Si rischia di perdere la rotta tra l’auto elettriche e l’intelligenza artificiale?

Marco Loglio
Marco Loglio

Quando abbiamo guidato la Hyundai Ioniq elettrica e abbiamo visto il consumo di meno di 10kWh per 100 km abbiamo pensato in redazione di fare un articolo su questo aspetto.

Noi di Electric Motor News lavoriamo in piena sintonia e senza programmare nulla, l’articolo è arrivato da Shenzhen, in Cina, dal nostro collaboratore Marco Loglio.

Hyundai Ioniq
Hyundai Ioniq elettrica

Si parla di intelligenza artificiale, ma soprattutto si parla dei prodotti “elettrici” attuali che seguono di più i dettami dei dipartimenti di marketing che quelli della necessità di ridurre consumo e inquinamento, come per la verità è sempre successo nel mondo dell’auto.

Ecco l’articolo di Marco Loglio che abbiamo il piacere di pubblicare interamente… (Marco Loglio ha fondato verso la fine degli anni ’80 la Torpedo, omologando diversi modelli di vetture rigorosamente elettriche, tra cui la Marbella. Da anni a Shenzhen, in Cina, è consulente aziendale nel settore batterie e ottimizzazioni di veicoli elettrici, nonché collaboratore di Electric Motor News).

Marcelo Padin

Direttore Editoriale Electric Motor News

Intelligenza artificiale o efficienza del veicolo. Dove indirizzare gli investimenti per una mobilità sostenibile

Può sembrare una questione filosofica ma invece sarà la principale questione tecnologica che i fabbricanti di veicoli innovativi dovranno affrontare nei prossimi anni.

Per la verità i due processi innovativi non sono per nulla in contrasto ed anzi si dovrebbero integrare l’uno con l’altro, ma quello che oggi succede è che tutti i produttori di auto elettriche, specialmente in Asia, sono unicamente concentrati nella guida autonoma, dimenticando completamente il problema dell’efficienza e soprattutto dei consumi di energia, che invece dovrebbero essere al primo posto nella sensibilità di chi offre una visione dei trasporti nell’immediato futuro.

Marco Loglio
Marco Loglio

Qui in Cina sono sorte più di 400 nuove start up di veicoli elettrici, tutte orientate a fonire un tipo di vettura che poco ha a che vedere con il risparmio energetico, in stragrande maggioranza grossi SUV dal peso di circa 2000 Kg, con motorizzazioni elettriche tradizionali ovvero motori collegati a differenziali e semiassi, ruote a larga sezione, scarsa efficienza aerodinamica, enormi pacchi batterie, dal considerevole peso e che solo ben raramente saranno sfruttati dall’utente.

Le stesse start up, come del resto i produttori già affermati, puntano tutta la ricerca e gli investimenti sulle varie fasi della guida autonoma, pensando che la leadership tecnologica si giocherà su chi per primo potrà offrire un’auto completamente indipendente dal guidatore.

A mio parere questa gara alla guida autonoma non ha ragion d’essere, l’intelligenza artificiale ben poco può apportare in termini di riduzioni di inquinanti del veicolo, che invece risulta essere il vero problema per il nostro futuro.

Quello di cui il mondo ha bisogno, e la ragione per cui le auto elettriche sono tornate a essere presenti nel mercato, è principalmente il punto della riduzione delle emissioni di CO2 e della lotta ai cambiamenti climatici. Se non si torna all’origine del concetto di auto elettrica si rischia di perdere l’orientamento del futuro. Auto elettrica in generale poteva andare bene 30 anni fa, ma oggi quello che si richiede non è solo minori emissioni allo scarico, ma minor uso di energia fossile in generale. Visto che i veicoli generano il 55% del CO2 globale, la direzione deve essere quella di una incentivazione di vetture a basso impatto ambientale che prevedano tutte le possibili applicazioni di tecnologie che danno maggiore efficienza al veicolo.

Vetture solari, di peso limitato, con pneumatici a sezione minima, con batterie intercambiabili dovrebbero essere al primo posto nella graduatoria dei veicoli da incentivare, mentre non solo i veicoli a combustione interna dovrebbero essere immediatamente messi fuori mercato, ma anche tra gli stessi veicoli elettrici dovrebbe essere fatta una seria distinzione . Le vetture con un consumo inferiore di 10 Kw/h per 100 km dovrebbero essere le uniche a ricevere incentivi, crescenti se il risparmio di energia è ancora inferiore.

Qui si dovrebbe concentrare la ricerca e gli investimenti se veramente vogliamo raggiungere nel 2050 una crescita zero delle emissioni di carbonio.

Per chi è giustamente preoccupato di una spropositata produzione di batterie al litio, bisognerà trovare la migliore utilizazione delle stesse in diversi contesti in modo di minimizzare la produzione ed avere pacchi batterie removibili ed utilizzabili in diversi contesti, sia nelle abitazioni come accumulo di energia sia in diversi tipi di veicoli.

Voglio infine ricordare al lettore che stiamo parlando di cose che già oggi si potrebbero fare con uno sforzo produttivo e di capitali molto inferiore da quello richiesto dalla intelligenza artificiale che oltrettutto, sempre parlando di filosofia, comporta problemi non indifferenti quali la nostra libertà personale, la nostra sicurezza ed anche il nostro lavoro.

