La Toyota 1/x

di Dario D’Elia
Fonte: Autoblog

Tokyo, Giappone. 26 ottobre 2007. Toyota ha messo a dieta la sua Prius e ha sfornato una concept-car quattro-posti denominata “1/X”. Si tratta sempre di un veicolo ibrido, ma che nasce come diretta conseguenza di un’operazione di sottrazione attuata nei confronti del progetto della storica Prius.

“Siamo tornati alla base e abbiamo riconsiderato ogni specifica dell’auto, dalle performance, ai materiali, al processi produttivi”, ha spiegato Katsuaki Watanabe, presidente di Toyota, durante il Tokyo Motor Show.

“In fin dei conti abbiamo ridotto sensibilmente il peso facendo uso di plastiche con fibra di carbonio”. Watanabe fa riferimento alla Carbon Fiber Reinforced Plastic (CFRP), già utilizzata su auto e moto ad altissime prestazioni, come ad esempio la Ferrari Enzo, Porsche Carrera GT e Ducati 1098.

Lo stesso nome della vettura è espressione del concetto di ridimensionamento del peso moltiplicato per “x” volte. Insomma l’obiettivo ultimo, come argomenta PhysOrg, è di migliorare l’efficienza energetica. L’auto, infatti, con i suoi 420 chilogrammi di peso e la motorizzazione ibrida è in grado di consumare il 50% in meno rispetto a Prius. Come riporta Internation Herald Tribune, 1/X dispone di un motore a benzina/etanolo da 500 cc e un motore elettrico plug-in – ovvero a carica esterna. Una soluzione che dovrebbe consentire una percorrenza di 100 chilometri con soli 2,6 litri di benzina.

L’unico difetto del progetto è che sebbene si tratti di un grande passo per l’automotive “ambientalista”, difficilmente potrà incidere sul mercato di massa.

La Toyota 1/X infatti costerebbe troppo al pubblico, a causa del massiccio impiego di fibra di carbonio. Secondo Koji Endo, analista di Credit Suisse Securities, questo tipo di materiale costerebbe circa 100 volte di più rispetto all’acciaio adoperato per la fabbricazione delle auto. “Certamente la fibra di carbonio è la tecnologia del futuro, ma ci vorranno anni di lavoro prima che i produttori di auto possano utilizzarla per la produzione di massa”, ha ribadito Endo.

In Giappone, comunque, qualcuno ha già iniziato a meditare sulla questione. La giapponese Toray Industries, all’inizio del mese, ha confermato l’intenzione di investire non meno di 170 milioni di dollari nella ricerca e nello sviluppo di
materiali avanzati per far fronte alle esigenze di leggerezza. Inoltre, entro il 2010 è prevista la costruzione di uno stabilimento specifico proprio accanto al quartier generale di Toyota, a Nagoya.

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