Siemens a EfficienCITIES

Presentato da Siemens Italia il rapporto Siemens-Cittalia sulle Città modello per lo sviluppo del Paese
Nella città del futuro sarà più facile muoversi. La mobilità al centro degli investimenti (10,7 miliardi di Euro complessivi), seguono la sostenibilità degli edifici e l’acqua.
Nel Centro Nord i comuni più virtuosi con punte di eccellenza distribuite nel territorio.
Gli investimenti complessivi dei 54 capoluoghi campione rappresentano il 2,39% del PIL italiano.

Fonte: Siemens

Presentata in occasione del convegno EfficienCITIES – Città modello per lo sviluppo del Paese – organizzato in collaborazione con Il Sole 24 Ore – la ricerca ha come oggetto 54 città medio grandi – capoluoghi di provincia con più di 90.000 abitanti – analizzate sulla base di alcuni indicatori: verde urbano, acqua, aria, rifiuti, patrimonio immobiliare e qualità dell’abitare, energia, sanità, mobilità e logistica.

L’obiettivo è stato triplice: individuare una sintesi della dotazione infrastrutturale per ciascun ambito di analisi, definire cluster omogenei di città in cui le diverse componenti si combinassero, individuando all’interno di ciascun gruppo un comune modello che meglio rappresenti i caratteri del gruppo di appartenenza, e, infine, offrire una visione della città che verrà.

Sono queste le evidenze principali che emergono dal rapporto “Città e Infrastrutture per la Crescita“ di Siemens Italia commissionato alla fondazione Cittalia, centro studi Anci.

“Ci auguriamo che questa ricerca sia un utile strumento di riflessione sulle problematiche cittadine e sulle opportunità di miglioramento dei servizi infrastrutturali, oltre che uno stimolo alla comunità locale ad intraprendere un percorso sempre più sostenibile” dichiara Federico Golla, Amministratore delegato di Siemens Italia.

La ricerca presentata oggiAggiungi un appuntamento per oggi ha come oggetto 54 città medio grandi – capoluoghi di provincia con più di 90.000 abitanti – analizzate sulla base di alcuni indicatori: verde urbano, acqua, aria, rifiuti, patrimonio immobiliare e qualità dell’abitare, energia, sanità, mobilità e logistica.

L’obiettivo è stato triplice, individuare una sintesi della dotazione infrastrutturale per ciascun ambito di analisi, definire cluster omogenei di città in cui le diverse componenti si combinassero, individuando all’interno di ciascun gruppo un comune modello che meglio rappresenti i caratteri del gruppo di appartenenza. Infine, offrire una visione della città che verrà.

Sul fronte della qualità dell’ambiente urbano (che comprende gestione dei rifiuti e ciclo dell’acqua) spiccano nelle primissime posizioni le città della Puglia, Foggia, Andria, Barletta e Lecce. Nell’ambito del patrimonio immobiliare la ricerca ha rilevato alcuni aspetti inediti, e cioè la presenza nelle prime posizioni di Salerno (6° posizione) – presa sempre più a modello per l’efficienza nei servizi al cittadino – e Bolzano, una delle città più ricche – ma anche più “efficienti” – d’Italia.

La categoria della mobilità sostenibile individua chiaramente una divisione geografica: tutte le città settentrionali o del Centro si collocano in alto nei valori, mentre quelle del Sud presentano valori bassi o medio-bassi. Milano, con la sua ottima performance, si colloca dietro solamente a Bergamo. Passando all’energia rinnovabile, Forlì, Trento e Ravenna hanno i valori più elevati di attenzione a questo tema. Più in generale le città del Nord registrano performance marcatamente superiori a quelle del Sud. Delle eccezioni positive nel Sud sono rappresentate dai centri della Puglia, soprattutto Foggia (4° a livello nazionale) e Lecce (7°).

La geografia della salute che emerge dalle analisi presenta una realtà multipolare. Pertanto aree di eccellenza nell’ambito sanitario si trovano in città sia settentrionali sia meridionali. Tra queste ultime spunta Napoli, insieme a Bari e Catanzaro. Poi, vi sono due poli sanitari di riferimento per le due isole, Cagliari per la Sardegna e Catania per la Sicilia. Inoltre, Napoli è la città con l’offerta sanitaria più eterogenea, seguita da Torino e Roma.
L’indagine passa poi a individuare sei classi di città.