Marco Loglio

Shenzhen – Cina

1 Comment

  1. Buongiorno e buon anno,

    ho letto l’articolo del Dott. Marco Loglio e devo dissentire sull’affermazione “l’intelligenza artificiale ben poco può apportare in termini di riduzioni di inquinanti del veicolo” in quanto è stato dimostrato nella ricerca Light Traffic del Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) che attraverso la comunicazione istantanea tra i veicoli per mezzo dell’intelligenza artificiale è possibile regolare il flusso delle auto in un incrocio senza collisioni, attraverso il metodo slot-based utilizzato nel traffico aereo. Ad ogni veicolo è assegnato in automatico, uno slot di spazio temporale per attraversare l’incrocio senza fermarsi in pratica un sistema d’incroci slot-based in grado di evitare code, congestioni del traffico, perdita di tempo, consumi ed emissioni inquinanti.

    http://senseable.mit.edu/light-traffic/

    Il Dott. Loglio ha perfettamente ragione ad evidenziare un problema legato all’elettrico, quando afferma: “Qui in Cina sono sorte più di 400 nuove start up di veicoli elettrici, tutte orientate a fonire un tipo di vettura che poco ha a che vedere con il risparmio energetico, in stragrande maggioranza grossi SUV dal peso di circa 2000 Kg, con motorizzazioni elettriche tradizionali ovvero motori collegati a differenziali e semiassi, ruote a larga sezione…”.

    Da anni nell’industria automotive è stata evidenziata la necessità di determinare alleanze e merger per formare gruppi industriali sempre più importanti e realizzare megafabbriche specializzate nella produzione di componenti e sistemi da adottare in ogni brand per ogni modello.

    Oggi quest’industria sta cambiando i propri paradigmi tecnologici (elettrificazione, digitalizzazione, guida assistita) e con l’elettrificazione una semplificazione e una riduzione dei costi del prodotto. Non è più necessario produrre vetture, è possibile assemblarle per componenti e addirittura per sistemi come le piattaforme, come quelle prodotte dall’austriaca Benteler per l’elettrico, comprendi tutto, tranne le batterie.

    Il comprendere tutto, vuol dire avere il motore elettrico, l’elettronica di potenza e la trasmissione progettati integralmente in una sola unità che agisce direttamente sull’asse motrice del veicolo.

    Bosch ad esempio, ha studiato eAxle, una soluzione che mette insieme tutti e tre i generi di prodotto, una soluzione che aiuta a rendere le unità elettriche sempre più integrate, più economiche nella produzione perché hanno meno pezzi per componente e più efficienti. Powertrain che possono essere montate sugli assi anteriore o posteriore con potenze erogate e coppie motrici variabili per valori compreso tra 50 e 300 kW e dimensionalmente adatte ad essere installate su autovetture di vari segmenti, Suv e veicoli commerciali. In pratica siamo di fronte ad una base, una skate car a cui manca solo l’abitacolo, una volta selezionate le batterie.

    Questa offerta di sistemi favorisce a mio avviso i carmaker green, anche industrialmente piccoli, in quanto potranno realizzare i propri veicoli liberi dai vincoli produttivi della componentistica e dei sistemi. Presto si avrà la possibilità di cambiare carrozzerie a partire dalla piattaforma con powertrain e batterie stabilite per riconfigurare la vettura. In pratica stiamo tornando ai tempi in cui GM presentò AUTOnomy, la piattaforma sportiva alimentata a idrogeno e dotata di tecnologie oggi non ancora presenti su larga scala come i comandi senza fili drive-by-wire per lo sterzo e una meccanica modulare estremamente flessibile.

    Condivido pienamente l’esigenza di finanziare la ricerca di sviluppo delle vetture elettriche solari dopo i risultati tecnologici ottenuti nel World Solar Challenge e nell’American Solar Challenge e dalla vettura solare italiana Emilia 4 che è l’emblema della ricerca delle prestazioni nell’efficienza, della leggerezza nella resistenza e della miglior forma dell’aerodinamica. 

    Una ricerca attualissima, finalizzata alla realizzazione delle auto solari elettriche come questo progetto dell’Universita’ di Bologna che ha vinto lo scorso anno con Emilia 4, l’American Solar Challenge, 2700 chilometri attraverso le Montagne Rocciose, dal Nebraska all’Oregon ripercorrendo l’Oregon trail, il primo percorso che, nell’800, consentiva alle carovane di raggiungere il Pacifico via terra, una gara estrema sotto ogni punto di vista. Un risultato importante perché Emilia 4 è in grado di trasportare quattro persone alla velocità massima di 110 chilometri orari con un’efficienza energetica straordinaria.

    Intanto attendiamo fiduciosi le innovazioni previste alle batterie con elettrolita allo stato solido o struttura atomica in nanotubi di grafene, consapevoli che siamo già in una nuova era, quella dei computer quantistici, per simulare le molecole per lo sviluppo di batterie ad alto rendimento: molecole litio-idrogeno e catene del carbonio. Una ricerca fondata sull’elaborazione di nuovi algoritmi con i quali si potrà ridurre peso ed ingombri e aumentare la densità delle celle.

    Le tecnologie della nuova economia dei trasporti sono: l’intelligenza artificiale e il quantum computing. Tecnologie che consentono di digitalizzare l’intero processo di lavoro, rendendolo più semplice, sicuro ed efficiente, adatto a supportare immediatamente le nuove richieste.

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