Vento di casa: eco la guida al mini e microeolico

Fonte: Autoambiente

22 marzo 2010. Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile sfruttare il vento per rendere energeticamente autosufficienti le nostre case. Vi presentiamo il mini e il micro eolico. Alza le bandiere, rinfresca, asciuga, increspa le onde, fa volare gli aquiloni e produce energia.

Si, quest’ultima forse non è proprio la prerogativa più conosciuta, ma se Madre Natura ci ha donato il Vento, perché non usarlo per rendere energeticamente autosufficienti le nostre case? Oggi, grazie alla tecnologia, questa pratica è ormai possibile ed attuabile per palazzine, ville, fabbriche e aziende. Sono chiamati microeolico e il minieolico, ma non lasciatevi spaventare dai diminutivi.

Eolo soffia continuamente su questi impianti di piccola taglia che non solo limitano l’impatto sull’ambiente, ma permettono di salvaguardare anche il portafogli.

Gli aerogeneratori, ovvero le piccole pale bianche che girano come trottole, funzionano proprio come i loro vecchi cugini: i mulini a vento. La differenza sostanziale sta nel fatto che il movimento di rotazione delle pale viene trasmesso a un generatore che produce energia elettrica.

Micro e Mini

Il minieolico, chiamato così in quanto le pale sono più piccole delle pale eoliche convenzionali per produrre l‘energia necessaria alle mega fabbriche, comprende tutti gli impianti che vanno dai 5 ai 60 Kw. Questa soluzione è indicata per aziende agrituristiche, artigiane, o per piccoli imprenditori. Gli impianti che appartengono alla categoria micro-eolico, invece, sono quelli che possono arrivare a produrre massimo 5 chilowattora (Kw). Questi, sono vere e proprie pale eoliche domestiche che possono essere installate sul nostro tetto, sul terrazzo o sul balcone. Secondo gli incentivi statali ogni chilowattora prodotto dalle nostre “girandole” può essere premiato con un rimborso di 30 centesimi di euro.

Focalizziamoci sul microeolico. Gli aerogeneratori della categoria micro sono venduti solitamente con sistemi aventi turbine ad asse orizzontale, i quali sono direzionabili rispetto al vento per ottimizzare il rendimento e la produzione di energia eolica. Si può scegliere tra una vasta gamma di modelli: monopala, bipala, tripala e, se volete produrre tanta energia, i multipala. Quest’ultima opzione è molto più costosa in quanto, con l’aumento del numero delle pale, diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e, di conseguenza, il costo dei generatori. Il microeolico se destinato all’alimentazione di utenze isolate viene soprannominato Off-grid, mentre, se connesso alla rete elettrica è chiamato Gridconnected. Nel primo caso il generatore microeolico deve essere collegato a una serie di batterie. Per la connessione alla rete di distribuzione, invece, è indispensabile un inverter, in quanto è necessario che l’elettricità prodotta sia conforme agli standard di rete.

Imposizione fiscale per il microeolico

La legge 133/1999 ha decretato l’assenza di imposizione fiscale per i microimpianti al di sotto dei 20 Kw, che quindi non sono considerati officine elettriche, non essendoci imposizione fiscale, quindi non è necessaria la denuncia all’U.t.f. (Ufficio tecnico di finanza).

Incentivazione per il microeolico

Con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del 2 gennaio 2009 del D.m. 18 dicembre 2008 sono state introdotte novità per l’incentivazione dell’eolico di piccola taglia:

– possibilità di beneficiare del meccanismo dello scambio sul posto per impianti, fino a 200 Kw (DM 18/12/2008);

– riconoscimento di una tariffa omnicomprensiva alternativa, pari a 300 €/MWh, per impianti di taglia inferiori a 1 MW (200 Kw per l’eolico) entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007 (D.M. 18 dicembre 2008).

Vi sembrerà banale ma, prima di installare un aerogeneratore, bisogna assicurarsi che il vento sia presente costantemente. Quindi armatevi dell’Atlante eolico interattivo d’Italia realizzato da Cesi Ricerca e consultabile al link http://atlanteeolico.cesiricerca.it, e potrete determinare la ventosità di massima del vostro Comune.

Alberto Maria Vedova

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