Renault e la sostenibilità ambientale

Renault ha ridotto la propria impronta di carbonio del 10% in tre anni

Fonte: Renault Italia

 

Essendosi pubblicamente assunto l’impegno di ridurre la propria impronta di carbonio del 10% tra il 2010 e il 2013 e avendo raggiunto tale obiettivo, il Gruppo Renault ha realizzato un primato nell’industria automobilistica.

Tale politica si inscrive nella forte volontà dell’azienda di ridurre i gas a effetto serra (in particolare la CO2) generati dai propri prodotti e attività, per svolgere un ruolo atAnteprimativo nella lotta contro il riscaldamento climatico a livello mondiale.

Da circa vent’anni, Renault porta avanti una politica ambientale applicandola a tutte le attività dell’azienda. E nell’ottica del continuo miglioramento, Renault si è impegnata a perseguire i suoi sforzi per tutta la durata del piano strategico, con un obiettivo di riduzione media delle emissioni di CO2 del 3% all’anno tra il 2010 e il 2016, in linea con le previsioni di vendita mondiali.

A tale scopo, Renault sta attuando piani d’azione sull’intero ciclo di vita dei prodotti e per tutte le sue attività.

Grande attenzione è dedicata alla fase di utilizzo dei veicoli, dalla quale deriva la maggior parte dei gas a effetto serra calcolati nell’impronta di carbonio globale. Nel 2013, Renault è diventato il costruttore automobilistico europeo le cui automobili emettono meno CO2 all’utilizzo* – meno di 115 g di CO2/km – grazie a una gamma di veicoli termici sempre più ecologici e all’inedita offensiva di lancio di una gamma di veicoli 100% elettrici.

Poiché l’estrazione delle materie prime necessarie alla fabbricazione dei veicoli è all’origine di una parte rilevante della sua impronta di carbonio, Renault prosegue nella strategia di impiego delle materie riciclate. È in particolare leader nell’integrazione delle plastiche riciclate, con un tasso medio dell’11%, un dato in costante aumento.

Renault sta riducendo le emissioni di anidride carbonica in tutte le sue attività. Le fabbriche tagliano i consumi energetici e fanno un uso sempre maggiore di energie rinnovabili, come nel caso della fabbrica a zero emissioni di CO2 di Tangeri in Marocco. A livello di trasporti logistici, i tassi di riempimento delle bisarche vengono ottimizzate per ridurne il numero. Il Gruppo sta inoltre lavorando per ridurre i gas a effetto serra nelle sue attività terziarie, introducendo strumenti informatici più efficienti dal punto di vista energetico e soluzioni per ridurre gli spostamenti dei lavoratori.

 

* Media delle emissioni di CO2 miste omologate sul ciclo NEDC delle immatricolazioni di automobili del Gruppo Renault nel 2013 in 23 Paesi dell’UE (tutti i Paesi eccetto Cipro, Malta, Romania e Bulgaria). Dati forniti dall’AAA DATA (Association Auxiliaire de l’Automobile), filiale del CCFA. L’AAA-DATA è un’associazione che garantisce la gestione dei dati del settore automobilistico per le autorità pubbliche.

 

L’effetto serra

Indispensabile per la vita sulla Terra, l’effetto serra è dovuto alla naturale presenza di alcuni gas nell’atmosfera terrestre. A partire dal XX secolo, l’effetto serra è aumentato in seguito alle emissioni di ulteriori gas prodotti dalle attività umane. Tale fenomeno viene definito effetto serra “antropico” ed è dovuto per oltre tre quarti all’anidride carbonica (CO2).

I consumi di energie fossili (produzione di energia, carburante, riscaldamento degli ambienti, industria) è il fattore maggiormente incriminato per l’aumento delle emissioni mondiali di gas a effetto serra. L’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) stima che il settore dei trasporti genera il 23% delle emissioni mondiali di CO2. Anche i cambiamenti riguardanti l’occupazione delle terre, tra cui la deforestazione, sono importanti cause dell’effetto serra antropico.

 

Il riscaldamento climatico

I cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni sono principalmente legati all’emissione di gas a effetto serra provenienti dalle attività umane.

