Sorgerà in India la prima centrale integrata ad acqua e sole

Fonte:  NO AL NUCLEARE 

26 marzo 2011

Realizzare centrali integrate a energia solare e idroelettrica, grazie a impianti fotovoltaici a concentrazione che, anziché essere disposti sulla terraferma, galleggiano sull’acqua dei bacini idrici.

È questo l’obiettivo di una nuova tecnologia denominata Liquid Solar Array (LSA), che è stata sviluppata da Phil Connor, direttore esecutivo della società australiana di energia solare Sunengy.

Negli impianti fotovoltaici a concentrazione, la luce solare viene concentrata da una lente su un cella di superficie molto ridotta. Uno dei problemi maggiori da superare è pertanto il raffreddamento della cella, che viene surriscaldata dalla concentrazione delle’energia solare.

Posizionandoli tali sistemi all’interno dei bacini idroelettrici, si sfrutta una superficie inutilizzata e si elimina del tutto la necessità di appezzamenti di terreno. Ma soprattutto non si pone più il problema del raffreddamento, facilmeete ottenibile con l’acqua che lambisce la cella.

Inoltre, nel sistema sviluppato dalla Sunengy, in caso di vento forte, la struttura può immergersi sotto il livello dell’acqua, evitando eventuali danni e riducendo le spese di manutenzione.

Simulazioni calcolate su centrali idroelettriche in esercizio hanno infine verificato che l’adozione del nuovo sistema LSA con potenze adeguate, può consentire di aumentare in modo sostanziale la produzione idroelettrica degli impianti utilizzati.

La nuova tecnica presenta con un ulteriore aspetto innovativo: il primo impianto pilota sorgerà infatti entro la fine del 2011 in India, uno dei mercati più promettenti per l’energia solare.

Il progetto è stato messo a punto da una joint venture fra la Sunengy e il colosso indiano Tata Power.

Oltre a una grande insolazione, l’India dispone poi di grandi bacini idroelettrici, per un totale di 30.000 chilometri quadrati (come Piemonte e Liguria sommati).

“Se adibisse anche solo l’1% di questa estensione alla nostra tecnica, potrebbe produrre l’energia equivalente a quella di 15 centrali a carbone”, ha spiegato Connor.

 

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