di Sean Szymkowski
Fonte: GreenCarReports
9 Novembre 2017. Le vetture elettriche offrono una guida a zero emissioni, ma una delle materie prime più importanti per le loro batterie – il cobalto – ha una catena di approvvigionamento che richiede un certo lavoro.
Circa la metà dell’offerta di cobalto del mondo proviene dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC), un paese con elevati tassi di lavoro minorile in condizioni di lavoro molto scarse.
Ora BMW vuole aiutare a superare le questioni sociali e ambientali che circondano quella materia prima.
Nel 2014, l’UNICEF ha stimato circa 40.000 bambini lavorano nelle miniere del paese, con molti di loro incentrati sul cobalto stesso.
BMW ha detto che fornirà una maggiore trasparenza nella sua catena di fornitura di batterie, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro nella RDC.
Ha affermato di pubblicare informazioni sulle sue fonderie e sui paesi di origine per le varie materie prime, tra cui il cobalto.
Il fabbricante di automobili tedesco ha detto che continua anche a studiare come può migliorare le condizioni nella RDC, potenzialmente sponsorizzando le proprie miniere di cobalto.
Le miniere sponsorizzate da BMW diventerebbero effettivamente modelli per la RDC da seguire per attuare migliori condizioni di lavoro e, si spera, limitare il lavoro minorile.
Il costruttore non acquista lui stesso il cobalto – i suoi fornitori di celle ed i loro fornitori lo fanno – ma è ben consapevole della catena di approvvigionamento.
BMW ha affermato che, quando crescerà la domanda di auto elettriche, bisognerà assumersi la responsabilità di pratiche sicure e sostenibili.
Oltre BMW, il Consiglio internazionale sulle miniere e metalli dice che più della metà del cobalto dal Congo proviene da società che aderiscono ai principi di sostenibilità dell’ICMM, anche se riconosce lo spazio per migliorare.
ICMM ha iniziato in precedenza una nuova partnership con RCS Global per costruire pratiche più sostenibili e sicure per la gestione del minerale cobalto.
I produttori di batterie stanno continuando a lavorare su nuove celle che utilizzano meno cobalto: i produttori di celle sudcoreane SK Innovation ed LG Chem presto vendono una nuova generazione di celle di batteria che utilizzano solo metà del cobalto rispetto quello usato dalle generazioni attuali.
Le sostanze chimiche delle celle che contengono cobalto, tuttavia, tendono ad avere densità di energia più elevate rispetto a quelle senza di esso, rendendo il metallo attraente per le società di batterie che cercano la maggior capacità energetica nel più piccolo ingombro.
In definitiva, le iniziative come le ultime intraprese da BMW offrono un primo passo per trovare delle soluzioni a un problema sociale che probabilmente potrà solo peggiorare.
Con quasi tutti i produttori mondiali di autovetture che prevedono una maggiore elettrificazione e più automobili elettriche negli anni a venire, la domanda di batterie e successivamente del cobalto crescerà.
Sembra ragionevole supporre che continueremo a vedere notizie sulla catena di approvvigionamento delle celle batteria.
ll “cobalto etico” potrà attirare l’attenzione nello stesso modo in cui attira la fonte etica di una vasta gamma di altri beni e servizi? Restate connessi.
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