Secondo il GIEC, il Gruppo Intergovernamentale di Esperti sull’evoluzione del Clima dell’ONU, il cambiamento climatico ha avuto negli ultimi decenni un impatto su tutti i continenti e in tutti gli oceani, in particolare sui sistemi naturali. Gli esperti del GIEC, responsabili della stesura e della valutazione delle ricerche attualmente disponibili, affermano che limitare a 2°C l’innalzamento della temperatura mondiale rispetto all’era preindustriale è una sfida che è ancora possibile vincere, ma che richiederà investimenti considerevoli per produrre e consumare l’energia in modo diverso.

 

L’impronta di carbonio

L’impronta di carbonio corrisponde al potenziale riscaldamento climatico risultante dalle emissioni di gas a effetto serra (essenzialmente la CO2). È uno dei cinque componenti dell’impronta ambientale, insieme all’esaurimento delle risorse naturali, all’acidificazione, all’eutrofizzazione e all’ozono fotochimico.

L’impronta di carbonio di un prodotto corrisponde alle emissioni di gas a effetto serra prodotte nel corso del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime necessarie per la sua fabbricazione al suo riciclo. L’impronta di carbonio di un’azienda include quella dei suoi prodotti e delle sue attività. L’unità di misura dell’impronta di carbonio è la tonnellata equivalente di CO2 (TeqCO2).

L’impronta di carbonio di Renault è calcolata su tutte le fasi del ciclo di vita dei suoi veicoli e sul complesso delle attività del Gruppo ed è misurata in base al numero di veicoli venuti nel mondo.

 

Un primato mondiale

Nel 2011, Renault è stato il primo costruttore di automobili al mondo a impegnarsi pubblicamente su un indicatore ambientale per ridurre la propria impronta di carbonio globale.

L’impegno di Renault si inserisce in una logica rivolta al futuro e in un approccio volto alla ricerca di soluzioni, e incarna la ferma volontà di ridurre l’impronta di carbonio del Gruppo per contribuire a ridurre il riscaldamento climatico mondiale. Tale impegno è parte integrante del piano strategico “Renault – Drive the Change”.

In termini concreti, Renault ha lanciato un piano d’azione a livello dell’intera azienda per ridurre la propria impronta di carbonio nel mondo del 10% tra il 2010 e il 2013. L’iniziativa ha coinvolto tutte le funzioni aziendali, e tutti i collaboratori, a qualsiasi livello.

Renault ha raggiunto il proprio obiettivo. La metodologia utilizzata e il risultato raggiunto alla fine del 2013 sono stati attestati dagli auditor a gennaio 2014.

La riduzione dell’impronta di carbonio di Renault tra il 2010 e il 2013 ha permesso di evitare l’emissione di 5,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, che corrispondono alle emissioni annue prodotte da circa 600.000 europei*, ovvero la popolazione di una città come Nantes**, ad esempio.

Forte di tale successo, Renault si impegna a proseguire i propri sforzi per tutta la durata del piano strategico, con una riduzione media dell’impronta di carbonio del 3% all’anno tra il 2010 e il 2016, tenendo conto delle previsioni di vendita mondiale del Gruppo.

 

Agire su tutti i fronti

L’utilizzo dei veicoli e il loro smaltimento, le materie prime, le fabbriche e la logistica, il carburante, dall’estrazione all’impiego, e ancora lo spostamento dei lavoratori sono tutti fattori che concorrono a produrre emissioni di CO2. Fedele alla sua politica ambientale per l’intero ciclo di vita, Renault agisce su ciascuno degli elementi, per ridurre l’impronta di carbonio del Gruppo Renault a livello mondiale per ciascun veicolo venduto.

Gli sforzi del Gruppo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dai propri veicoli e dalla proprie attività sono resi ancor più visibili dal fatto che gli aspetti sui quali si riflettono hanno un peso importante nel calcolo dell’impronta di carbonio globale. Tali aspetti sono l’uso dei veicoli (̴ 85% dell’impronta di carbonio), la scelta delle materie che rientrano nella loro composizione (̴ 10%), la loro fabbricazione (̴ 1,5%), il trasporto dei componenti e dei veicoli (̴ 1,5%) e l’insieme delle attività terziarie che accompagnano il business (˂ 1%).

