Il caricabatterie delle auto elettriche: quello sconosciuto imprescindibile

Il caricabatterie delle auto elettriche: quello sconosciuto imprescindibile

Il crescente sviluppo delle auto alimentate da energia elettrica ha fatto entrare nel linguaggio quotidiano la parola caricabatterie, senza grandi approfondimenti di cosa si tratta.

La velocità di ricarica degli EV è uno dei fattori chiavi, insieme all’autonomia, per decidere se acquistare o meno un BEV (battery electric vehicle). Ma un buon caricabatterie lo è altrettanto dal punto di vista della sicurezza durante il periodo di ricarica.

Il caricabatterie dei veicoli elettrici cambia l’alimentazione da AC (corrente alternata) a DC (corrente continua) per ricaricare gli accumulatori di bordo e il corretto funzionamento di questo dispositivo, oltre ad assicurare una ricarica in completa sicurezza, rappresenta l’unica possibile strada per mantenere in “buona salute” gli accumulatori della vettura, allungare la loro vita e mantenerli in condizioni di erogare le correnti di spunto previste dal costruttore.

I caricabatterie non sono ancora standardizzati in tutto il mondo, ma è possibile fare un elenco dei principali che vengono utilizzati a seconda delle dimensioni e delle proprietà dei veicoli da ricaricare.

In Europa il più utilizzato dai costruttori automobilistici è il Tipo 2, conosciuto anche come Mennekes (VDE-AR-E 2623-2-2) con le sue due varianti: monofase che permette di eseguire una ricarica lenta capace di sopportare corrente fino a 16 A e la trifase per effettuare la ricarica rapida in grado di sopportare fino a 63 A.

Il CCS (Combined Charging System), conosciuto in gergo come Combo, è stato creato con l’obiettivo di fornire un tipo di caricabatterie unico in tutto il mondo con capacità di ricarica lenta e rapida. Il CCS è dotato di cinque terminali per la corrente, la protezione di terra e il collegamento alla rete,

CHAdeMO è lo standard sviluppato in Giappone, progettato per eseguire ricariche rapide e in grado di supportare fino a 200 A. Questo sistema dispone di dieci terminali, tra corrente, collegamento a terra e collegamento con la rete.

Il caricabatterie delle auto elettriche: quello sconosciuto imprescindibile

Immagine del caricatore portatile presa da www.autoparti.it

Il Tipo 3 sviluppato negli Stati Uniti, è conosciuto anche come EV Plug-in Alliance ed è stato progettato e sviluppato per essere capace di ricarica semi rapida e capace di supportare correnti elettriche fino a 32 A.

Il Tipo 1 (SAE J1772) è anche conosciuto come Yazaki e prevede due diverse versioni, il livello 1 è per eseguire una ricarica lenta e in grado di supportare correnti fino a 16 A, mentre il livello 2 è destinato alla ricarica rapida e sopporta correnti fino a 80 A.

Infine il sistema Schuko è compatibile con le prese di corrente europee e può essere usato solo per effettuare una ricarica lenta e senza comunicazione integrata, supportando correnti elettriche fino a 16 A.

Un dettaglio molto importante da tener conto al momento di collegare il caricabatteria è quello di collegare prima il terminale lato auto e successivamente alla presa di ricarica, indipendentemente del tipo di connettore utilizzato. Questa procedura è indicata per evitare l’entrata diretta della corrente nel sistema di batterie poiché in quel caso il caricabatterie funge anche da “amortizzatore” e favorisce l’allungamento della vita delle batterie.

Di seguito un esempio di caricatore portatile per veicoli elettrici, da 3.8 kW con cavo da 5 metri di lunghezza, del tipo EVSE Charger realizzato in ABS (Acrylnitril-Butadien-Styrol-Copolymerisat), con omologazione CE, conformità RoHS, controllato FCC e controllato REACH, in grado di lavorare in una gamma di temperatura da -30° C fino a 50° C.

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