceso in pista nel doppio ePrix di New York, penultimo appuntamento della Formula E.

La concomitanza di eventi con il FIA WEC ha fatto sì che corressi la 6 Ore del Nürburgring, in quanto, per contratto, il Campionato Mondiale Endurance con la Toyota rappresenta la priorità nella corrente stagione.

Dovete sapere che esisteva un piano B, che mi avrebbe permesso di disputare almeno una delle due corse nella “Grande Mela”. Avrei potuto volare in America dalla Germania per disputare la corsa del sabato, per poi far rientro al Nürburgring due ore prima della partenza.

Di questo ho parlato ovviamente con la Toyota, la quale mi ha ribadito l’importanza che io rimanessi concentrato totalmente sulla corsa di sei ore. Così, ho accettato la decisione del team senza ribattere, concentrandomi al cento per cento sulla gara che avrebbe dovuto farci dimenticare Le Mans.

In qualifica abbiamo riscontrato alcuni problemi di traffico con le LMP2 e, sopratutto, un lento adattamento alle gomme nuove, piazzando così in quarta posizione la nostra TS050 Hybrid alle spalle della Porsche 919 Hybrid numero 1.

La corsa è iniziata già con alcuni problemi che ne hanno compromesso l’esito finale. Durante il giro di formazione la nostra vettura, la numero 8, ha accusato un guasto alla pompa della benzina, costringendoci a fermarci ai box per alcuni minuti.

Una volta rientrati in pista, abbiamo portato a termine la corsa senza nessun tipo di problema e con una velocità di punta invidiabile. Purtroppo, i nostri sforzi sono stati vani. Non siamo riusciti ad accorciare il divario di cinque giri con la vettura che ci precedeva, dovendoci accontentare del quarto posto.

Non ci dovrebbe essere il doppio punteggio

La Toyota e il nostro equipaggio escono sconfitti dall’appuntamento sul Ring. Infatti, come alla 24 Ore di Le Mans, è stato il trio della Porsche composto da Earl Bamber, Timo Bernhard e Brendon Hartley a guardare tutti dall’alto al basso. Al termine del quarto appuntamento io, Kazuki e Anthony rimaniamo in seconda posizione, ma lo scarto dal gruppo di testa si è fatto consistente.

Il problema, in questo caso, è soltanto uno. Con solo quattro vetture LMP1, il punteggio di Le Mans fa la differenza. Personalmente, non credo sia giusto raddoppiare i punti per una corsa di 24 ore, che gode già di una visibilità e di un’importanza straordinarie.

Naturalmente, la corsa di un giorno intero francese non può essere paragonata con nessun’altra in circolazione, ma per chi dovesse riscontrare problemi nel giungere alla fine diventa un grosso guaio.

In pratica vieni penalizzato due volte: per la stessa corsa e per il prosieguo del campionato. Dal 2012, anno in cui l’ACO ha introdotto la normativa del doppio punteggio, il team che vince Le Mans si laurea campione alla fine dell’anno, eccezion fatta per l’edizione 2014.

Tuttavia, nulla è ancora scritto. Il mondo dell’automobilismo ci ha insegnato che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e gli esempi sono innumerevoli. Abbiamo il dovere e il diritto di provare a dire la nostra nelle prossime cinque tappe dopo la pausa estiva.

Totalmente immerso nel rush finale di Formula E

Non è stato facile osservare da lontano, attraverso una TV, quel che capitava nel doppio ePrix di New York. Fortunatamente l’esito finale mi strizza l’occhio, ma ora è tempo di dedicare anima e corpo per le ultime due corse in Canada, che potrebbero consegnarmi il titolo di campione del mondo, anche se il vantaggio dal mio diretto avversario è solo di 10 punti.

Non sono particolarmente preoccupato perché ben conscio delle potenzialità della vettura e di tutto il team. Finora ho vinto sei gare con la Renault e.dams, di conseguenza so per certo che a Montréal potrà esserci il meritato lieto fine. Il mio viaggio alla volta del Québec sarà un viaggio sereno.

Al rush finale sto dedicando davvero molta attenzione. Come per ogni gara mi preparo al simulatore. Il lunedì e il martedì mi reco a Le Mans con la e.dams per prepararmi al meglio sugli aspetti che durante un fine settimana di gara non si ha tempo di preparare.

Il lavoro al simulatore rappresenta gran parte della preparazione. Lì ci si può fare già un’idea del set-up che poi si deciderà di portare in qualifica e successivamente in gara.

Da quello che ho potuto vedere attraverso i video e alcuni on board, il circuito allestito a Montréal sarà davvero uno spettacolo per il pubblico. Quello del Canada sarà un tracciato che metterà alla prova il pilota, essendoci ben 14 curve, al contrario delle sole tre lente del New Jersey.

Corona o no, mi godo ogni successo

Non so quale verdetto mi riserverà il doppio ePrix del Canada, ma una cosa è certa. Darò il massimo affinché possa riconfermarmi campione del mondo. Se dovessi vincere sarà grandioso, se dovesse andare male, amen… la vita va avanti.

Recentemente ho prolungato per altri due anni il contratto che mi lega alla Renault e.dams. Il che mi permette di guardare al futuro con serenità e così, se dovesse andare male, beh, vorrà dire che ci riproveremo la prossima stagione.

Il “mondiale” FIA di Formula E è un campionato stupendo e di alto livello. In giro sento opinioni contrastanti, ma la crescita della categoria è sotto gli occhi di tutti. Sono molto orgoglioso di competere in questo contesto e con un team preparatissimo.

In futuro arriveranno nuovi driver, risorse, costruttori e tanto altro. Per questo, cerco di godermi al massimo ogni momento di successo in pista e fuori.

A voi, cari amici di Motorsport.com Svizzera, un immenso grazie per aver letto le mie emozioni a pochi giorni di distanza da un appuntamento tanto importante. Tenetemi i pugni e… speriamo di risentirci dopo il Canada per festeggiare insieme.

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