Suddivisione dell’impronta di carbonio complessiva del Gruppo Renault:

Ciclo di vita dei veicoli

̴ 96%    Uso dei veicoli e produzione dei carburanti necessari: ̴ 85%

Messa a disposizione delle materie e dei componenti per fabbricare i veicoli: ̴ 10%

Gestione della fine del ciclo di vita dei veicoli: ̴ 1%

Attività del Gruppo

< 4%    Fabbricazione dei veicoli: ̴ 1,5%

Logistica dei flussi: ̴ 1,5%

Attività terziarie e funzioni di supporto < 1%

 

Un impegno pionieristico sull’intero ciclo di vita

Renault è impegnata in una politica di riduzione della propria impronta di carbonio da circa 20 anni.

Da una decina di anni, tale impegno interessa tutte le fasi del ciclo di vita dei propri veicoli.

Renault misura con precisione l’impronta ambientale dei suoi nuovi modelli utilizzando l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA), metodologia internazionale normalizzata (ISO 14040 e 14044). Il riscaldamento climatico globale potenziale, quantificato dell’impronta di carbonio, è uno dei cinque fattori di impatto ambientale monitorati da Renault nell’Analisi del Ciclo di Vita.

Pur senza trascurare gli altri fattori, Renault attribuisce particolare attenzione a ridurre l’impronta di carbonio dei propri veicoli di generazione in generazione ma anche delle proprie attività.

Renault è da tempo in prima linea nella riduzione dei gas a effetto serra legati alle automobili. Già nel 2005, il Gruppo aveva fatto della riduzione delle emissioni di CO2 un obiettivi prioritario inscritto nel suo piano strategico “Renault Contrat 2009”. Nel maggio del 2007, Renault è stata la prima a lanciare la firma “Renault eco2”  trasversale alla sua gamma e che coinvolge tutte la fasi principali del ciclo di vita del veicolo. Nel 2010, Renault è stato il primo costruttore a presentare una gamma completa di veicoli elettronici. Nel 2012, è stato anche il primo a progettare una fabbrica automobilistica greenfield a Tangeri, in Marocco.

 

* “Nel 2010, le emissioni per abitante nei Paesi UE 27 sono state di 9,4 tonnellate di CO2 equivalente. ” (rapporto della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio del 24 ottobre 2012).

** 591.461 abitanti a Nantes nel 2010 secondo l’INSEE (Istituto nazionale di statistica e di studi economici).

 

Il 75% dell’impronta di carbonio del Gruppo Renault è attribuibile all’uso dei veicoli. Il 10% è dovuto alle emissioni prodotte dalla fabbricazione dei carburanti utilizzati per i veicoli. L’uso dei veicoli è quindi responsabile nel complesso dell’85% delle emissioni ed è per questo una fase cruciale sulla quale sono maggiormente incentrati gli sforzi di Renault.

Renault sta riducendo i consumi di energia dei propri veicoli in quanto un consumo ridotto di carburante genera meno emissioni di CO2 in uso. Tale risparmio permette inoltre di ridurre direttamente l’apporto di carburante necessario e quindi le emissioni di gas a effetto serra associate alla loro produzione.

In linea con l’obiettivo annunciato nel quadro del piano strategico “Renault Drive the Change”, il Gruppo ha portato la media delle emissioni di CO2 delle sue nuove automobili vendute in Europa sotto la soglia dei 120 g CO2/km alla fine del 2013. Tale obiettivo è stato superato, dato che la media del 2013 si è attestata a 114,8 grammi*. Con tale valore, Renault è leader europeo. In un solo anno, la media delle emissioni delle automobili del Gruppo vendute si è ridotta di oltre 10 g CO2/km.

Veicoli termici: una gamma profondamente rinnovata, in particolare grazie ai motori Energy

Renault estende il downsizing dei motori termici. Grazie a motori più piccoli e leggeri, il downsizing aumenta l’efficienza dei consumi mantenendo e in certi casi aumentando le prestazioni.

