“Retrofit elettrico” del 30 Novembre al circuito I.S.A.M. di Anagni

Fonte: ISAM

 

Anagni, RM. Italia. 6 Dicembre 2016. Economia circolare, progetti di riqualificazione del parco circolante, decreto Retrofit, infrastrutture e normative; il presente e il futuro della mobilità sostenibile, sono solo alcuni dei temi trattati il 30 novembre alla conferenza stampa al circuito I.S.A.M. di Anagni.

Un dibattito stimolante e di grande interesse aperto dall’Ing. Filippo Moscarini che in breve ha ripercorso la storia dell’Istituto Sperimentale Auto e Motori, della lunga sperimentazione effettuata in circuito sulle auto con motori a combustione interna e sui sistemi di sicurezza, aprendo a nuovi scenari per lo sviluppo e l’evoluzione dei veicoli elettrici. L’I.S.A.M., insieme alla Scuderia Picchio, al Po.Mo.S, all’ENEA e a una ventina di aziende private, è già attiva nei processi di test e sviluppo della HI-ZEV, vettura Ultra High Performance ibrida ed elettrica 100% Made in Italy, ma si propone anche come centro di eccellenza per ricerca, sviluppo e test di veicoli elettrici e di tutte le tecnologie legate alla sperimentazione sui veicoli elettrici e sulla futura guida autonoma.

Il Decreto visto dall’Onorevole Catalano

Ad esporre il “Decreto Retrofit” (D. M. T. n 219 del 1° dicembre 2015) e a parlare del presente e del futuro della mobilità sostenibile, l’On. Ivan Catalano membro della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati che ha così riassunto la nuova norma:

“Il cosiddetto “Decreto retrofit” rappresenta la possibilità di trasformare un veicolo endotermico in un veicolo elettrico, senza la necessità di ri-omologare nuovamente il veicolo, ma semplicemente aggiornando la carta di circolazione, seguendo lo stesso iter burocratico di chi installa un impianto GPL o a metano.”.

Grazie all’intervento della Commissione Europea sul decreto è stato abolito il passaggio che richiedeva il Nullaosta della casa costruttrice, in nome delle norme sulla libera concorrenza e la libera circolazione delle merci.

“Da febbraio 2016 è possibile riqualificare un veicolo con una norma tecnica che consente l’omologazione di un kit di conversione. Il produttore del kit deve essere accreditato presso il Ministero dei Trasporti e dimostrare, oltre alla bontà tecnica del kit stesso, di essere in grado di produrre il kit secondo un ciclo produttivo rigido che garantisca la qualità e consenta a qualsiasi officina, regolarmente autorizzata ai sensi della legge, di montare i kit rispettando le specifiche e le istruzioni del costruttore.”

A condizione che non si alterino i sistemi di sicurezza della vettura di serie, non c’è quindi una ri-omologazione ma solo un aggiornamento sulla carta di circolazione, come avviene già con il GPL.

“La riqualificazione elettrica può essere operata sia su un veicolo circolante che su un veicolo in fase di produzione. Riqualificare dà vantaggi a tutti, è una pratica di transizione che deve portare allo sviluppo della mobilità elettrica in un contesto urbano. Spendere meno di un terzo, rispetto a un veicolo elettrico nuovo, consente all’utente di gestire le risorse a disposizione per poi dotarsi di un pannello fotovoltaico e di un sistema di ricarica domestica. Con lo stesso investimento l’utente può provvedere all’infrastruttura di ricarica rinnovabile in casa e del veicolo elettrico, chiudendo così il cerchio della sostenibilità energetica della propria abitazione e della propria mobilità.”

Riconversione

La riqualificazione si può eseguire, per un discorso legato alla garanzia di compatibilità elettromagnetica, su qualsiasi veicolo prodotto dal 2004. Per i veicoli precedenti al 2004 bisogna prima verificarne la compatibilità. Le riconversioni più interessanti sono legate ai veicoli commerciali, sui quali si ha un ritorno dell’investimento molto breve e quindi più vantaggioso.

Quanto costa

Per i costi ci sarà un dimezzamento immediato. Prima del Decreto, omologare una vettura era un’impresa perché si doveva seguire una procedura speciale in qualità di esemplare unico. Un iter composto da prove tecniche e omologazioni, da una parte documentale e da diverse ore di mano d’opera, per un totale di oltre 10.000 Euro.

“Con l’approvazione del decreto”, continua l’On. Catalano, “si punta a dimezzare i costi. La spesa maggiore della trasformazione è costituta dalla batteria che genericamente però, viene noleggiata e quindi non incide sul prezzo finale. Ad oggi possiamo parlare di circa 5.000 Euro, ma più si va avanti, più si coinvolgono cittadini e veicoli e più il prezzo scenderà. La previsione è che venga a costare, al netto della mano d’opera circa 3-4.000 Euro.”

