Mantova città meno inquinata

Ambiente: Mantova città meno inquinata d’Italia
Fonte: La Nuova Ecologia

Roma. Italia. 21 novembre 2005. “Ecosistema Urbano 2006”, il rapporto annuale sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia realizzato da Legambiente e “Il Sole 24 Ore”, ha sancito il primato di Mantova come città meno inquinata d’Italia. In coda alla classifica Vibo Valentia ed un folto gruppo di città meridionali: Catania, Nuoro, Enna,

Trapani, Messina, Reggio Calabria, Isernia, Agrigento e Oristano (la prima città meridionale, Matera, è solo ventiquattresima).

Della top ten fanno parte anche due città piemontesi (Verbania e Cuneo, rispettivamente quinta e ottava), Bolzano (seconda), Trento  (terza), La Spezia (settima) e Ferrara (nona). Dal report ambientale, giunto alla dodicesima pubblicazione, emergono dei trend positivi, sebbene preoccupi l’empasse organizzativa dei grandi centri urbani sul versante del traffico.

Malgrado il grande numero di misure-tampone (targhe alterne, blocchi estemporanei della circolazione, stop limitati alle auto non catalizzate e ai vecchi diesel) nella metà dei capoluoghi italiani si sono registrati, durante il 2004, più superamenti dei limiti di concentrazione delle polveri sottili del consentito.

Si riacutizza il distacco tra comuni grandi e medio-piccoli soprattutto a causa della mobilità: Palermo è ottantaseiesima sui centotre capoluoghi di provincia, Milano è ottantaduesima, Napoli settantacinquesima, Torino settantatreesima, Genova settantesima, Roma sessantottesima. Stabili e in alcuni casi in peggioramento i livelli di smog, il trasporto pubblico perde in un anno il 4% di passeggeri e più del 90% del calo complessivo di utenti riguarda quattro grandi città: Torino, Firenze, Roma, Napoli. L’inquinante più problematico resta il PM 10 (nel 60% dei casi le città che monitorano le polveri sottili registrano valori fuori dalla norma).

All’Italia va anche il triste primato europeo della densità automobilistica, con sessantatre autovetture ogni cento abitanti (compresi i neonati e gli ultraottantenni). In aumento i consumi di carburante (+1%), malgrado il caro petrolio e la crisi dei consumi, in calo gli utenti di bus e metro (-4% la media nazionale, con picchi molto più alti nelle grandi città).

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