Smart Cities oltre le auto elettriche e la guida autonoma

Smart Cities, sicurezza e mobilità di prossimità: oltre le auto elettriche e la guida autonoma

Un workshop dedicato alla nuova mobilità urbana delle persone e delle merci, organizzato da Ce.S.I – Centro Studi Internazionali – e dall’Associazione NEV Mobility Europe, in collaborazione con ANSA

Fonte: Ce.S.I

 

Roma, Italia. 20 dicembre 2016 – Città sempre più inquinate, piene di traffico, con un elevato numero di incidenti e con auto e furgoni che rubano spazio alle persone. Non basta utilizzare veicoli 100% elettrici o dotati di guida autonoma. E’ necessario modificare lo stile di vita anche perché la mobilità delle persone e delle merci nei quartieri urbani sta cambiando: grazie alla tecnologia diventa sempre più ecologica, sicura e sostenibile.

Cresce l’intermodalità: meno auto personali, più bici, più car sharing, più bike sharing, più mezzi pubblici, più pooling, più APP e servizi tramite smartphone.

E aumenta la domanda di mobilità di prossimità nei quartieri soprattutto per gli spostamenti quotidiani casa/lavoro, casa/scuola, casa/metropolitana e casa/parcheggi di scambio, visto che il 53,4% dei trasferimenti urbani nazionali è al di sotto dei 5 km.

Questi e altri temi sono stati trattati durante il convegno ‘Smart Cities, sicurezza e mobilità di prossimità: oltre le auto elettriche e la guida autonoma’, organizzato dal Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali (think tank di studi internazionali con l’obiettivo di capire e di far capire ciò che accade, in tempi rapidi e nelle modalità più chiare. L’intento è di fornire chiavi di lettura che aiutino il decisore a essere nelle migliori condizioni per trarre le sue conclusioni e fare le sue scelte) e NEV Mobility Europe (l’Associazione europea, scelta dal Ce.S.I. come “advisor per la mobilità sostenibile”, che promuove e sviluppa la mobilità elettrica urbana dei distretti e dei quartieri per l’uso privato, per il lavoro, la logistica delle merci, i servizi comunali di pubblica utilità e la sharing mobility), in collaborazione con l’agenzia ANSA.

Il Prof. Andrea Margelletti – Presidente Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali ha voluto spiegare che “riguardo le Smart Cities, il focus point per il Ce.S.I. è capire quando saremo in grado di guadagnare in qualità della vita perché grazie a una migliore qualità della vita saremo in grado di avere meno criticità dal punto di vista della sicurezza. La gente vivrà meglio e, dal punto di vista politico, avremo degli elettori che saranno meno inclini ad ascoltare le voci delle sirene e maggiormente attenti a quello che succede. Tutte le nostre città hanno impianti storici, dove non possiamo permetterci di distruggere ciò che abbiamo costruito nel corso dei secoli. Ad esempio Roma, a differenza di Berlino, ha ancora impianti antichi. Questo tipo di tecnologie permettono anche di preservare le nostre città, con impatti del rumore molto inferiori con strumenti che possono entrare nei nostri quartieri. Dobbiamo usare la tecnologia per sfruttare al meglio le nostre città.”

“Dobbiamo ragionare in maniera ‘gLocal’ – sottolinea Roberto Maldacea, Executive Director di NEV Mobility Europe – con un lavoro in sinergia tra le Istituzioni e le aziende da una parte e le Amministrazioni territoriali e la cittadinanza dall’altra. Le prime dettano le regole e migliorano lo sviluppo tecnologico, mentre le seconde le rendono operative e stimolano best practices.

Nonostante l’impegno degli Enti europei e nazionali, dell’industria automobilistica e degli stakeholder, siamo molto lontani dalla soluzione dei problemi delle nostre città. NEV Mobility stima che nel 2025 i costi per la congestione e il traffico saranno da capogiro: Londra 42 miliardi euro; Roma 8,4 miliardi; Parigi 8 miliardi; Milano 3,3 miliardi. Costi che, se sommati a quelli generati dall’inquinamento, dovrebbero farci correre subito ai ripari.”

Nev Mobility Europe vuole colmare una lacuna del sistema territoriale, vuole informare, comunicare le best practices, migliorare il sistema legislativo, realizzare progetti finalizzati alla mobilità per il lavoro e per le persone, tenendo sempre ben a mente quanto sia importante lasciare l’auto personale a casa e utilizzare sistemi alternativi di mobilità integrata nei quartieri, nei distretti e nei punti nevralgici di mobilità.

