A Bari il motore elettrico del futuro

La Magneti Marelli investe 36 milioni

La società del gruppo Fiat scommette sulla Puglia e la Regione interviene con 9 milioni

di Vito Fatiguso

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

 

Bari, Italia. 26 Gennaio 2016. Un cambio di tecnologia che per il sistema industriale di Bari significa tanto. Perché garantisce al settore la «chiusura» della lunga filiera dell’innovazione nel campo dell’automotive.

La Magneti Marelli, società del gruppo Fiat Chrysler Automobiles, ha presentato alla Regione Puglia una richiesta di contratto di programma per «brevettare» un motore totalmente elettrico da immettere sul mercato.

Si tratta di un piano di investimenti da 36,5 milioni presentato a dicembre scorso agli uffici di Puglia Sviluppo (società in house della Regione che opera in qualità di organismo intermedio per la gestione degli incentivi alle imprese). Il progetto consolida Magneti Marelli sul mercato delle auto del futuro e prevede un finanziamento pubblico di 8,9 milioni per la salvaguardia dei livelli occupazionali.

La multinazionale italiana (nello stabilimento di Bari sono occupati 950 dipendenti) ha in produzione un motore ad alimentazione ibrida della potenza inferiore a 60 chilowatt che era stato oggetto di un altro investimento del valore di 33,6 milioni, di cui 8,8 milioni di derivazione pubblica (i motori, combinati con alimentazione a benzina e diesel, sono destinati a modelli Chrysler). Ma con il nuovo progetto il motore diventa integralmente elettrico con una potenza variabile tra i 150 e i 300 kW.

È una soluzione ad alto voltaggio (tecnicamente motore sincrono alta tensione) che deriva dalle ultime ricerche necessarie a generare maggiore potenza.

A quanto pare ci sarebbero diversi marchi automobilistici interessati a utilizzare tale soluzione per gli autoveicoli di nuova generazione. Il comparto, nonostante il calo dei prezzi dei carburanti, si sta muovendo verso tecnologie green e l’elettrico è in cima alla lista. Tuttavia, Magneti Marelli resta leader nei sistemi di iniezione e nelle pompe ad alta pressione. E nel pacchetto presentato a Puglia Sviluppo c’è la creazione di linee produttive per tali dispositivi. Anche in questo caso l’obiettivo è aumentare le prestazioni dei motori.

E sempre sul fronte automotive c’è timore per l’auto di segmento «C» che sarà prodotta nello stabilimento ex Om Carrelli di Bari grazie a un progetto del fondo di investimento statunitense «Lcv Capital Management». Lcv prevede di investire 226 milioni (pari a 250 milioni di dollari) tra Bari e Gioia Tauro, ma gli intoppi non mancano. Tanto che Dario Ginefra, componente della commissione della Camera, presenterà una interrogazione per chiedere i motivi dei ritardi.

«Sul fronte barese — spiega Ginefra — gli adempimenti previsti dall’accordo preliminare sono stati effettuati. C’è un problema sul versante calabrese. L’Autorità portuale, proprietaria delle aree che dovrebbero passare a Lcv, è commissariata e in sostanza non è in grado di stipulare i contratti. Perciò lunedì presenterò una interrogazione per sollecitare il governo a intervenire. Il fondo statunitense, infatti, intende procedere all’investimento solo quando avrà chiuso entrambe le partite».

In ballo c’è il futuro lavorativo di 140 dipendenti che usufruiscono di ammortizzatori sociali in scadenza a maggio prossimo.

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