Mille colonnine per auto elettriche

Svolta per l’auto elettrica Mille colonnine in arrivo

Fonte: Ruoteperaria

Via repubblica.it

12 Settembre 2011. L’Autorità per l’energia ha messo in campo una cifra complessiva di poco più di 2.300.000 euro, provenienti dalla della bolletta elettrica, per finanziare oltre mille colonnine per la ricarica di auto elettriche in tutta Italia, attraverso una quota annuale e fino al 2015 Strategia “Europa 2020”, obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e della dipendenza dai combustibili fossili: la mobilità elettrica può fornire le risposte a tutto ciò. Ma se le case automobilistiche si stanno già dando da fare, a preoccupare gli autisti è come ricaricare la propria vettura elettrica una volta acquistata.

Una risposta arriva dall’Autorità per l’energia che ha messo in campo una cifra complessiva di poco più di 2.300.000 euro, provenienti dalla della bolletta elettrica, per finanziare oltre mille colonnine per la ricarica di auto elettriche in tutta Italia, attraverso una quota annuale e fino al 2015.

“Per uno sviluppo della mobilità elettrica servono infrastrutture qualitativamente e quantitativamente adeguate – spiega all’Adnkronos Daniele Bonafede, della Direzione Mercati dell’Autorità – per questo, l’Autorità ha avviato sperimentazioni, utili anche per acquisire informazioni per la futura regolazione del sistema elettrico”.

A fronte del panorama internazionale ed Europeo, l’Italia “vive una situazione di ritardo, ma può recuperare – aggiunge – Bonafede – in altri Paesi sono già diffuse reti di ricarica con possibilità di scegliere da chi acquistare l’energia”.

L’infrastruttura ideale dovrebbe garantire un numero adeguato di punti di ricarica, sia pubblici e veloci (per ricariche in meno di mezzora e, in prospettiva, in pochi minuti) sia privati, che consentano di ricaricare in qualche ora a bassa potenza. In entrambi i casi “si aprono opportunità per un migliore sistema elettrico, in grado di massimizzare e rendere più efficiente l’immissione in rete di energia da fonte rinnovabile”, spiega Bonafede.

La parola d’ordine diventa quindi sperimentare “senza preclusioni – sottolinea – in attesa che maturino tecnologie che minimizzino i costi e siano ancor più pratiche per i consumatori”.

Le innovazioni che si attiveranno con la diffusione della mobilità elettrica “comporteranno – aggiunge Bonafede – che la maggior parte dell’energia necessaria potrà essere rinnovabile, scambiata fra i nodi di una smart grid dove i veicoli elettrici costituiscono allo stesso tempo risorsa sia passiva (assorbimento) che attiva (immissione).

La sfida è trovare l’equilibrio fra ciò che è smart e ciò che è smart enough”. I finanziamenti dell’Autorità sono stati assegnati quest’anno a cinque progetti pilota sotto forma di modello distributore (colonnine installate e gestite dall’impresa distributrice nella propria area di concessione), modello service provider in esclusiva (a seguito di gara o concessione da parte dell’ente locale) e modello service provider in concorrenza (come quello in vigore per le stazioni di rifornimento dei carburanti).

Per il primo modello è stato selezionato il progetto di Enel Distribuzione-Hera per 310 colonnine a Pisa, Bari, Genova, Perugia, in alcuni comuni dell’Emilia Romagna e dell’hinterland di Milano, che saranno operative entro il 2013; per il secondo, i progetti per 52 colonnine a Milano e 23 a Brescia (a regime nel 2013) e del comune di Parma per 200 punti (operativi a fine 2012); per il terzo modello, saranno agevolati i progetti di Enel Energia per 26 punti di ricarica a Roma e nell’hinterland di Milano (operativi entro il secondo semestre 2013) e di Class Onlus per 150 colonnine e 107 nei supermercati di Roma, Milano, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna e Varese (in servizio dal secondo semestre del 2014).

Con questi ultimi due progetti verrà sperimentata la cosiddetta “ricarica rapida” in corrente continua ad alta potenza (oltre 50 kW) in grado di rifornire in pochi minuti i veicoli elettrici. I gestori dei progetti selezionati presentano all’Autorità rapporti semestrali, pena l’esclusione dalle agevolazioni.

 

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