I primi segnali di cambiamento si cominciano a vedere. Per ogni nuova auto immatricolata in Europa si vendono 2 biciclette e i servizi di car e bike sharing crescono costantemente, così come la domanda di trasporto pubblico. Il 33,4% delle persone è favorevole a lasciare la propria auto a casa per gli spostamenti urbani, in cambio di un miglior trasporto pubblico e di un efficace sistema di mobilità locale, di quartiere e distretto.

Anche perché, nonostante la velocità media nelle grandi città sia di soli 25 km/h, la sicurezza e l’incidentalità sono un altro grande problema. Per questo la guida autonoma e la tecnologia digitale potranno a breve dare un notevole contributo.

Una importante accelerazione del cambiamento di mobilità di prossimità è anche data dal successo dell’e-commerce e dalla costante riduzione di magazzini: la consegna delle merci in città è sempre più numerosa, frequente e caratterizzata da piccoli volumi.

Nel mondo circolano circa 1,6 milioni di auto elettriche che aumentano troppo lentamente. Esistono però anche oltre 500.000 NEV (Neighborhood Electric Vehicles), mezzi di prossimità a zero emissioni, che si muovono solo nei quartieri e nei distretti delle città, non hanno bisogno di colonnine di ricarica e contribuiscono a salvaguardare lo spazio urbano, con altissimi livelli di sostenibilità economica. Sono ancora poco conosciuti ma in costante crescita: nel 2015 in Italia ne sono stati venduti ben 2.350 a fronte solamente di circa 1.500 auto elettriche tradizionali.

“In questo momento – precisa Camillo Piazza, presidente di Class Onlus – il reale problema in Italia è, soprattutto, la mancanza di mezzi elettrici in circolazione e solo in piccola parte l’infrastruttura di ricarica. Anzi, di colonne di ricarica in bassa potenza ne abbiamo e il tasso di occupazione delle colonne è in media inferiore del 4% nell’arco della giornata. Ci vorranno ancora diversi anni per vedere un mercato maturo in Italia, ma nel frattempo occorre insistere per promuovere il settore dei veicoli elettrici di prossimità. Nel recepimento della direttiva Afid sono stati inseriti alcuni punti per sensibilizzare le PA per l’acquisto di veicoli adibiti ai servizi comunali, come ad esempio la raccolta differenziata e dei rifiuti, il trasporto dei beni di prima necessità, i mezzi adibiti alla pubblica sicurezza e alla protezione civile, ecc. Non è un caso, ad esempio, che il Comune di Milano, dal 13 febbraio 2017, proibisce la circolazione dei veicoli endotermici nell’area C dalle ore 8 alle ore 10, favorendo in questo modo, il passaggio ai veicoli elettrici di prossimità.”

Il workshop dedicato alla mobilità sostenibile è stato moderato da Stefano Polli, Vice Direttore ANSA che ha posto l’accento su come la presenza della Sen. Bonfrisco e dell’On. Gelmini è un forte segnale sull’interesse riguardo questo tema da parte delle Istituzioni politiche.

Per l’Onorevole Mariastella Gelmini, Membro della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati

“C’è una certa vitalità nel nostro Paese sul tema delle Smart Cities, sia dal punto di vista del governo che dal punto di vista locale. Questo è un tema che va inquadrato sia in un’ottica nazionale di governance dei processi ma anche in un’ottica locale. Milano è sicuramente un ottimo esempio di Smart City, ma ci sono anche altre città come Lecce, Reggio Emilia e Torino che hanno fatto moltissimo da questo punto di vista. Il punto debole è che c’è ancora un po’ di confusione su cosa siano le Smart Cities perché ci si affida al tema del digitale, alle grandi potenzialità dell’ICT, dell’innovazione tecnologica e ci si scorda che Smart City vuol dire anche Smart Communities e, quindi, vuol dire la consapevolezza, la cultura della Smart City ed è quello che manca nella nostra società. Basta entrare in un ufficio di un nostro Comune per rendersi conto che la digitalizzazione e la semplificazione dei processi è sovrastruttura, è una cosa a cui ci si affida saltuariamente, non è un modus operandi. E’ in questo che abbiamo un sacco di opportunità, prima del concetto di Smart Cities eravamo dentro una stagione nella quale vivevamo nell’abbondanza e nell’illimitatezza delle risorse. Adesso abbiamo capito che le risorse sono drammaticamente limitate e quindi occorre farne un buon uso e occorre sistematizzare le risorse che sono in nostro possesso. Abbiamo anche consapevolezza della fragilità dei sistemi urbani e penso che, giustamente, l’approccio debba essere GLocal, nel senso che da un lato c’è un’attenzione e una visione d’insieme e, dall’altro, però bisogna avere il pragmatismo per pensare non solo alla zona 1 di Milano ma anche a tutte le periferie. Questo vuol dire avere un controllo della realtà urbana e una pianificazione che poi entra nel dettaglio e diventa un qualcosa di estremamente concreto. Penso che il progetto delle Smart Cities funzioni sia per le città metropolitane che per le regioni. Penso anche che questa modalità di approccio al reale debba rivoluzionare innanzitutto la formazione degli amministratori locali. E’ vero che nel concetto di Smart City entrano le associazioni di categoria, le università, il mondo della ricerca però è indiscutibile che il pubblico abbia una grande funzione e una grande capacità di cambiare e di affermare il concetto di Smart City. Penso che sia necessaria una grande formazione rivolta agli amministratori, innanzitutto, e alla politica. Non è un problema di risorse: il punto focale è la modalità operativa, abituiamoci anche a valutare l’impatto delle risorse impiegate. E’ venuto il momento di fermarci un attimo e valutare quali sono gli effetti, misurare i risultati e l’efficacia delle risorse impiegate e cominciare ad avere un modello di Paese. Quello che oggi manca è un modello nazionale di Smart Cities e, sulla base di questo, ottimizzare l’impiego delle risorse. Dalla sinergia tra università, ricerca e mondo della politica e del governo del territorio potranno derivare grandissimi passi in avanti.”