Indice Retrofit

Per valutare la convenienza, sia dal punto di vista economico che ambientale, si sta studiando un indice di retrofit che stabilisca in pochi passaggi se sia conveniente riqualificare quel veicolo o meno. I parametri presi in esame riguardano, la tipologia di vettura e il suo valore, il costo assicurativo e del bollo, il chilometraggio annuale e la manutenzione programmata.

I kit della Newtron

La Newtron Italia Srl – primo costruttore accreditato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presso la Direzione Generale della Motorizzazione per lo sviluppo di sistemi di riqualificazione elettrica dei veicoli – ha predisposto diversi kit con diversi livelli di potenza in relazione al peso delle vetture. Il Decreto, inoltre, impone che il veicolo riconvertito debba avere un range di potenza massima compresa tra il 65 e il 100% dell’originale.

Per vetture fino a 1.000 kg, Newtron ha previsto un motore elettrico da 20 KW istantanei e 40 kW di picco, e una batteria da 13 kWh, che sulla Smart in prova con un consumo medio di circa 95 Wh/km consente un’autonomia teorica di circa 130 km. Il secondo step è previsto per veicoli da circa 1.500 kg e il terzo per mezzi di 2.000 kg in cui la potenza del motore può arrivare fino ai 110 kW.

E con le infrastrutture?

Parlando di incentivi e infrastrutture, l’On. Catalano sottolinea come il problema non sia così banale. “Si parla molto di elettrico, incentivi e infrastrutture, ma poi ci sono ancora pochi veicoli elettrici in circolazione.”

“Con il decreto retrofit abbiamo deciso di affrontare il problema della trasformazione dei veicoli elettrici così come era già stato per GPL e Metano, cercando una soluzione di transizione che consentisse di avere un nutrito parco circolante nel giro di pochi anni, ed arrivare rapidamente a un numero di veicoli sufficienti per giustificare lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica.”

Un viaggio per promuovere il decreto e una rete di imprese per lanciare il kit

Il Dott. Gaetano La Legname Presidente della Mobility R-Evolution (rete di imprese e no profit utility) promotore dell’iniziativa DiventoElettricoTour che sta girando la Penisola con 28 tappe e 2.400 km a bordo di una vecchia Smart “retrofittata”, crede molto nel progetto:

“Ho spinto molto per dare il via a questo Tour, necessario per far conoscere il decreto. Una norma molto valida – l’Italia è il primo paese in Europa ad avere una legge così innovativa per la mobilità sostenibile di persone e merci – che aprirà a nuove possibilità per colmare le lacune del mercato, permetterà di sviluppare le infrastrutture e allo stesso tempo getterà le basi per la creazione delle prime Smart Grid evitando che l’aumento dei veicoli elettrici possa generare problemi alla rete elettrica nazionale. “

“Mobility R-Evolution, non vende veicoli né fa ricerca e sviluppo, ma è una rete di imprese che vuole aggregare partners per creare questo nuovo mercato. Noi crediamo nel decreto e nell’elettrificazione, come crediamo che ci sia grande margine di crescita per tutti e soprattutto crediamo che macchine ed autocarri possono anche non essere demoliti.”

Gli aspetti economici e di sviluppo visti dal Po.Mo.S.

Il Prof. Fabio Massimo Frattale Mascioli, Responsabile del Polo per la Mobilità Sostenibile Sapienza Università di Roma, dopo aver illustrato il Decreto dal punto di vista tecnico ha posto l’attenzione sugli aspetti economici e di sviluppo:

“Il Decreto apre a nuovi scenari, di fatto crea i presupposti affinché l’imprenditoria italiana, soprattutto piccole e medie imprese, possano accedere ad un settore, quello della mobilità elettrica, che è di forte interesse perché favorisce la nascita di un comparto imprenditoriale inusuale e innovativo, perché stimola lo sviluppo di una rete di infrastrutture e poi perché traina i centri di ricerca come il Po.Mo.S.”

“Economia, sviluppo delle imprese e novità tecnologica sono tre fattori vincenti, ma anche tre gradi di libertà perché si può “retrofittare” tutto; dalle auto sportive, ai veicoli da lavoro o di trasporto pubblico, ma anche battelli nautici e veicoli per il turismo come proposto dal Po.Mo.S.”

Il Decreto “Retrofit”

Dal 26 gennaio 2016 in Italia, infatti, grazie al Decreto Ministeriale 1 dicembre 2015 n. 219 redatto dalla Direzione Generale della Motorizzazione, è possibile trasformare veicoli a combustione interna già circolanti in veicoli elettrici, mediante l’omologazione di kit di trasformazione e la loro installazione presso officine autorizzate.

Potete leggere e/o scaricare il decreto “Retrofit” nel link sotto questa riga: (PDF in lingua italiana)

IL DECRETO RETROFIT

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