Tesla Model X porta il proprietario semi-cosciente in ospedale

Tutto fatto dall’auto attraverso il pilota automatico

di John Voelcker

Fonte: GreenCarReports

 

9 Agosto 2016. Tre mesi più tardi, dopo la morte lo scorso 7 Maggio di un conducente della Model S in Florida, il dibattito continua a generare scintille sul merito delle tecnologie dell’assistenza elettronica alla guida.

Ma una storia recente indica almeno uno dei potenziali vantaggi futuri delle vetture a guida autonoma: la loro capacità di trasportare gli occupanti incapaci di arrivare alle loro destinazioni.

Oppure, nel caso in cui un proprietario di un’auto elettrica Tesla subisca un embolia polmonare acuta, al pronto soccorso più vicino.

La storia è apparsa qualche giorno fa in una più ampia discussione a Slate riguardo questi problemi, con il titolo intelligente, “Codice è il mio copilota.”

Proprio sotto il titolo, si segnalava: “Tesla insiste che il suo controverso software del pilota automatico è in grado di salvare vite umane. Può convincere il resto di noi?”

L’episodio è stato semplice ma drammatico: il 26 luglio, Joshua Neally stava guidando la sua Tesla Model X acquistata una settimana prima dal lavoro verso casa, nel Missouri.

Ha iniziato a soffrire di dolori al petto improvvisi, di un’intensità che ha descritto come, “come un palo in acciaio che attraversava il mio petto.”

Dopo aver chiamato la moglie, ha accettato di andare al pronto soccorso più vicino perché sarebbe più veloce che attendere un’ambulanza.

E a quanto pare ha programmato tale destinazione nel software beta dell’Autopilota della Tesla.

Neally dice di non ricordare molto del viaggio, ma la macchina ha navigato per 20 miglia di autostrada per lui e si è avviata nella giusta rampa verso l’ospedale.

E’ stato in grado di parcheggiare l’auto, ricorda, ed è stato prontamente portato nel pronto soccorso.

Come osserva l’articolo, Neally “si chiede se, senza il pilota automatico, avrebbe potuto perdere il controllo della vettura e … diventare un proiettile mortale quando è stato colpito dalle prime convulsioni.”

Si rileva inoltre che la situazione è insolita, per non dire altro.

E Neally dice che mentre è al volante con il pilota automatico inserito sta comunque attento, non fa attività da mantenere le mani occupate da distrarsi, anche se ammette che “a volte controlla e-mail o invia messaggi di testo nel suo telefono.”

La promessa delle automobili a guida autonoma è stata a lungo teorica, con visioni rosee di trasporto autonomo per le persone anziane, disabili, bambini e ragazzi sotto l’età della guida.

Il caso Neally offre un esempio pratico dei potenziali benefici.

Ma non tutti sono convinti.

Un pezzo piuttosto controverso sul blog di Mashable Technology ha suggerito ieri che il caso Neally non è, come alcuni hanno suggerito, un contro-esempio dell’incidente fatale della Florida.

Invece, si dice, che la storia è “il racconto di un altro proprietario Tesla che abusa eccessivamente nell’utilizzo del pilota automatico.”

E cita un medico del pronto soccorso dicendo che 15 o 20 minuti in più non avrebbero probabilmente fatto molta differenza nel risultato di Neally, anche se quella era una cosa che Neally non poteva sapere al momento.

Si suggerisce inoltre che se fosse stato abbastanza consapevole di impegnare l’Autopilota per portarlo al pronto soccorso, e parcheggiare il veicolo in ospedale, fosse anche abbastanza consapevole di chiamare il 911 e attendere dal lato della strada un’ambulanza.

Il risultato migliore in realtà non è possibile saperlo, perché non c’è modo di fare uno studio comparabile dei due diversi tipi di azioni.

Per ora, Neally considera il pilota automatico nella sua Tesla Model X potenzialmente un salvagente. E il caso offre un esempio dei potenziali benefici di veicoli autonomi.

Questo è probabile che sia di valore mentre è ancora presto per discutere riguardo i dati aggregati sul comportamento delle vetture dotate di pilota automatico e la storia non è abbastanza approfondita per fornire una risposta solida rispetto al record di sicurezza di quelli guidati da esseri umani vivi.

Quei piloti umani presentano gradi molto diversi di attenzione, come praticamente ogni pilota sa per la sua guida quotidiana.

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