DS19: l’origine dell’avanguardia nella nuova era dell’auto

DS19

Era il 6 ottobre 1955 quando a Parigi in una tipica giornata d’autunno nel Grand Palais si sta per DS19alzare il sipario sulla 42esima edizione del Salone dell’auto francese  dove c’è in anteprima la DS19.

In fila davanti alle biglietterie c’è, fremente, la folla delle grandi occasioni.

Alle 8.30 si aprono in cancelli ed il pubblico si riversa all’interno dell’elegante palazzo delle esposizioni per dirigersi compatta verso uno stand ben preciso, dove incontrare la vedette della manifestazione, la DS19 appunto.

Tra scoop giornalistici e falsi annunci, sono almeno cinque anni che gli appassionati aspettano l’erede della gloriosa Traction Avant, ma quello che i visitatori del Salone si trovarono DS19davanti, supera di molto la più fervida delle fantasie.

In un mondo di auto grigie, nere o blu, la DS19 – questo il nome della vedette – si propone abbigliata in un rutilante verde mela con tetto bianco, piuttosto che giallo champagne e tetto melanzana. Le ruote azzurre, o rosso mattone, gli interni verdi, caramello o lilla!

La linea d’avanguardia della DS, poi, è incredibile, sembra arrivare da un altro pianeta. È opera dello stilista italiano Flaminio Bertoni, varesino, assunto nei primi anni ‘30 personalmente da André Citroën che ne riconobbe immediatamente il genio.

DS19Il successo è immediato, travolgente. Nei primi quarantacinque minuti di apertura del Salone vengono siglati ben 749 contratti di vendita, che diventano 12mila alla fine del primo giorno, 80mila alla chiusura della manifestazione.

Il successo della DS19 dura vigoroso per vent’anni, fino al 1975, quando la congiuntura tra crisi economica e crisi petrolifera determina la fine di molte auto di lusso e di grossa cilindrata, inclusa la stessa DS.

La sua produzione terminò ufficialmente il 24 aprile, dopo circa un milione e mezzo di esemplari venduti, molti dei quali, alteri ed irraggiungibili, ancora oggi dominano le strade del terzo millennio.

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