Ed è esattamente ciò che fa la gamma di motori a benzina e Diesel Renault Energy. Ormai completamente turbocompressi, questi motori integrano tecnologie innovative, alcune ereditate dall’esperienza di Renault nella Formula 1 per quanto riguarda il raffreddamento e la riduzione degli attriti. I motori Energy riducono consumi ed emissioni di CO2 fino al 25%, offrendo al contempo un elevato piacere di guida.

Nel complesso, sono stati lanciati 12 motori Energy in meno di 3 anni, il che ha permesso di rinnovare profondamente la gamma dei motori in Europa e di ridurre considerevolmente le emissioni di CO2 del Gruppo.

 

* Media delle emissioni di CO2 miste omologate sul ciclo NEDC delle immatricolazioni di automobili del Gruppo Renault nel 2013 in 23 Paesi dell’UE (tutti i Paesi eccetto Cipro, Malta, Romania e Bulgaria). Dati forniti dall’AAA DATA (Association Auxiliaire de l’Automobile), filiale del CCFA. L’AAA-DATA è un’associazione che garantisce la gestione dei dati del settore automobilistico per le autorità pubbliche.

 

Motore Energy TCe 90

Nel 2013, il Gruppo Renault ha raccolto i frutti del primo anno pieno di vendite dei modelli rinnovati nel 2012.

Tra questi spiccano Nuova Clio, con 83 g CO2/km per la versione più performante, nonché Mégane e Scénic 2012, con emissioni pari a 90 g CO2/km e 105 g CO2/km rispettivamente per il modello diesel Energy dCi 110, e a 119 g CO2/km e 135 g CO2/km rispettivamente per il motore Energy TCe 115.

Nella gamma Dacia, anche Nuova Sandero e Nuova Logan hanno contribuito a tali prestazioni, con emissioni omologate a 99 g CO2/km per le versioni dotate di motore diesel dCi 75 e dCi 90 e a 116 g CO2/km per le versioni benzina dotate di motore TCe 90.

I nuovi modelli commercializzati nel 2013 si inscrivono in questa dinamica. Captur, dotata di motore diesel Energy dCi 90, presenta emissioni omologate a 95 g CO2/km, e a 113 g CO2/km con il motore benzina Energy TCe 90. Nuova Logan MCV vanta le stesse performance di Nuova Sandero e Nuova Logan.

 

Una gamma completa di veicoli 100% elettrici

I veicoli elettrici Renault non emettono CO2 durante l’utilizzo secondo il ciclo di omologazione NEDC.

Pioniere del settore, Renault è stato nel 2013 il leader nelle vendite di veicoli elettrici in Europa, con una quota di mercato pari al 37%.

È l’unico costruttore a proporre una gamma completa di 4 veicoli 100% elettrici a prezzi che si avvicinano a quelli dei veicoli termici equivalenti nei paesi che offrono incentivi fiscali: la berlina compatta 100% elettrica Renault ZOE, il nuovo concept di mobilità urbana Renault Twizy, la prestigiosa tre volumi elettrica Renault Samsung Motors SM3 Z.E. (venduta in Corea) e la gamma di furgonette elettriche Renault Kango Z.E., che si distinguono per le loro capacità di carico e trasporto.

Vale la pena notare che gli studi di Analisi del Ciclo di Vita condotti da Renault mostrano che, nell’intero ciclo di vita del veicolo in Europa, l’impatto globale sull’ambiente (incluso il riscaldamento climatico) di un veicolo elettrico è circa dimezzato rispetto a un veicolo a combustione interna equivalente.

 

Veicoli elettrici del Gruppo Renault

Apprendere i giusti comportamenti di guida con “Driving eco2”

Il programma “Driving eco2” rende il guidatore protagonista della riduzione della sua impronta di carbonio, aiutandolo a ridurre i suoi consumi e le sue emissioni di CO2 durante la guida. Sui veicoli termici i dispositivi di eco-guida Driving eco2 possono aiutare a ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2 fino al 25%, a seconda delle condizioni di utilizzo e dello stile di guida abituale del conducente.

Il programma poggia su due pilastri complementari: i dispositivi di assistenza alla guida installati a bordo dei veicoli e i servizi di formazione.

