Chevrolet Sequel a fuel cell

Chevrolet Sequel, la prima auto a idrogeno capace di percorrere 480 chilometri con un pieno in condizioni di guida reali.

Cosa. Autonomia a idrogeno pari a quella di un’auto a benzina

Tarrytown. USA. 27 agosto 2007. Uno dei principali obiettivi nello sviluppo di sistemi a idrogeno per auto è quello di garantire prestazioni, in termini di autonomia, paragonabili a quelle dei modelli attualmente sul mercato. Questo significa poter raggiungere percorrenze, con un singolo “pieno” di combustibile, dell’ordine dei 450 – 500 chilometri.
Le 300 miglia (pari a circa 480 chilometri) percorse dalla Chevrolet Sequel lungo le strade urbane ed extra-urbane dello Stato di New York, partendo dal centro di ricerca e sviluppo Fuel Cell Activity Center di Honeoye Falls, hanno dimostrato che le attuali soluzioni tecnologiche a disposizione dei ricercatori e dei tecnici General Motors sono in grado di raggiungere l’obiettivo.

La Chevrolet Sequel entra così nei libri di storia dell’automobile, essendo la prima auto che grazie alla sua tecnologia avanzata è in grado di percorrere su strada ed in normali condizioni di traffico una distanza adeguata alle attuali abitudini di guida tra un rifornimento e l’altro, pur essendo un’auto che, grazie all’idrogeno ed alle celle a combustibile, non emette affatto sostanze inquinanti dal tubo di scarico.

Come. L’auto tecnologicamente più avanzata al mondo

La Chevrolet Sequel è l’unica auto al mondo ad avere un sistema di propulsione alimentato a idrogeno con celle a combustibile, tecnologia “by wire” per sterzo e freni, trazione elettrica assicurata da un motore elettrico sull’asse anteriore e due motori elettrici integrati direttamente sulle ruote posteriori, batterie agli ioni di litio e struttura in alluminio.

Grazie alla sua progettazione nata interamente dalla volontà di mostrare come sia possibile “reinventare l’automobile” attorno alle tecnologie più promettenti per il futuro delle quattro ruote, come l’alimentazione a idrogeno con celle a combustibile ed i sistemi “by wire” che permettono di evitare completamente i collegamenti meccanici tra i vari organi in movimento e l’abitacolo, la Chevrolet Sequel può integrare nel suo pianale serbatoi di idrogeno compressa alla pressione di 700 bar sufficienti a garantire l’autonomia record appena realizzata. Può inoltre offrire prestazioni in termini di accelerazione, velocità e guidabilità di assoluta eccellenza, raggiunte grazie alla peculiarità di essere un’auto “nata per essere a idrogeno” e non realizzata a partire da un modello, un telaio o semplicemente un’architettura di bordo preesistenti.

La tecnologia del futuro diventa fruibile nel presente, grazie alla Sequel, proprio perchè pensata, progettata e realizzata in maniera completamente nuova. La necessità di avere spazio per la sistemazione dei serbatoi di accumulo ad alta pressione diventa così una caratteristica iniziale del progetto, e il loro posizionamento integrato nel pianale è la logica conseguenza della ridistribuzione di altri componenti in zone “inedite” dell’automobile, arrivando fino all’integrazione di due motori elettrici di trazione direttamente nelle ruote posteriori.

Perchè. Niente emissioni, nessun consumo di risorse fossili ed una guida senza rinunce

La Chevrolet Sequel non ha realizzato il suo record di percorrenza “semplicemente” con un pieno di idrogeno. L’idrogeno utilizzato dalla GM per il viaggio di 480 chilometri sulle strade dello Stato di New York viene prodotto grazie all’energia idroelettrica resa disponibile dagli impianti del complesso delle vicine Cascate del Niagara. L’energia dell’acqua, utilizzata per produrre dall’acqua stessa idrogeno puro (grazie alla scissione per elettrolisi di idrogeno e ossigeno che ne costituiscono ogni singola molecola), viene perciò convertita dalla sequel nello spostamento dei suoi passeggeri.

Realizzando quello che per la GM e per i maggiori gruppi scientifici del pianeta è il miglior sistema energetico possibile. Un sistema che nel suo complesso non emette affatto anidride carbonica in atmosfera, non libero alcun inquinante allo scarico dell’auto e non ha bisogno di petrolio o altri combustibili fossili per essere alimentato.
La tecnologia della Chevrolet Sequel riesce a portare questo modello energetico fuori dai laboratori di ricerca ed a rendere l’auto che lo realizza assolutamente adeguata alle normali abitudini di guida, anche in termini di autonomia di marcia.

E in Italia? L’autonomia di marcia percepita come essenziale pere il successo di nuove soluzioni

In Italia, come nel resto d’Europa, la diffusione di motorizzazioni Diesel spesso caratterizzate da autonomie molto elevate ha progressivamente abituato gli automobilisti a poter contare su necessità di rifornimento di carburante sempre più “rarefatte”. L’autonomia di marcia realizzabile con un pieno, benchè teoricamente poco importante nell’utilizzo quotidiano dell’auto nella grandissima maggioranza dei casi, specialmente in città, viene percepita come una condizione irrinunciabile per l’accettazione di tecnologie e soluzioni di trazione o di alimentazione alternative.
Il risultato ottenuto dalla Chevrolet Sequel permette perciò di richiamare con grande concretezza l’attenzione dei futuri clienti sulle tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile. Il “nuovo” non impone rinunce o cambiamenti di abitudine in negativo, ma aggiunge contenuti positivi a comportamenti comunemente considerati desiderabili. Muoversi in libertà grazie all’automobile, non soltanto senza inquinare ma anche potendo contare sulla tranquillità di un “pieno” capace di soddisfare le richieste in termini di autonomia.

 

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