Batterie al litio, arriva la ricarica veloce

Un algoritmo permette di realizzare batterie che si ricaricano in metà tempo, sono meno ingombranti e costano men.

Fonte:  Zeus News

8 ottobre 2012. Alcuni ricercatori dell’Università della California San Diego hanno ideato un algoritmo che permetterà di ricaricare le batterie agli ioni di litio in metà del tempo, e le renderà anche più efficienti e meno costose.

L’idea deve essere davvero preziosa se l’ARPA-E ha già garantito un finanziamento di 460.000 dollari per uno sviluppo ulteriore dell’algoritmo.

Allo stato attuale, per valutare lo stato di salute e il comportamento delle batterie si misurano il voltaggio e la corrente; tuttavia, a detta dei ricercatori questo è un sistema estremamente inefficiente, che ha come conseguenza la realizzazione di batterie troppo grandi e costose rispetto a quanto sarebbe necessario se si utilizzasse un sistema più preciso.

Il problema è che per sapere se la batteria stia funzionando a dovere è necessario sapere dove gli ioni presenti nell’anodo quando la batteria è completamente carica (e che si muovono verso il catodo quando si alimenta un dispositivo) si trovino, e questa è una misura molto difficile da ottenere.

Per dare un’idea della difficoltà uno dei ricercatori – Scott Moura – spiega che capire dove sono gli ioni misurando corrente e voltaggio è come cercare di capire dove si siedano gli spettatori di un cinema basandosi sulla velocità con cui entrano in sala.

L’algoritmo sviluppato in California, invece, permette di stimare con precisione la posizione degli ioni e anche quale sarà l’evoluzione della “salute” della batteria: permetterà quindi di riempire la “sala” di “spettatori” in maniera pi sicura e precisa, consentendo alla fine di realizzare batterie meno ingombranti e che si ricaricano rapidamente.

Se si pensa che l’ingombro delle batterie e i lunghi tempi di ricarica sono i motivi che hanno spinto Toyota a cancellare la produzione della eQ, auto completamente elettrica, si capisce l’importanza di questa scoperta.

Il finanziamento ottenuto permetterà di mettere alla prova la teoria su batterie reali fornite da Bosch e Cobasys e, alla fine, «questa tecnologia verrà utilizzata in prodotti adoperati dalla gente» come assicura il professor Moura.

 

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