Francia: uno studio sulla transizione all’elettrico

L’inquinamento prodotto in Francia dai veicoli a batteria nel loro intero ciclo di vita è dalle due alle tre volte inferiore a quello prodotto dai veicoli diesel e a benzina.

L’impronta inquinante potrà inoltre essere drasticamente ridotta entro il 2030 se la Francia alzerà i target di produzione di energia alternativa attualmente previsti dalla legge sulla transizione energetica, impegnandosi a uno scenario al 100% rinnovabile. 

È quanto emerge dallo studio The electric vehicle in the ecological transition in France sull’impatto ambientale dei veicoli elettrici condotto dall’European Climate Foundation e dalla Fondation pour la Nature et pour l’Homme, con la partecipazione di Avere-France, Ademe, Cler, Climate Action Network France, WWF, nonché dei produttori di batterie Saft e RTE del Gruppo Renault.

Il Clean Mobility Package, presentato dalla Commissione Europea nel novembre scorso, ha riconosciuto il ruolo che i veicoli elettrici giocheranno nel raggiungimento degli obiettivi comunitari.

Una fiducia confermata dallo studio appena presentato, che certifica la bontà della via elettrica anche prendendo in considerazione la produzione delle batterie.

Una fase che da sola è responsabile del 40% delle emissioni di gas serra di un veicolo elettrico. Per questo, ridurre l’impatto ambientale delle batterie potrà giocare un ruolo chiave nella decarbonizzazione del settore dei trasporti e nel raggiungimento degli obiettivi di Parigi.

Migliorare l’efficienza energetica delle attività produttive e attenuare le ricadute ambientali dell’estrazione dei minerali, così come promuovere lo sviluppo di batterie sostenibili  per efficienza, peso e utilizzo, e incentivare il riciclo, dovrebbero ridurre l’impatto ambientale dei veicoli del 20-25% entro il 2030. 

L’affermazione della e-mobility avrà inoltre avere ricadute positive sul sistema elettrico francese, offrendo ulteriori vantaggi ambientali, accelerando l’impiego delle rinnovabili e assicurando migliore stabilità alla rete.

Se la tecnologia vehicle-to-grid (V2G) verrà sfruttata dagli 1,3 milioni di veicoli che si stima rappresenteranno il parco elettrico francese nel 2030, il potenziale risultante equivarrebbe a 45 GWh: anche solo il 10% basterebbe a coprire il fabbisogno energetico nazionale mediamente impiegato tra le 18 e le 20 di un giorno invernale.

Oltre al V2G, anche il riciclo delle batterie darà frutti importanti.

Quando una batteria perde un quarto della sua capacità iniziale (dopo una decina di anni di utilizzo), può essere ricondizionata e usata come accumulatore di energia rinnovabile, che verrebbe quindi immagazzinata se in eccesso o reimmessa nella rete quando la domanda è alta.

Se tutte le batterie che entreranno sul mercato francese nel 2020 percorreranno questo iter, nel 2030 sarà tecnicamente disponibile un potenziale di 8 TWh, aumentando a 37 TWh nel 2040 (a condizione che vi sia abbastanza energia rinnovabile da immagazzinare).

 

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