Test di tremila auto che si guidano da sole

3.000 automobili comunicanti, inizia la sperimentazione

Un anno di test per arrivare ai convogli di veicoli che si guidano da soli.

Fonte: Zeus News

3 settembre 2012. Una delle soluzioni pensate da più parti per ridurre traffico, inquinamento e incidenti stradali è la creazione di convogli di mezzi che, comunicando tra loro e condividendo le informazioni, riescano a gestirsi meglio di quanto facciano i diversi guidatori umani indipendenti.

Si tratta di un’idea che in Europa è alla base del progetto SARTRE, recentemente testato in Spagna, e che sta venendo messa alla prova anche negli Stati Uniti.

Il Transportation Research Institute dell’Università del Michigan (UMTRI) ha deciso di avviare un test su vasta scala delle possibilità offerte da questa soluzione.

Nei prossimi 12 mesi si svolgerà un esperimento che coinvolgerà quasi 3.000 auto condotte da altrettanti volontari: i veicoli si scambieranno informazioni (messaggi relativi alla sicurezza, avvisi per gli autisti e via di seguito) tra di loro e con un centro di elaborazione dati dedicato, tenendo costantemente informati i propri guidatori con un flusso ininterrotto di dati.

I ricercatori prevedono che ogni auto trasmetterà 10 messaggi al secondo, e ogni dato sarà registrato; studiando tutto ciò sarà possibile stabilire quali siano le informazioni più utili per aiutare gli autisti ad evitare i pericoli.

I partecipanti all’esperimento saranno persone comuni che nella maggior parte dei casi utilizzeranno la propria auto, debitamente adattata per soddisfare le necessità di raccolta e trasmissione dei dati; 64 veicoli saranno invece forniti dalle case automobilistiche partner del progetto, e messi a disposizione per i 12 mesi necessari.

Non si tratta soltanto di elaborare informazioni come la distanza o la velocità: «Sapremo esattamente che cosa staranno facendo gli autisti, in ogni dettaglio» spiega Peter Sweatman, direttore del UMTRI.

«Sapremo quanti passeggeri ci saranno, che cosa staranno facendo, le espressioni facciali dell’autista e dove staranno guardando. Potremo vedere se invieranno messaggi, che cosa faranno con le mani e, grazie alle riprese video all’esterno del veicolo, conosceremo le condizioni del traffico».

Solo in un secondo tempo, quando la raccolta e l’analisi dei dati effettuata in questo modo, si potrà procedere a quello che secondo i ricercatori è il passaggio logico successivo: utilizzare le informazioni per creare un sistema di guida automatico completamente autonomo.

 

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