Porsche: pioniere dell’ibrido da 111 anni

Dalla prima auto ibrida alla Porsche Intelligent Performance

Fonte: Porsche AG

2 marzo 2011. Dall’inizio del secolo scorso si è associato il nome Porsche alle innovazioni avveniristiche
nel settore automobilistico. Fin dal 1896 Ferdinand Porsche, fondatore dell’attuale Dr. Ing.
h.c. F. Porsche AG di Stoccarda, si era occupato della progettazione e dello sviluppo delle
sue prime automobili. Il primo frutto di quest’attività era una vettura elettrica alimentata
da motori nei mozzi delle ruote comandate da un sistema di sterzaggio, la quale ebbe il
nome “Lohner-Porsche” e fece scalpore all’Esposizione Mondiale di Parigi del 1900.
Poco dopo Ferdinand Porsche dimostrava in modo sempre più impressionante la sua forza
innovativa: un’auto da corsa dotata di quattro motori elettrici nei mozzi delle ruote divenne
la prima vettura a trazione integrale del mondo che, inoltre, si mise in luce con il suo
impianto frenante su tutte e quattro le ruote. L’invenzione che Ferdinand Porsche presentò
successivamente era altrettanto visionaria: nello stesso anno 1900 abbinò i suoi motori a
batteria nei mozzi delle ruote con un motore a benzina.Così nacque il principio del motore
ibrido seriale.
Con la prima automobile ‘full hybrid’ perfettamente funzionante del mondo , la “Semper
Vivus” (sempre viva) Ferdinand Porsche si mosse in un campo nuovo della tecnologia. In
quest’auto due generatori accoppiati a motori a benzina formarono un gruppo elettrogeno
che alimentava di corrente elettrica sia i motori nei mozzi delle ruote sia le batterie. Grazie
al concept ‚full hybrid’, la “Semper Vivus” (“sempre vivo”) era anche in grado di percorrere
dei tratti piuttosto lunghi solamente con l’alimentazione elettrica, prima di attivare il motore
a combustione come gruppo elettrogeno. Per ridurre il peso e fare spazio per un motore
a benzina, Ferdinand Porsche impiegò nella “Semper Vivus” una batteria relativamente
piccola con 44 elementi soltanto. Per generare la corrente elettrica installò nella parte cen –
trale della vettura due motori a benzina DeDion-Bouton da 3,5 CV raffreddati ad acqua, i
quali alimentavano due generatori da circa 2,5 CV ciascuno. I due motori giravano separa –
tamente l’uno dall’altro ed erogavano rispettivamente 20 Ampere alla tensione di 90 Volt.
La corrente elettrica generata dalle dinamo alimentava in primis i motori nei mozzi delle
ruote, dai quali la potenza in eccesso veniva condotta alle batterie. Inoltre, grazie ad un
Salone dell’Automobile di Ginevra 2011 • Pioniere dell’ibrido da 111 anni 33
‘effetto collaterale’ del sistema, invertendo il senso di rotazione i generatori potevano fun –
gere anche da motori elettrici d’avviamento per i motori a benzina. Ferdinand Porsche con –
tinuò a sviluppare il suo concept del propulsore ibrido a partire dal 1901 con la Lohner-
Porsche “Mixte” e, dal 1906, con la “Mercedes Electrique”, fino a renderlo maturo per la
produzione in serie.
Un secolo dopo, nel marzo 2010, nell ambito del concept “Porsche Intelligent Performance”
la Porsche collocava il motore ibrido al centro della sua presentazione al Salone di Ginevra.
Uno degli highlight era il prototipo di un’auto sportiva ad alto rendimento con motore
centrale: la 918 Spyder con tecnologia ibrida plug-in. Un motore V8 a benzina da circa
500 CV basato sul motore da corsa da 3,4 litri della Porsche RS Spyder è abbinato a due
motori elettrici sull’asse anteriore e sull’asse posteriore con una potenza meccanica totale
di 218 CV. L’accumulatore agli ioni di litio consente l’alimentazione esclusivamente elettrica
con un’autonomia di 25 chilometri. In base al nuovo ciclo di prova europeo la 918 Spyder
consuma soltanto tre litri di benzina per 100 chilometri, cosa che corrisponde ad emissioni
di CO2 di soli 70 g/km.

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