Una Chevy Volt brucia in garage

Un vigile del fuoco dice che l’incendio nel garage non è partito dalla Chevy Volt

Fonte: Green Car Report

14 novembre 2011. Le conclusioni preliminari delle indagini su un incendio domestico a Mooresville, North Carolina, che ha distrutto una Chevrolet Volt indicano che l’incendio non è stato avviato nel veicolo, ma altrove, e si è propagato fino a inghiottire la macchina elettrica.

Garland Cloer, vicecomandante dei vigili del fuoco della contea di Iredell, ha detto a Green Car Reports in un’intervista esclusiva che, “l’innesco sembra essere al di fuori della zona in cui si trovavano i veicoli.”

Conclusioni preliminari
Cloer ha notato che la sua conclusione è solamente alla fase preliminare, ma ha osservato che la sua valutazione è stata condivisa da “alcuni degli altri investigatori” sulla scena, tra i quali rappresentanti di Nissan, Chevrolet, Siemens, Duke Energy e la compagnia di assicurazione del proprietario dell’abitazione.

La Chevrolet Volt 2011 era collegata a una stazione di ricarica a 240 Volt Siemens nel garage al momento dell’incendio. I media hanno fatto un gran parlare sulla possibilità che le auto elettriche ad autonomia estesa o il loro sistema di ricarica possano dare problemi.

Due auto e molto altro
L’incendio del North Carolina ha iniziato nel garage a tre vani della casa di Cades Cove Lane a Mooresville. La Volt era nella prima campata, una Nissan Armada 2007 full-size SUV nella seconda e nella terza vi era una collezione di oggetti vari. Questi oggetti comprendevano le automobiline plug-in elettriche dei bambini, vari oggetti domestici, benzina e altri materiali pericolosi.

Le notevoli dimensioni del garage si accordano a quelle della casa da 1,5 milioni dollari, per un totale di 5.700 metri quadrati, secondo Cloer. Fonti locali hanno stimato il danno totale alla casa e al garage sugli 800.000 $.

Il fuoco si propaga ai veicoli
“Gli incendi seguono certi schemi”, ha detto Cloer, spesso si propagano secondo un “modello a forma di V che si estende dal punto di origine” che può essere determinato dai punti in cui le fiamme hanno bruciato più intensamente.
Il modello di fuoco visto in questo caso “sembra aver raggiunto i veicoli” provenendo da qualche altra parte nel garage, ha detto Cloer, il che indicherebbe che né la Volt né l’Armada erano la fonte di accensione.

Una stanza collassa sopra il garage
L’incendio era scoppiato domenica 30 ottobre, ma dopo che è stato estinto e la scena messa in sicurezza, alla squadra della contea sono serviti diversi giorni per valutare l’edificio e rimuovere i detriti per raggiungere il piano terra del garage.

La struttura comprendeva non solo le tre campate, ma una “stanza bonus” con abbaini di cui sopra. Il pavimento di quel piano era crollato nel garage, ha detto Cloer, cosa che ha richiesto un lungo lavoro di taglio e rimozione dopo che era stato ispezionato e considerato non pertinente alle indagini. Dopo di che, anche la parete anteriore ormai instabile dovette essere rimossa prima che i diversi tecnici potessero tranquillamente accedere al piano terra dell’ex garage.

Rilievi e analisi accurati delle tre campate sono potuti iniziare concretamente lo scorso martedì con GM e Siemens sul campo. Un rappresentante Nissan è arrivato mercoledì.

La Chevy Volt non era sventrata
Dopo che la Chevrolet Volt era stata stabilizzata e rimossa dai tecnici GM, il team ha ispezionato il danno alla vettura.
Nel guardare i veicoli che si sono incendiati, Cloer ha detto, “i sedili, i tappeti e anche tubi in gomma, di solito non rimangono intatti”, quando un incendio si sviluppa all’interno di un auto. Ma quello era ciò che hanno trovato nella Volt, insieme a un modello che ha suggerito che il fuoco si sia diffuso dalla parte anteriore a quella posteriore della vettura.

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