Buona legislazione per il successo delle bici

La buona legislazione è la base per il successo del pedelec!
                              
Fonte: ExtraEnergy.org

Tanna, Germania. 7 gennaio 2013. Se la legislazione può avere un effetto determinante sul successo o insuccesso, di nuovi sviluppi, è spesso messa in discussione.

Ma da esempi in Giappone, Germania, Cina ed Europa è chiaro vedere quanto la legislazione può essere critica per lo sviluppo del mercato e per l’attuazione di qualsiasi tecnologia.

Giappone

Nel 1992 Yamaha ha persuaso il governo giapponese che una moto con un sistema elettrico assistito di lavoro in proporzione alla potenza muscolare erogata potrebbe mantenere lo status di una bicicletta. Da allora ci sono stati oltre 4,3 milioni di pedelec venduti in Giappone, e solo nel 2012 un totale di 430.000 unità. Fino ad oggi il Giappone ha avuto un veloce sviluppo nel settore per la regola che la potenza del motore deve essere applicata solo in proporzione alla potenza muscolare. Ciò significa che il pedelec deve essere dotato di un sensore di coppia preciso per misurare lo sforzo di pedalata.

Europa

Alla fine degli anni ’80 vi erano norme in Austria, che hanno fatto sì che una bici elettrica, come un cavallo ed un carrello, dovevano essere guidate con un’idonea targa targa – velocità inferiore ai 10 km/h. Dal 1990 il legislatore nazionale ha adottato la legislazione tedesca la ‘il ciclomotore leggero’ come un processo con il quale un ciclomotore elettrico limitato a 20 km/h potrebbe essere guidato senza casco. Nel 1995 le norme giapponesi sono stati prese dalle regole tedesche, in modo che i pedelec sono stati trattati come biciclette fino a quando il fattore dell’aiuto di alimentazione sia 1 a 1 per l’alimentazione umana e l’energia elettrica. Poi, come parte di armonizzazione europea all’inizio degli anni 2000 gli EPAC (il termine europeo per Electric Power Assisted Cycle), il cui regolamento è stato creato con l’obiettivo di portare chiarezza regolamentare in tutta Europa. Come parte di questo, le regole giapponesi sono state applicate.

Così da allora la normativa stessa è a segnalare che l’assist elettrico può funzionare solo quando il pilota pedala, ma non dice quanto sia la potenza. Ciò ha portato alla commercializzazione di scooter elettrici venduti come pedelec con piccoli e grezzi pedali che devi solo spostare di tanto in tanto per evitare che il motore elettrico tagli la potenza.

Cina

In Cina l’elettrico a due ruote è diventato un modo di trasporto dominante in molte aree metropolitane nonché della periferia. Nel 2011, 33 milioni di veicoli elettrici a due ruote sono stati venduti in Cina.

Questi erano quasi interamente scooter elettrici, che vengono trattate legalmente come biciclette elettriche grazie alla presenza di pedali.

Gli esperti stimano che ci sono 200 milioni di veicoli elettrici a due ruote sulle strade in Cina. Verso la fine degli anni ’90 il governo ha fatto aumentare questo enorme successo della mobilità elettrica attraverso incentivi finanziari: i veicoli a due ruote con motore a combustione interna sono stati improvvisamente colpiti con tasse elevate, con il risultato che queste due ruote sono quasi scomparsi dalle strade della maggior parte delle città entro tre anni.

 

 

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