Il cluster sull’ambiente è composto da 17 città, tutte localizzate nel Centro-Nord, ad esclusione di Sassari. Non sono presenti grandi centri. In queste realtà è posta una particolare attenzione per la qualità dell’ambiente urbano. La disponibilità di spazi verdi è spesso sopra la media, il controllo della qualità dell’aria è monitorato e la raccolta differenziata dei rifiuti è efficiente. L’amministrazione cittadina, oltre a investire cospicue risorse per la gestione del territorio, si è spesso dotata di strumenti di pianificazione all’avanguardia per la tutela del territorio. Rilevante è, inoltre, la presenza di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Reggio Emilia è la città modello all’interno del cluster.

Tra le città del benessere (8) non si registra una particolare predominanza geografica, sono presenti quattro realtà metropolitane che si affacciano sul mare (Bari, Genova, Napoli e Cagliari). Le caratteristiche comuni sono la qualità del patrimonio immobiliare – sia privato sia pubblico – e la presenza di un sistema sanitario di eccellenza in grado di attrarre una domanda sovraregionale. Qui la città a eccellere è Cagliari.

Le città ideali sono rappresentate da un piccolo gruppo di città, ubicate in Veneto, in Trentino e in Lombardia, di media dimensione demografica e che presentano caratteristiche di eccellenza in tutti gli ambiti di analisi. Si tratta di Bergamo, Brescia, Padova e Trento. Il carattere di eccellenza riscontrato nei valori degli indicatori definisce le città di questo gruppo come quelle nelle quali la qualità della vita per i cittadini residenti è tra le migliori. E’ Trento a risultare città ideale.

Per quanto riguarda il buon abitare e la mobilità spiccano sette città che, a parte Bolzano, sono tutte metropolitane (Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia). Il gruppo si caratterizza da un lato per gli alti valori degli indicatori sulla mobilità sostenibile e, dall’atro, per la qualità del patrimonio immobiliare presente. In questo cluster è Venezia a primeggiare.

A registrare performance inferiori alla media sono 10 città definite in divenire. Sono in prevalenza centri del Sud, come Palermo, Messina, Catania, Reggio Calabria, Catanzaro, Barletta e Pescara; ma sono presenti anche città del Centro e del Nord (Pistoia, La Spezia e Trieste). Le realtà di questo gruppo non vanno considerate, tuttavia, in una sola accezione negativa, in quanto per ciascuna è possibile rintracciare una specificità – espressione dei valori degli indicatori quantitativi, o funzione della capacità di governo – sulla quale far leva per sostenere un inseguimento verso i best performer. Pescara tra quelle analizzate è la città che risulta più “sospesa” a causa in particolare di problematiche a livello ambientale, pur presentando variabili sopra la media come nel caso della sanità.

Otto sono invece le città dell’energia. La particolarità di questo cluster è che la performance sulla gran parte degli indicatori è negativa, ma i valori nell’ambito dell’energia sostenibile sono in assoluto tra i migliori rispetto alle 54 del campione. Sono in prevalenza centri della Puglia (Andria, Foggia, Lecce e Taranto), delle isole (Siracusa) e del Centro Italia (Arezzo, Terni e Latina). E’ in questo gruppo, dunque, che si ritrovano le città nelle quali sono installati maggiormente impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile, anche su edifici pubblici. Lecce si aggiudica le migliori performance in fatto di energia.

L’analisi dei Piani triennali degli interventi mette in evidenza che le amministrazioni comunali intendono investire in particolare sulla mobilità. 10,7 dei 23 miliardi di euro dei Piani triennali delle città sono investiti in questo ambito. Gli altri settori di investimento rilevanti sono la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e la riqualificazione urbana con rispettivamente 2,4 e 2,1 miliardi di euro in interventi preventivati. Di un qualche interesse anche il ciclo dell’acqua, settore nel quale gli investimenti previsti ammontano a 1,8 miliardi di euro.

Il valore complessivo dei Piani triennali di tutte le 54 città è stimato in 37,7 miliardi di euro. Questo valore, se confrontato al dato del PIL italiano dell’anno 2011, il cui valore è pari a 1.579,7 miliardi di euro, porta a concludere che l’ammontare complessivo di investimenti dei Piani, se effettivamente realizzato, rappresenterebbe il 2,39% del PIL italiano. Un valore che non tiene conto degli effetti moltiplicativi indiretti e indotti degli investimenti medesimi.

Infine, sempre nell’ipotesi che i progetti trovassero effettiva copertura finanziaria, il tempo medio per la realizzazione delle opere sarebbe di 21 mesi circa.

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