Presenti sui modelli Renault e Dacia più recenti, i dispositivi di assistenza all’eco-guida installati a bordo sono di tre tipi: la modalità Eco, che si inserisce premendo un pulsante, gli strumenti di valutazione e di formazione del conducente, integrati nei sistemi multimediali (R-Link, Médianav) e l’indicatore dello stile di guida.

In termini di formazione, i simulatori di eco-guida sui veicoli termici ed elettrici sviluppati da Renault mostrano all’utente il suo potenziale di progresso e gli forniscono consigli su misura.

Su tutti i veicoli del Gruppo, l’uso di questi strumenti è all’origine di un risparmio di 127 kg di CO2 per veicolo.

Le emissioni di gas a effetto serra generate dall’estrazione delle materie prime e dalla produzione dei componenti utilizzati per la fabbricazione dei veicoli influiscono per circa il 10% sull’impronta di carbonio del Gruppo Renault.

Renault sostituisce sempre più le materie prime con materie riciclate, per limitare in particolare i gas a effetto serra generati dall’estrazione delle risorse naturali e dalla produzione dei materiali. Il Gruppo è all’avanguardia soprattutto per l’utilizzo di materie plastiche riciclate.

 

Un tasso di plastica riciclata dell’11 %, in costante aumento

Le automobili sono composte per oltre l’85% di metalli e plastiche. Se il riciclo dei metalli (e quindi l’uso di metalli riciclati) è sempre più diffuso, non si può dire lo stesso per le plastiche. Renault si dedica a questo problema da tempo.

A partire dagli anni ‘90, Renault collabora con i propri fornitori per utilizzare le plastiche riciclate nei propri veicoli.

Oggi l’azienda è leader in questo campo. La quantità di plastiche riciclate utilizzate nella fabbricazione dei veicoli Renault e Dacia è stimata all’11% in media sul totale delle materie plastiche. Nel 2013, tale valore ha permesso di risparmiare 34 kg di CO2 equivalente per veicolo (ovvero 87.489 tonnellate di CO2 equivalente in meno).

L’uso di plastiche riciclate aumenta di generazione in generazione per Renault. L’obiettivo del costruttore è quello di raggiungere un tasso di plastica riciclata del 20% per i veicoli nuovi prodotti nel 2015 in Europa.

Captur vanta già un tasso del 16%. Tra gli elementi in plastica riciclata utilizzati vi sono in particolare il parabrezza e il lunotto posteriore e diversi elementi costitutivi del paraurti.

 

Renault Captur

Aumentare la disponibilità di materie riciclate grazie all’economia circolare

Nel 2013, il tasso di materie riciclate nell’insieme dei veicoli del Gruppo prodotti in Europa è del 30%. Per andare oltre, Renault ha fissato un obiettivo del 33% da raggiungere entro il 2016.

La sostituzione di materie prime, estratte da risorse naturali, con materie “secondarie”, ovvero derivate dal riciclo,dipende dalla disponibilità e dalla qualità delle materie riciclate.

Per migliorare la situazione, Renault ha adottato una politica economica circolare, in particolare lavorando fianco a fianco con la fondazione Ellen MacArthur dal 2010.

L’obiettivo di Renault è quello di garantire il riciclo delle materie derivate dall’industria automobilistica per alimentare, per quanto possibile, la stessa industria automobilistica, nella logica dell’economia circolare.

Renault sta lavorando con diversi partner alla creazione di cicli di materie per rendere le materie secondarie conformi alle specifiche dell’industria automobilistica. Il riciclo a cicli può avvenire pressoché all’infinito, in quanto preserva il capitale di materie presente in ciascun veicolo. E più i cicli sono corti, più Renault riduce la sua impronta ambientale.

A titolo esemplificativo, Renault Environment, filiale al 100% del Gruppo Renault, sta introducendo tali cicli presso i centro di trattamento dei veicoli al termine del ciclo di vita per riutilizzare il rame e l’alluminio nelle fonderie Renault, per riutilizzare il polipropilene e il noryl presso i fornitori del Gruppo, o ancora per riutilizzare le materie derivate dai convertitori catalitici in altre industrie.

Grazie a tale approccio, Renault ha inserito nel proprio catalogo delle materie plastiche due nuovi codici di plastiche derivate dal riciclaggio in un ciclo corto, nel 2014.

