Cartoline dal Salone di Shanghai

Cartoline dalla Cina

Fonte: Quattroruote

20 aprile 2011. La Zotye, una compatta evidentemente ispirata alla Fiat Palio. La Trumpchi, un’Alfa 166 sotto mentite spoglie. L’ammiraglia Geely Excellence, ibrida. La mostruosa calandra della Geely Excellence. Qui tutto è moltiplicato almeno per dieci: la popolazione, il traffico, i giornalisti, e ovviamente pure le marche e i modelli di automobile. Tanto per dare un’idea: la Geely (i nuovi padroni della Volvo) espone ben 36 nuovi modelli. E ne avrebbero portati altri dieci, giurano, se solo avessero avuto più spazio a disposizione. Ma sono veramente tutti nuovi?
Impossibile verificarlo. E soprattutto, impossibile dire quanti di questi andranno davvero in produzione.

Millemarche

Altrettanto impossibile fare la conta delle marche: accanto a quelle ormai note anche in virtù delle partnership con le case d’Occidente (le varie Saic, Faw, Gac, Dongfeng) accanto a quelle che già hanno tentato qualche sortita fuori dal mercato di casa (Chery, Brilliance, Great Wall, Byd) a ogni rassegna ne spuntano di nuove. Nomi tipo Hawtai, Luxgen, Gleagle, dinnanzi ai quali persino gli addetti al lavori, quelli che frequentano Shanghai e dintorni da tempo, rimangono perplessi. Eppure gli stand ci sono, in qualche caso con cinque-dieci vetture esposte: misteri della grande Cina.

Balle cinesi

Ancora sullo stand della Geely (che per la cronaca continua a utilizzare il nome Panda) spicca la Excellence, mega-ammiraglia che nello sviluppo della carrozzeria ricorda tanto una Rolls-Royce Phantom, dietro una calandra di proporzioni mostruose. Sotto il cofano, però, regna il politically-correct: trazione ibrida, con un motore a benzina V4 (testuale, non è un errore di battitura) “capace di offrire prestazioni pari a quelle di un V8”. D’accordo, prima di scrivere bisognerebbe verificare: ma questa pare proprio una delle tante “balle cinesi”.

La Palio dell’Est

Della Zotye, piccolo (ma neanche troppo, visto che di fabbriche ne ha tre) costruttore privato, si è già parlato negli anni scorsi: è quella che ha acquistato dalla Fiat le linee di produzione della Lybra e della Multipla. Vetture che però quest’anno al salone non ci sono più (anche se la Multipla, ci assicurano, è ancora in produzione). In compenso, sullo stand della Zotye si può vedere una berlinetta a cinque porte che somiglia pericolosamente alla Fiat Palio.

Irriconoscibile 166

Altre tracce di presenza italiana vengono segnalate sullo stand della Gac (anzi, su uno degli stand: per motivi difficilmente comprensibili a un occidentale ce ne sono ben tre, sparsi qui e là per il salone): trattasi della Trumpchi, berlina a tre volumi che sotto la pelle nasconde l’ossatura meccanica dell’Alfa 166. Peraltro del tutto irriconoscibile: tanto gli interni quanto la carrozzeria sono stati realizzati interamente ex novo.

Renault-Samsung

Ritorno sul palcoscenico cinese per le bandiere della Renault, che sin qui ha lasciato campo libero ai cugini della Nissan. In vendita però ci vanno soltanto i modelli prodotti in cooperazione con la coreana Samsung, vale a dire la Suv Koleos e la berlinona Latitude.

Più supercar per tutti

Se le marche “normali” vanno forte e quelle di lusso fortissimo, una volta superata la “dipendenza” da autista che li ha condizionati fin qui, i cinesi sono ormai pronti a qualsiasi follia per le supercar. Tant’è che nel padiglione a loro riservato ci sono proprio tutti: Ferrari e Maserati, Lamborghini e Porsche, ma anche Bugatti e Aston Martin, Fisker e Spyker, senza escludere i tuner di razza come Lorinser. In pratica, fa eccezione soltanto la McLaren. Ma la notizia più clamorosa l’ha data l’Aston Martin, che ha annunciato di aver già piazzato tutti e cinque gli esemplari disponibili per la Cina della One-77s, supercar a tiratura limitata, qui quotata “almeno” 38,8 milioni di yuan, vale a dire quattro milioni di euro.

Da Shanghai, Massimo Nascimbene

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