Opel Rekord D era una vettura di fascia media che fece il suo debutto nel gennaio 1972, e nel gennaio prossimo festeggia il suo 50° compleanno.
La Opel Rekord D doveva sostituire un modello molto importante. La vettura uscente aveva raggiunto la notevole cifra di oltre 1,2 milioni di unità costruite, un ottavo di tutte le vetture realizzate da Opel in 70 anni di produzione automobilistica. Ciò, affermava un comunicato stampa Opel dell’epoca, dimostrava che il mercato “non poteva permettersi di perdere una vettura come la Rekord”. Il ruolo decisivo svolto da questo modello nel mondo dell’automobile sarebbe pertanto passato al giovane successore, entrato in produzione nel dicembre 1971.
La Opel Rekord D mantenne tutte le promesse e ciò non le impedì di prendere la propria strada. Per esempio, a differenza della Opel Rekord C, la cui “forma a bottiglia di coca cola” nella zona del montante posteriore era stata influenzata dal linguaggio stilistico degli analoghi modelli nordamericani, il design della nuova vettura aveva caratteristiche europee. Lo stile senza tempo della carrozzeria era definito da linee nette e funzionali, superfici fluide, grandi finestrini e dalla linea di cintura bassa. “La Opel Rekord D giunge sul mercato come un ospite che porta una salutare ventata di aria fresca a una festa”, dichiarava estasiata la cartella stampa.
Come nel caso del modello precedente, la Opel Rekord D era disponibile con tre tipologie di carrozzeria: la classica berlina, a due o quattro porte, la coupé sportiva e la station wagon a tre o cinque porte. Per gli usi commerciali e nella miglior tradizione delle leggendarie “Schnelllieferwagen” degli anni Cinquanta e Sessanta, Opel offriva anche la Rekord van (la station wagon tre porte senza finestrini posteriori).
Sicurezza prima di tutto: zona anteriore a deformazione programmata e protezione dagli urti laterali
La Opel Rekord D (o Rekord II per evitare confusioni con la “D” di diesel) alzò il livello anche in termini di sicurezza passiva. I rinforzi presenti sulle fiancate e nel tetto proteggevano in caso di urti laterali e cappottamenti, mentre le zone a deformazione programmata tutelavano i passeggeri in caso di urti frontali.
I motori benzina della Opel Rekord D erano ulteriori sviluppi delle collaudate unità quattro cilindri con albero a camme in testa (CIH), di cui erano già state costruite oltre due milioni di unità dal momento del lancio. La base era il motore 1.7 litri da 66 CV, il propulsore S generava 83 CV e l’unità 1.9 litri 97 CV.
Con la Opel Rekord D nel settembre 1972 giunse sul mercato anche la prima Opel diesel, equipaggiata con un motore da primato mondiale! Il propulsore diesel da 95 CV con iniezione a precamera era stato presentato nel mese di giugno su un prototipo, una Opel GT Diesel con carrozzeria aerodinamicamente ottimizzata, che aveva stabilito 18 record internazionali e due record mondiali sul circuito di prova Opel di Dudenhofen. Sulla Opel Rekord, il nuovo motore ad accensione per compressione generava 60 CV, registrava consumi medi di 8,7 litri di carburante per 100 chilometri e consentiva di raggiungere una velocità massima di 135 km/h. La Opel Rekord 2100 D era riconoscibile per il rigonfiamento sul cofano anteriore: la presenza dell’albero a camme in testa e le modifiche della testata rendevano infatti il diesel più alto dei motori benzina.
“Per gli amanti delle potenti vetture turismo”: la Opel Commodore
A partire dal mese di marzo 1972, la gamma della Opel Commodore B si ampliò verso l’alto, colmando il vuoto tra la Opel Rekord e le Admiral e Diplomat, di livello superiore. La Opel Commodore B condivideva la carrozzeria con la Opel Rekord, ma montava equipaggiamenti più lussuosi rispetto a quest’ultima ed era disponibile esclusivamente con motori a sei cilindri. Gli sviluppi furono rapidi: la Opel Commodore S con motore 2.5 litri da 115 CV fu seguita dalla GS da 130 CV e poi dalla GS 2.8 litri con doppio carburatore e 142 CV. Infine, a settembre 1972, entrò in scena la Opel Commodore GS/E, la vettura top-di-gamma. Il motore 2.8 litri da 160 CV con iniezione elettronica registrava prestazioni impressionanti. La coupé raggiungeva una velocità massima di 200 km/h, la berlina quattro porte di 195 km/h. “La GS/E è destinata a chi ama le potenti automobili turismo e vuole affrontare lunghi viaggi a velocità più elevate”, dichiarava Opel.
La Opel Commodore GS/E ovviamente dimostrò di essere fortissima nelle corse e nei rally. Nel 1973, un giovane Walter Röhrl gareggiò per la prima volta su una Opel al Rally di Monte Carlo. E vinse, anche se la mancanza di omologazione costrinse la Opel Commodore GS/E coupé preparata da Irmscher a partecipare nel Gruppo 2 riservato ai veicoli modificati.
Comunque la Opel Commodore e la Opel Rekord ottennero le loro vittorie più importanti lontano dai circuiti e dalle prove speciali. All’inizio del settembre 1976 dalla linea di produzione uscì una Opel Rekord D berlina dorata, il milionesimo modello della serie, a conferma che il mercato aveva davvero “bisogno della Rekord”, come Opel aveva dichiarato in occasione del lancio del 1972. Per celebrare questo risultato fu lanciata sul mercato una edizione limitata di questo speciale modello denominata “Millionär” con motore S 2.0 litri da 100 CV e allestimento “Berlina”. Nel settembre del 1977 fu presentata l’ultima generazione di Opel Rekord, dopo che dalla linea di produzione di Rüsselsheim erano uscite ben 1.128.196 Opel Rekord D e 140.827 Opel Commodore B.
Fonte: Opel Italia
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