 

Il rame derivato dal riciclo dei veicoli fuori dal ciclo di vita

Il Gruppo Renault riduce le emissioni di gas a effetto serra generate dal ciclo di vita dei propri prodotti (uso del veicolo e utilizzo di materie in particolare), ma agisce anche sulle attività legate alla progettazione, alla fabbricazione o al commercio dei suoi veicoli.

Renault riduce in questo modo l’impronta di carbonio delle proprie fabbriche, dei trasporti logistici e delle attività terziarie.

Fabbriche: consumare meno energia e sviluppare le energie rinnovabili con il sito di Tangeri come fiore all’occhiello

Circa l’1,5% dell’impronta di carbonio per veicolo venduto è attribuibile alla fase della fabbricazione.

Il 90% delle emissioni di gas a effetto serra dei siti Renault è legato ai consumi energetici. Per questo il Gruppo attua una strategia di riduzione dei consumi energetici e di sviluppo delle energie rinnovabili.

La politica ambientale Renault per quanto riguarda le fabbriche si basa sulle numerose iniziative di miglioramento continuo adottate quotidianamente presso i siti, nonché su azioni di rottura intraprese in occasione della ristrutturazione degli stabilimento o della creazione di una nuova fabbrica.

Tale politica ha permesso inoltre di ridurre del 15% in 5 anni le emissioni di gas a effetto serra dirette e indirette legate ai consumi di energia necessari alla fabbricazione di un veicolo (tra il 2009 e il 2013).

 

Fabbisogno energetico ridotto del 19% in 10 anni

La politica globale di Renault sull’impatto ambientale dei siti di produzione ha portato a una riduzione del 19% dei consumi di energia per veicolo tra il 2003 e il 2013.

La riduzione del fabbisogno energetico si declina essenzialmente in tre modi:

Gestione dei consumi energetici durante i periodi di non produzione: il Gruppo dedica particolare attenzione a spegnere completamente, quando possibile, le macchine e le apparecchiatura generali durante i periodi di non produzione. A Maubeuge, ad esempio, il tempo di sicurezza è ottimizzato quando le macchine vengono riaccese.

Convergenza verso le best practice tecniche e organizzative: nei laboratori di pittura, il processo che consuma più energia in uno stabilimento di produzione di carrozzerie e montaggio, Renault lavora per ridurre i consumi quanto basta ottimizzando la ventilazione e le condizioni operative (temperatura e umidità) e i tempi di interruzione e riattivazione delle macchine. L’avvio della cabina di verniciatura è stato scollegato dai forni grazie all’installazione di porte a Douai e a Valladolid. Altro esempio: i consumi di aria compressa per le attività di imbutitura sono stati ridotti interrompendo l’approvvigionamento quando la macchina non è in uso, a Valladolid e Sandouville.

Maggiore efficienza energetica, in particolare sperimentando soluzioni di recupero dell’energia. Qualche esempio: installazione di scambiatori termici all’uscita dai forni nelle officine di verniciatura per limitare le perdite termiche sulla rete.

 

Utilizzo di energie che producono meno CO2

Il Gruppo considera le questioni climatiche ed energetiche un’opportunità di innovazione. Per questo, trae vantaggio dalla creazione di un nuovo impianto per limitare in modo drastico l’impatto ecologico della produzione di automobili.

Un esempio recente è stato la progettazione del sito greenfield di Tangeri, dove l’uso di energie a bassa emissione di CO2 è particolarmente visibile.

Nel suo primo anno di attività, il fabbisogno energetico dell’impianto è stato soddisfatto per oltre il 90% da energia elettrica derivata da energie rinnovabili e dalla caldaia a biomassa, evitando in questo modo l’emissione di oltre 80.000 tonnellate di CO2 equivalente (o di 30 kg di CO2 equivalente per veicolo).

Inaugurato nel 2012 e gestito da Renault, il sito di Tangeri è destinato a diventare l’impianto a zero emissioni di anidride carbonica dell’Alleanza Renault-Nissan. A Tangeri, Renault adotta macchine che consentono di ridurre i consumi energetici e tecnologie che producono energia termica generando una quantità ridotta di gas a effetto serra, in partnership con il Regno del Marocco e Veolia Environnement.

