I nodi sono arrivati al pettine per la Fiat?

Auto ibride Fiat, Alfa, Maserati: la “sfida” di Marchionne

In ritardo sull’elettrificazione dell’auto, il gruppo FCA parla del futuro elettrico dei prossimi modelli. E dell’alleanza con altri marchi

Da OmniAuto

 

Detroit, Michigan. 14 Gennaio 2015. Sembra essere giunto il momento della resa dei conti fra Sergio Marchionne e le auto elettriche. O meglio, ibride, considerando quanto detto dall’amministratore delegato di FCA Fiat Chrysler negli ultimi giorni al Salone di Detroit e alcune dichiarazioni del passato.

Come la frase pronunciata a Parigi nel 2012, in cui il numero 1 del gruppo rispondeva ai giornalisti dicendo di sapere benissimo che “per raggiungere il livello di emissioni che sono imposti all’industria automobilistica per il 2025, sia dalla parte americana che a livello europeo, dovremo per forza introdurre la tecnologia ibrida”; oppure la precisazione sulla Fiat 500 elettrica, che si vende in perdita ma che è servita “a sviluppare tutte quelle tecnologie che utilizzeremo sui modelli a propulsione ibrida”, ovvero macchine “di grandi dimensioni, dove il prezzo può giustificare l’investimento”.

Ed è ora che bisogna investire sulle ibride: da Detroit il manager italo-canadese fa sapere che “in passato siamo stati prudenti, ma ora è il momento giusto”. E il suo braccio destro, il “capo” tedesco di Alfa Romeo e Maserati Harald Wester conferma come le auto ibride siano necessarie per rispettare le normative per la riduzione delle emissioni di CO2, parlando di versioni ibride plug-in del SUV Alfa Romeo previsto per il 2016 e il SUV Maserati Levante.

 

Ibrido sì, ma come?

Due modelli molto importanti, dunque, per il rilancio di questi due marchi così prestigiosi saranno elettrificati, affiancando un modello già previsto dal piano industriale: versione PHEV della Chrysler Town&Country (2016).

Si potrebbero quindi delineare due linee di sviluppo per le auto ibride “italiane”. Una prestazionale, per garantire alle auto del Tridente e del Biscione elevate performance nel rispetto delle normative, e una più razionale, che massimizzi l’efficienza delle citycar, delle utilitarie, dei crossover e così via degli altri marchi del gruppo. E qui potrebbe il motore bicilindrico TwinAir potrebbe avere un nuovo ruolo, quello di range extender (come fatto dai tedeschi con la BMW i3), nella prospettiva di un’inedita alleanza di FCA con un altro costruttore automobilistico.

 

Si prefigura un nuovo matrimonio

Già, perché lo stesso Marchionne pare vedere di buon occhio l’architettura di auto elettrica ad autonomia estesa, come la Chevrolet Volt. Che, tuttavia, è anche stato “un insuccesso finanziario per GM”, come ricorda ancora l’amministratore delegato, particolarmente attento a non sbagliare “innamorandosi di una singola tecnologia”, perché l’elettrificazione richiede alti investimenti, con un ritorno economico immediato.

FCA, poi, arriverà sul mercato delle auto con due motori tardi rispetto ad altri concorrenti, con cui però potrebbe realizzare una partnership. C’è da scommettere che si scatenerà presto un “toto-nomi” per il nuovo alleato industriale, ma per ora si è parlato della possibilità di unire le forze con dei “fornitori sullo sviluppo di sistemi ibridi ed elettrici oppure direttamente con altri costruttori”. Alle domande sul tentare di mettersi d’accordo con Toyota la risposta è stata: “le condizioni non sarebbero per noi favorevoli”.

 

Chi arriva dopo, “beve alla spina”

Quali potrebbero essere, invece, i vantaggi dell’essere in ritardo nella realizzazione di auto ibride?

Puntare sul sistema (attualmente) vincente, frutto dei tentativi fatti finora dai costruttori e della risposta dei clienti sul mercato. E cioè, sull’ibrido plug-in, che nell’utilizzo casa-lavoro di tutti i giorni permette di guidare un’auto a zero emissioni locali, che si muove solo con la trazione elettrica, alimentata da batterie che ogni sera possono essere ricaricate a casa.

Senza limitazioni nella guida fuori città, dove torna in gioco il motore endotermico, che lavora con il motore elettrico. Come? Verosimilmente, sulle Alfa e sulle Maserati farà la parte di amplificatore di prestazioni, sulla falsariga dell’esperienza maturata con l’architettura ibrida della Ferrari LaFerrari.

Il Cavallino Rampante, tra l’altro, è coinvolto nello svilippo della Alfa Romeo Giulia con i tecnici provenienti da Maranello impegnati sul pianale “Giorgio”, da cui nascerà le nuove Alfa a trazione posteriore che vogliono essere meglio di una BMW, oltre che essere una vera alternativa alle tedesche.

Nella gamma Fiat e Chrysler, d’altro canto, il motore elettrico dovrebbe svolgere più una funzione di ottimizzazione dell’utilizzo dell’energia. Su una 500X o una Renegade 900 twinair range extender ibrida plug-in, tanto per fare due esempi. Avete dei suggerimenti da dare a Marchionne?

 

no images were found


Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.