Lunghe code nei Tesla Supercharger

Le code nei Tesla Supercharger peggiorano nei periodi di punta

di Stephen Edelstein

Fonte: GreenCarReports

 

5 Gennaio 2016. Dal lancio del network di ricarica rapida Supercharger DC nel 2012, Tesla Motors ha costantemente lavorato per aumentare il numero di stazioni in tutto il mondo.

Ma in alcuni casi, la rete esistente potrebbe non essere più in grado di tenere il passo alla domanda come conseguenza della concentrazioni di decine di migliaia di automobili Tesla Model S venduti negli Stati Uniti

La recente stagione delle vacanze – ed il conseguente aumento del traffico – ha portato alla congestione significativa in determinati siti Supercharger, secondo quanto riferito da analisti e proprietari di Tesla.

La congestione è destinata probabilmente solo a peggiorare poichè Tesla intende ovviamente ad aumentare le vendite e lanciare l’auto elettrica di maggior volume di produzione, la Model 3, osserva il sito finanziario Seeking Alpha.

Le cose sono andate particolarmente male il giorno dopo Natale presso il sito Tejon Ranch Supercharger a Lebec, in California.

Ben 15 vetture in coda alla volta ed i conducenti hanno aspettato fino a due ore per una carica, secondo messaggi del forum di Tesla Motors Club.

Il Tejon Ranch Supercharger è uno dei 37 siti Supercharger operativi in California, che ha la maggior concentrazione di siti rispetto qualsiasi altro stato americano.

Mentre le proporzioni delle code a Tejon Ranch è insolito, in Tesla sembrano essere almeno un pò ‘preoccupati perché potrebbe diventare più di un problema ricorrente.

La scorsa estate, Tesla ha inviato una lettera ai proprietari chiedendo loro di limitare l’uso dei Supercharger per la guida locale, in modo che i driver impegnati su viaggi più lunghi potrebbero più facilmente accedere alle stazioni.

Tuttavia, il suggerimento è stato accolto con ostilità dai proprietari.

Prima di allora, Tesla ha anche lanciato un aggiornamento della navigazione destinato a sedare l’ansia di autonomia.

E’ inclusa una funzione di “Range Assurance” che controlla costantemente se una macchina ha la carica sufficiente per raggiungere la sua destinazione e un pianificatore di viaggio che seleziona un percorso in base alle posizioni delle stazioni di ricarica.

Allora, il CEO di Tesla Elon Musk aveva proclamato che queste caratteristiche avrebbero posto fine all’”ansia di autonomia”, anche se il loro impatto nel mondo reale è probabilmente un po’ meno definitivo.

Inoltre, Tesla ha tranquillamente aumentato la propria rete di stazioni Supercharger DC con prese di Livello 2 AC.

Questi sono posizionati in luoghi dove le auto rischiano di rimanere fermi per lunghi periodi di tempo – come garage e parcheggi di alberghi – riducendo al minimo l’inconveniente dei tempi di ricarica più lunghi.

Ma Tesla potrebbe necessitare di fare ancora di più per tenere il passo con la domanda.

La casa automobilistica della Silicon Valley ha consegnato solo circa 50 mila vetture nel 2015, ma dice che spera di consegnare 500 mila vetture l’anno entro il 2020.

Le consegne dovrebbero aumentare drammaticamente con l’introduzione della Model 3, prevista per il 2017.

Quella macchina avrà un’autonomia di 200 miglia (320 km) e un prezzo base di 35 mila dollari senza gli incentivi, la metà di quella dell’attuale Model S più economico.

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