La Senatrice Cinzia Bonfrisco, membro della Commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato è intervenuta affermando che “il tema dell’Energia è globale e centrale in un contesto dove il nostro Paese non è secondo a molti. Ci stiamo dirigendo verso il mondo dei rinnovabili che tra un po’ assorbiranno tutta la produzione di energia, il che ci proietta rapidamente in che cosa vuol dire una politica urbanistica di un tipo piuttosto che di un altro.

Milano ha molto da insegnarci e può guidarci in una traiettoria che deve vedere tutti protagonisti dell’utilizzo di tecnologie in quella digitalizzazione profonda del nostro essere umani dentro un mercato che come insegnano gli OTT attraversa in modo verticale tutti i mercati, le persone, financo un giorno, le istituzioni.

Siamo e saremo sempre più profilati, e per questo la digitalizzazione, lavorare produrre e vivere sarà il tema vero. Sogno di vedere politiche industriali e urbanistiche legate al principio per cui ogni volta che ci muoviamo e ci spostiamo produciamo dell’energia. Quindi nelle rinnovabili io vedo oltre lo sviluppo delle auto elettriche la possibilità che questa rete formidabile che deve servire a noi per la nostra qualità della vita sia una rete per la produzione di energia.”

Il Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali, con sede in Roma, è un Istituto nato nel 2004 per volontà di Andrea Margelletti che da allora svolge la funzione di Presidente. L’attività del Ce.S.I si articola e si sviluppa a partire dalle richieste di numerosi committenti, istituzionali e privati, che si rivolgono alla professionalità, all’esperienza e al vivo interesse dei suoi collaboratori per l’attualità, l’analisi e l’approfondimento delle tematiche di politica estera e di sicurezza.

Il lavoro del Ce.S.I. trova il suo apice nelle analisi che, con un costante, tempestivo e dinamico aggiornamento, forniscono informazioni e chiavi di lettura obiettive. L’attenzione è posta principalmente su prospettive spesso trascurate dai mezzi di informazione che permettano, a chi ne ha la necessità, di avere un quadro completo e approfondito degli elementi essenziali delle dinamiche in atto.( http://cesi-italia.org/ )

L’Associazione NEV Mobility Europe, con sede a Bruxelles, Milano e Roma, desidera supportare lo sviluppo della cultura della mobilità di prossimità partendo dai quartieri, dai distretti e dai punti di aggregazione come le università, i parcheggi di scambio, gli ospedali etc. Opera in stretta sinergia con la filiera che si occupa di mobilità urbana delle persone e delle merci, come le aziende che erogano elettricità, i Comuni, le municipalizzate, gli operatori della logistica etc. Si prefigge, inoltre, il compito di stimolare le leggi europee e le amministrazioni locali, di aiutare la legislazione locale, monitorare il mercato, creare, divulgare e promuovere “best practices” territoriali ma anche incrementare la sharing mobility (car & van). (www.nevmobility.eu)

Class Onlus è uno dei quattro soggetti sperimentatori dei sistemi di ricarica dei veicoli elettrici selezionati nel 2010 dall’AEEGSI e in questi anni ha istallato oltre 120 punti di ricarica presso le catene di distribuzione delle merci. Ha promosso, insieme ad Enel, A2A e Hera la “carta di Arese” piattaforma nazionale per l’infrastruttura di ricarica e organizza ogni anno il raduno dei possessori di mezzi elettrici e rEvolution Electric Drive Days, l’unica manifestazione fieristica dedicata al mercato dei veicoli elettrici (www.classonlus.itwww.greenlandmobility.it)

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