Omnicom PR Group analizza il settore automotive

Conferenza ACI

Omnicom PR Group presenta il proprio studio “Post-Invasion 2022/2023” ed ecco quello che percepiscono le aziende Automotive che operano in Italia.

Omnicom PR Group è una società di consulenza strategica in comunicazione con 6.300 addetti nel mondo ed ha analizzato la reputazione di 8 settori chiave dell’economia italiana, con 64 brand ad essi associati, attraverso le lenti attente di oltre 2.000 consumatori. Vediamo in particolare la percezione delle aziende Automotive che operano in Italia.

Guardando al 2035 l’Automotive è il settore più gradito dagli italiani con il 44% dei consensi; 2 anni fa il Rispetto dell’Ambiente era al top delle aspettative ma oggi la priorità è quella del Maggior Valore (trasparenza su produzione e manodopera, origini materie prime, certificazioni).

  • Nonostante l’apprezzamento, le esperienze deludono le aspettative dei clienti su Innovazione e Sostenibilità ambientale. Quali le implicazioni sulla diffusione dell’elettrico?
  • I Millennials (25-34enni) attribuiscono la maggiore rilevanza al settore e hanno le aspettative più alte per l’innovazione offerta dai brand. I Boomers (55-65enni) sono i più interessati all’impatto del settore sul Paese
  • Nelle rilevazioni neuro-metriche, migliorabile il percepito sul contributo dato dal settore Automotive alle comunità in cui esso opera

Omnicom PR Group analizza il settore automotiveEuropa 2035 – La trasformazione attesa è così rapida che rende difficile mettere a fuoco ogni sua singola componente: gli aspetti industriali, energetici e non ultimi reputazionali. La ricerca “Post-Invasion 2022/2023” di Omnicom PR Group restituisce qualche tratto saliente: un’innovazione (-49 punti) che sconta la spinta verso l’elettrico ormai avviata da qualche anno e sancita anche recentemente dalla Commissione UE con la conferma del 2035 come data limite per le auto a motore termico. Ma anche un’inadeguata capacità di fornire prodotti e servizi che abbiano un “maggior valore” per il consumatore (-77) come trasparenza su produzione e manodopera, origini materie prime, certificazioni, etc.

In particolare – a sorpresa – c’è un’aspettativa tradita sulla capacità di rinnovamento del prodotto, che è anche l’indicatore con la tendenza negativa più spiccata negli ultimi 2 anni. È come se il settore avesse già scontato l’innovazione dell’auto elettrica, che aveva invece assunto connotati molto positivi in passato.

Pur avendo la percezione di una comunicazione sufficientemente frequente con la base dei consumatori, questi in realtà restano a un livello di conoscenza superficiale del mercato e dei prodotti, intuendo grandi potenzialità che però non hanno benefici oggettivi per il singolo o la collettività.

È ragionevole pensare che la fase di transizione del comparto – in corso ma non certo terminata, e destinata a durare a lungo – renda il consumatore confuso e diffidente.

Il settore Automotive: per esperti e non

Omnicom PR Group analizza il settore automotive9 ambiti di analisi guidano la reputazione e le aspettative dei clienti del settore Automotive, visti dalla prospettiva del campione generale della popolazione e dal cluster dei consumatori esperti (engaged customers). 

Tra gli otto settori presi in esame, quello dell’automotive gode del momentum migliore, cioè viene considerato quello che ha intrapreso negli ultimi 12 mesi le scelte giuste per il futuro. Infatti, analizzando il percepito del gruppo dei consumatori più esperti viene riconosciuto un impegno verso i dipendenti e i clienti superiore all’atteso. La vera sfida sta nel bisogno di maggiore innovazione che però deve essere anche rispettosa dell’ambiente – dichiara Marcello Laugelli, Automotive Lead di Omnicom PR Group Italia.

Il consumatore medio è confuso e diffidente, ammette che ci sia una comunicazione sufficientemente frequente, ma senza che le soluzioni e i prodotti portino però un reale ‘maggior valore’ per le persone sia prese come singoli che come comunità. Alle aziende del settore viene comunque riconosciuta stabilità finanziaria, a discapito dell’aumento vertiginoso dei costi dell’energia, della carenza dei microchip, della gigantesca trasformazione industriale e dei volumi di vendita – conclude Laugelli.

Alti e bassi che vengono confermati anche da un’analisi integrativa svolta con gli strumenti del Neuromarketing, in collaborazione con Behaviour and BrainLab dell’Università IULM. Questa ricerca sperimentale volta a far emergere il “non dichiarato” dai consumatori tiene in considerazione due aspetti: la “vicinanza valoriale” e “l’engagement emotivo”. Quest’ultimo parametro, che comprende piacevolezza e intensità emotiva è positivo, l’Automotive risulta, infatti, il terzo settore dopo il Personal Care e l’Alimentare. Non va altrettanto bene con la “vicinanza valoriale”, che invece è negativa. In termini di età sono i Millenials, quindi in fascia 25-34, ad attribuire maggiore attenzione al settore, sia perché direttamente in target con i prodotti e servizi sia perché particolarmente sensibili ai risultati operativi e finanziari delle aziende. Nel mentre condividono attivamente informazioni e percezioni.

Fonte: Omnicom PR Group

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