Arrivano sulle nostre strade i primi veicoli pesanti ad accumulatori
L’azienda lombarda investe sulle nuove tecnologie nella mobilità e schiera la prima flotta italiana di autocarri a propulsione elettrica
Se le Amministrazioni locali lo vorranno, il trasporto merci potrà diventare ecocompatibile anche nei centri urbani e nelle ZTL
Fonte: Niinivirta Transport SpA
Lainate (MI). Italia. 17 Ottobre 2016. Anche gli autocarri vanno con l’elettricità. In molte città europee e nel mondo, le consegne nei centri urbani e la movimentazione delle merci già avvengono con questa tipologia di veicoli, sfruttando le tecnologie più avanzate negli accumulatori e l’efficienza degli innovativi motori di ultima generazione.
Anche in Italia circolano già alcune centinaia di furgoni e veicoli utilitari a propulsione elettrica, ma sul fronte del trasporto pesante, è la società Niinivirta Transport SpA (www.niinivirta.it) di Tribiano (MI) a giocare un ruolo innovatore e apripista.
Questa azienda di trasporti e logistica, fondata trent’anni fa dall’Amministratore Delegato Paolo Ferraresi, ha iniziato nel 2014 a operare con i primi autocarri elettrici di grandi dimensioni.
I veicoli che Niinivirta sta schierando gradualmente nel nostro Paese sono infatti “autocarri” nel vero senso della parola: pesanti 10 – 11 tonnellate e lunghi otto – nove metri non hanno nulla a che vedere con veicoli di dimensioni minori, più agili e un po’ meno ingombranti ma che tuttavia, rispetto agli autocarri di Niinivirta, trasportano un carico utile estremamente minore.
“La decisione di elettrificare gradualmente la flotta destinata al delivering urbano – spiega Paolo Ferraresi – nasce anche dalla necessità di contenere le ore di movimentazione del veicolo e il numero delle unità in servizio: il carico di un solo nostro camion equivale, in pratica, a quello di quattro o cinque furgoni”.
I mezzi che Niinivirta impiega a Milano, Firenze e in Finlandia, a cui se ne aggiungeranno presto altri a Roma ed in altre città, rappresentano lo stato dell’arte dell’industria del settore. Pochi costruttori, per ora, sono in grado di offrire veicoli simili: per rinnovare la propria flotta Niinivirta si è così rivolta all’inglese Smith ed all’olandese Emoss. A utilizzare i mezzi schierati a Milano sono, in particolare, i grandi nomi della moda: affidandosi a dei veicoli a “impatto ambientale zero” per la consegna dei propri prodotti, hanno rafforzato in modo esplicito la loro attenzione verso i temi ambientali.
Un biglietto da visita che rimanda alla stessa etica di cui è portatrice Niinivirta, prima in Italia ad adottare concretamente una politica “green” nel trasporto merci e nella logistica urbana, in ossequio alle prassi e alle logiche in uso in Scandinavia, da sempre in prima linea nelle iniziative finalizzate a promuovere il rispetto per l’ambiente.
Il nome stesso di questa società italiana al 100% – Niinivirta è un cognome finlandese – è stato scelto da Paolo Ferraresi proprio per sottolineare fin dal primo impatto l’adesione a metodologie e prassi caratteristiche dei paesi del Nord Europa. Dove l’ecologia è determinante in tutte le scelte.
Paolo Ferraresi, Amministratore Delegato Niinivirta Transport SpA
“Ci stiamo drasticamente indirizzando verso una mobilità ecocompatibile nella logistica – puntualizza Paolo Ferraresi – e lo facciamo anticipando a oggi la direzione obbligata che tutti dovranno percorrere domani. La graduale conversione ai veicoli a propulsione elettrica – già in atto in molte città europee – richiederà, inevitabilmente, molti anni: siamo stati i primi a voler percorrere questa strada, perché fermamente convinti dei benefici di medio e lungo periodo di questa conversione”.
Nella scelta “green” Niinivirta ha escluso il ricorso a soluzioni basate su motorizzazioni ibride: più gestibili nelle lunghe percorrenze, ma comunque più inquinanti rispetto alle motorizzazioni “full electric”. Una scelta che, comunque, ha il suo prezzo: un autocarro elettrico costa infatti circa 150 mila Euro in più dell’equivalente versione diesel. A fronte di tale consistente investimento finanziario è tuttavia possibile, in pochi anni, recuperare l’extracosto in modo graduale e costante, grazie al minor costo dell’energia elettrica rispetto a quello del gasolio.
Sono poi abbattuti all’origine e fin da subito i costi sociali derivati dalla rumorosità e dalle emissioni inquinanti, quantificabili severamente in termini di dannosità ambientale e per la salute.
“Nel giro di un anno – spiega Ferraresi – i due autocarri hanno ridotto le emissioni di alcuni quintali di PM10 (le terribili polvere sottili), e di qualche tonnellata di CO2”.
La promozione e lo sviluppo della mobilità elettrica non possono tuttavia prescindere dal coinvolgimento delle Amministrazioni Locali, impegnate ad agevolare l’uso dei veicoli a “impatto zero” consentendone, per esempio, l’impiego nei centri storici e, in generale, nelle zone a traffico limitato o dovunque esistano forme di accesso condizionato. A causa invece delle loro dimensioni i mezzi di Niinivirta, benché non inquinanti, sono invece penalizzati da alcuni comuni (come accade a Milano), che non consentono ancora agli autocarri elettrici di accedere liberamente alle aree centrali.
“Per entrare nell’Area C di Milano, siamo pertanto paradossalmente costretti a richiedere al Comune onerose autorizzazioni” – dice Paolo Ferraresi. “La nostra speranza è che la burocrazia, in questo come in altri casi, sappia vedere oltre le dimensioni dei mezzi (di poco superiore alla soglia limite di 7,5 metri) e introduca anche per essi quelle premialità che potranno fungere da incentivo per una sempre maggior diffusione di questa categoria di veicoli”.
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