“Il futuro è elettrico, aspettiamo le batterie”

Jürgen Leohold responsabile ricerca VolkswagenH O M E Veicoli

Jürgen Leohold responsabile ricerca Volkswagen

Il futuro è elettrico, ma sbrighiamoci con ‘ste batterie

Fonte: Autoambiente

20 Giugno 2011. Centoundici anni fa Ferdinand Porsche presentò a Parigi un’auto con batterie da 24 kWh, motori integrati nelle ruote e 50 km di autonomia.

“Non era molto diverso da oggi. Abbiamo bisogno di molto di più perché l’elettromobilità possa affermarsi sul mercato”. Parole di Jürgen Leohold, responsabile della ricerca del Gruppo Volkswagen.

Le ha pronunciate l’8 giugno al Quarto Simposio sullo Stoccaggio di Energia, dal titolo: “Oltre il litio-ioni” che si è svolto a Richland, nello stato di Washington (Nord-Ovest degli Stati Uniti), organizzato dal Pacific Northwest National Laboratory.

“Che cos’è cambiato? Essenzialmente, ciò che ha cambiato il mercato è stato l’arrivo delle batterie al litio-ioni, mettendo a disposizione una densità di energia che permette di costruire auto elettriche decenti…a metà”, ha aggiunto Leohold.

Il quale peraltro è convinto che la rivoluzione dell’elettromobilità sia inevitabile, dati i tre problemi di base da risolvere: i cambiamenti climatici e l’inquinamento; l’urbanizzazione e lo sviluppo di megalopoli; la carenza di carburanti di origine fossile.

“Per un industria come la nostra, i cui prodotti dipendono per oltre il 90% da derivati del petrolio, la situazione è molto critica”, ha spiegato l’esponente Volkswagen. “Siamo fortemente convinti di dover avviare un cambiamento. E qualunque cambiamento nei sistemi propulsivi richiede molto tempo, quindi dobbiamo iniziare adesso a risolvere questi problemi”.

 

Attenzione alle sorgenti di energia

Leohold ha citato l’obiettivo di ridurre del 95% le emissioni di CO2 nei Paesi più industrializzati entro il 2050 allo scopo di limitare a 2 °C il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra. Un traguardo certamente non raggiungibile, ha rimarcato, con lo sviluppo delle tecnologie automobilistiche attuali o il ricorso a nuovi tipi di carburante.

È obbligatorio, quindi, il ricorso a tecnologie “pulite”, come appunto l’elettrificazione dei veicoli, ricordando però che l’introduzione di queste nuove forme di mobilità “non può essere separata dalla questione dell’origine dell’energia utilizzata”, auspicando che l’auto elettrica sia ricaricata utilizzando soltanto fonti rinnovabili. Altrimenti, aggiunge, l’auto elettrica non presenta vantaggi sul piano delle emissioni di CO2 rispetto a un’auto convenzionale dai consumi “ottimizzati”. Molti recenti studi sembrano contraddire questa tesi lasciando in vantaggio in ogni caso l’auto elettrica.

In realtà queste analisi si riferiscono ai motori termici attuali, mentre il confronto di cui parla Jürgen Leohold è con le future – e più efficienti – generazioni di propulsori convenzionali. Strada, questa, che costituisce, secondo Volkswagen, una necessaria tappa intermedia verso l’elettrificazione del parco veicolare mondiale.

Una rivoluzione in tre passi

Leohold ha spiegato che, secondo Volkswagen, la rivoluzione dell’elettromobilità sarà raggiunta con tre passi intermedi. Il primo è quello appena citato del miglioramento delle tecnologie convenzionali: l’approccio più rapido ed efficace per contenere i consumi, benché limitato nei risultati ottenibili. Quindi si prevede il ricorso a carburanti quasi “neutri” sul piano della produzione di CO2, come i biocarburanti.

Una soluzione che notoriamente presenta diverse controindicazioni e quindi da sola non può risolvere il problema: secondo Volkswagen i biocarburanti potenzialmente potranno soddisfare il 10-20% dei consumi dei veicoli su scala globale.

“Non molto, ma è già qualcosa”, ha commentato Leohold.

Il terzo passo è appunto quello delle tecnologie del tutto nuove di cui fa parte l’elettrificazione. Ma l’assenza ad oggi di batterie che consentano un’autonomia paragonabile a quella di un’auto convenzionale spingerà inizialmente verso la soluzione intermedia dell’auto ibrida.

La batteria, ostacolo da abbattere

Il responsabile ricerca del Gruppo di Wolfsburg ritiene che, propulsione a parte, l’evoluzione tecnica del veicolo sarà del tutto insufficiente a compensare gli handicap di autonomia della attuali batterie al litio-ioni. Un alleggerimento di 100 kg comporta per un’auto elettrica un’autonomia incrementata solo del 3,5%, ha spiegato per dare un’idea della questione.

Oggi, ha aggiunto, l’autonomia teorica di 150 km circa può ridursi a soli 80 km in condizioni climatiche o di uso sfavorevoli. Una limitazione che qualcuno, in particolare utenti di seconde auto, può già ritenere accettabile, ma non la totalità degli automobilisti mondiali. Volkswagen ha fiducia nel fatto che “entro la fine del decennio” saranno disponibili batterie al litio ioni con capacità di 200 Wh/kg o poco più rispetto ai 120 Wh/kg attuali. Limite, quest’ultimo, oggi toccato dalla sola supersportiva Tesla Roadster , mentre Nissan Leaf e la city car Mitsubishi i-Miev con le sorelline Peugeot e Citröen sono attestate sugli 80 Wh/kg.

Un miglioramento, quello annunciato entro il 2020, che permetterà di raggiungere circa 250 km di autonomia, ma che sarà ancora insufficiente per completare la rivoluzione elettrica. Si dovranno quindi attendere tecnologie più avanzate per le batterie perché l’auto elettrica diventi un prodotto di massa. La promessa di 400-600 Wh/kg è già interessante ma un’auto elettrica “decente”, secondo Leohold, richiede di arrivare addirittura a 1000 Wh/kg.

Tesi indirettamente confermata, aggiungiamo noi, dall’interesse di aziende come Toyota, che già nel 2008 ha attivato un gruppo di lavoro per studiare soluzioni più efficaci del litio-ioni, e di Ibm. Il gigante dell’informatica è interessato a produrre e commercializzare brevetti su batterie di nuova generazione e sembra puntare, come la stessa Toyota, sul litio-aria. Tecnologia, questa, che oggi è l’unica a promettere, in un futuro non si sa quanto prossimo, di raggiungere (se non superare) il limite indicato da Leohold.

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