Biocarburanti dai liquami fognari

Un nuovo processo trasforma gli escrementi in biogreggio in un modo semplice e rapido.

Fonte: Zeus News

 

31 Dicembre 2016. Se finora il britannico Caccabus pareva più che altro una curiosità, alcuni ricercatori degli americani Pacific Northwest National Labs hanno preso sul serio la sfida di trasformare le feci umane in combustibile.

Per la precisione, hanno ideato un nuovo metodo per ottenere del “biogreggio” dagli escrementi e per raffinarlo ulteriormente sino a ottenere carburanti paragonabili alla benzina, al gasolio o al cherosene per aerei.

I ricercatori affermano che il loro metodo (chiamato Liquefazione Idrotermica) è, in sostanza, una versione più rapida del modo in cui in natura si viene a formare il petrolio greggio: calore e pressione vengono applicati ai liquami, che entro pochi minuti si dividono in biogreggio e liquidi acquosi.

Negli Stati Uniti – scrivono i ricercatori – ogni giorno vengono trattati 34 miliardi di galloni di liquami (128 miliardi di litri): con il loro procedimento, potrebbero diventare 30 milioni di barili di biopetrolio l’anno.

L’importanza del metodo scoperto dai ricercatori del PNNL sta nel fatto che sinora ottenere biogreggio dalle acque nere non era ritenuto conveniente, poiché era necessario eliminare l’eccessiva quantità di acqua presente nel materiale, mentre adesso questo passaggio non è più necessario.

Inoltre, lo stesso procedimento può essere applicato usando altre “materie prime”, come gli scarti dell’agricoltura o la frazione umida dei rifiuti.

«La parte migliore di questo processo» – spiega Corinne Drennan, una delle ricercatrici – «è la sua semplicità. Il reattore è letteralmente un caldissimo tubo a pressione. Negli ultimi sei anni abbiamo accelerato la tecnologia di conversione idrotermica creando un processo continuo e scalabile, che permette l’utilizzo di rifiuti umidi come i liquami».

Questa tecnologia ha già attirato l’attenzione della Genifuel Corporation, un’azienda dello Utah, che ora sta collaborando con 23 città della Columbia Britannica (Canada) per avviare un impianto dimostrativo, che dovrebbe diventare operativo entro il 2018.

no images were found

.

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*


This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.