Un altro esempio, questa volta della politica di continuo miglioramento dell’azienda è l’impianto di Sandouville, che dal 2012 riduce i propri consumi di gas naturale rifornendosi di vapore prodotto dai rifiuti industriali.

Inoltre, i pannelli fotovoltaici installati nei principali siti industriali del Gruppo, in Francia, Spagna e Corea, contribuiscono a ridurre l’intensità di carbonio dei mix elettrici locali.

La quota di energie rinnovabili o prodotte a partire da fonti rinnovabili è del 14,1% nel 2013, considerando tutti i siti. Per spingersi ancora oltre, Renault ha fissato l’obiettivo di aumentare la quota di energie rinnovabili (dirette e indirette) del 20% nei propri siti industriali entro il 2016.

 

Trasporti logistici: ottimizzare i tassi di riempimento come priorità

L’ 1,5% dell’impronta di carbonio per veicolo venduto è attribuibile alla logistica.

Nel 2013, l’implementazione del programma “Logistics eco²” è andato avanti in quattro ambiti di progresso chiave: riduzione del numero di chilometri percorsi (localizzazione dei fornitori, ottimizzazione dei tragitti), riduzione del numero di camion/container trasportati (ottimizzazione del tasso di riempimento dei camion/contenitori e degli imballaggi), sviluppo del trasporto marittimo, fluviale e ferroviario in alternativa a quello stradale, riduzione dei consumi di carburante (in partnership con i trasportatori).

 

Meno container e camion

L’obiettivo centrale è ottimizzare il tasso di riempimento dei container e dei camion. A titolo di esempio, nei tre principali flussi di esportazioni marittime dalla Francia, dalla Romania e dalla Spagna, il miglioramento dei tassi di riempimento dei container ha permesso di ridurre il numero di container dell’1% e di evitare l’emissione di circa 1100 tonnellate di CO2 equivalente. Allo stesso modo, l’ottimizzazione del riempimento dei camion in Europa ha permesso di evitare l’uso di 9.700 camion e l’emissione di circa 8.000 tonnellate di CO2 equivalente.

 

Più treni

L’introduzione di un 2o treno sull’asse logistico che collega Portogallo, Spagna e Nord della Francia ha permesso di evitare l’emissione di circa 7.000 tonnellate di CO2 equivalente.

 

Attività terziarie: ridurre i bisogni energetici

Le emissioni di CO2 derivate dalle attività terziare del Gruppo non sono trascurabili dato che rappresentano circa l’1% dell’impronta di carbonio totale.

Riguardano direttamente tutti i lavoratori di Renault.

 

Una gestione eco-responsabile del parco informatico

Tra il 2010 e il 2013, l’ottimizzazione del parco informatico del gruppo e del suo utilizzo ha permesso una riduzione del 22% della sua impronta di carbonio. Miglioramenti particolarmente degni di nota sono stati fatti nelle postazioni di lavoro, dove il consumo di elettricità è stato ridotto del 60% grazie all’ammodernamento dei PC e alla responsabilizzazione degli utenti. Oltre 15.000 persone in più hanno preso l’abitudine di spegnere il proprio PC desktop nel weekend. Tali iniziative hanno permesso di risparmiare circa 5.400 tonnellate di CO2 equivalente.

 

Soluzioni alternative per limitare lo spostamento dei dipendenti

Per limitare gli spostamenti dei dipendenti, Renault promuove il telelavoro. In Francia, 1.500 persone lavorano in modalità di telelavoro. Solo nel 2013, tale politica ha permesso di ridurre gli spostamenti di lavoro di 8,2 milioni di chilometri, evitando l’emissione di 1.200 tonnellate di CO2 equivalente. Per quanto riguarda l’offerta di trasporti collettivi sviluppata da Renault, ne beneficiano ogni giorno 3.000 lavoratori in Francia, 13.000 in Romania e 4.000 a Tangeri.

Il Gruppo propone anche l’uso di strumenti di videoconferenza e di condivisione dei documenti online per limitare il numero di viaggi professionali e quindi le emissioni di gas a effetto serra a essi associate.

 

no images were found


Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.