19 giugno 2017. Grazie alla mediazione di Luca Apollonj Ghetti, PR di GM Italia, ebbi l’opportunità di rivolgergli una domanda, durante l’Auto Show di New York di quell’anno.
L’allora numero uno del Gruppo General Motors (ricoprì la carica dal 1998 al 2008, poi fu sollevato dall’incarico dall’amministrazione Obama), aveva una chiara visione del futuro del pianeta auto.
Rivolsi una sola domanda a Wagoner:
Rick Wagoner
Quando sarebbe arrivata sul mercato l’auto ad idrogeno ad un prezzo accessibile e soprattutto conveniente per il cliente?
Lui, con un sorriso, rispose subito: “Ne riparliamo fra 20 anni”.
Raccontai Vincenzo Borgomeo del mio incontro con l’illustre personaggio e mi chiese di scrivere dell’argomento su Repubblica Motori on line.
Il collega titolò “Nel 2007 il CEO della GM stupì il mondo con la sua teoria. Ma oggi si scopre che….”. Ad avvalorare la sua previsione è intervenuto, dopo circa 5 anni, Soichiro Okudaira, responsabile del settore Ricerca e Sviluppo Toyota.
“Una riduzione dei costi – dichiarò – sarebbe decisiva per commercializzare tra i 5.000 e i 10.000 pezzi l’anno della FCV Concept, ammirata al Motor Show di Tokyo nel 2013 e già sul mercato”. Ha poi aggiunto “occorrerà attendere il 2030 per avere auto a idrogeno convenienti rispetto a quelle elettriche”. Quindi Wagoner ha fatto tredici nel leggere dentro la sua sfera di cristallo.
GM ha un progetto di ricerca denominato Drive Way: 196 unità della Chevrolet Equinox Fuel Cell ad idrogeno che hanno percorso milioni di km.
Dal 2013 GM e Honda lavorano insieme per lo sviluppo di auto ad idrogeno.
Anche Toyota punta sull’idrogeno promettendo una autonomia di 500 km. Sulla pista di Fujioka Alsin, a Toyota City, il futuro è già oggi su due camuffate Camry: sono alimentate a idrogeno e filano a 170 orari. Sono due quattro porte che offrono prestazioni da VW Golf. Motore elettrico da 136 cavalli alimentato da uno stack, scatola di metallo in cui trovano posto le fuel cell, al cui interno l’idrogeno che arriva dai due serbatoi e l’ossigeno dell’aria creano l’energia.
La FCV in listino avrà un prezzo vicino a 100 mila dollari, prezzo che arriverebbe a dimezzarsi quando i numeri di vendite diventerebbero decine di migliaia. A limitarne la diffusione sarà la distribuzione di idrogeno per fare il pieno. Al riguardo la BMW Italia, anni addietro, organizzò un test stradale da Verona all’aeroporto di Monaco di Baviera dove era in funzione un distributore di idrogeno.
Il viaggio fu confortevole, fuori dall’ordinario con una Hydrogen7 super premium. Una bella esperienza, senza patemi visto la sicurezza dell’impianto a bordo (per la cronaca oggi in Italia esiste una sola stazione di servizio a Bolzano).
Non solo guida autonoma ed elettrica in casa Honda, come ha annunciato il CEO Takahiro Achigo, ma anche una strategia per arrivare ben presto ad avere sul mercato anche auto ad idrogeno senza fare a meno del “koto-zukuri”, (la creazione di nuove espressioni) e del “mono-zukuri” (l’arte di fare le cose).
Obiettivo 2030 (comune a Toyota che ha sfoggiato la Mirai): il varo di una società dell’idrogeno e carbon free.
Una Clarity ad idrogeno è stata lanciata nel 2016 negli Usa, autonomia di 650 km con un pieno, ma è stata testata anche sulle strade di Copenaghen (57 mila euro o in leasing a 400 euro mensili), ma ancora prima, nel 2008, la FCX Clarity fu la prima auto ad idrogeno in vendita negli Usa e in Giappone.
A credere nell’idrogeno oggi, come si vede sono in pochi: c’è anche la Concept FE Hyundai vista a Ginevra in marzo.
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