La Volkswagen Space up! Blue al Salone di Los Angeles

La space up! blue         
Rivoluzionaria propulsione pulita “made in Germany”
La Volkswagen presenta la prima vettura al mondo dotata di celle a combustibile ad alta temperatura
La space up! blue riesce a coprire le distanze cittadine utilizzando soltanto energia elettrica

• La rivoluzione nel mondo dei motori debutta California: in prima mondiale, la Volkswagen presenta al Los Angeles Auto Show (in programma dal 14 al 25 novembre) la concept car space up! blue, un van a emissioni zero compatto e sicuro di sé, che riprende lo stile del leggendario bus Samba. A bordo, per la prima volta al mondo, ci sono una cella a combustibile ad alta temperatura e un gruppo di dodici batterie agli ioni di litio. Se il motore elettrico della space up! blue (45 kW / 61 CV) viene alimentato solo a batteria, è possibile percorrere distanze di 100 chilometri, quanto basta per gestire tutti gli spostamenti all’interno di un’area urbana. In uno scenario futuro, questa Volkswagen a quattro posti diventerà la vettura ideale per tutti coloro che vorranno recarsi al lavoro, a fare attività sportive, a scuola, o semplicemente a fare shopping senza rilasciare emissioni nell’atmosfera.

• “Il pieno” di energia viene fatto attaccando la spina alla rete oppure mediante la cella a combustibile ad alta temperatura prodotta dalla Volkswagen. In questo caso l’autonomia aumenta di altri 250 chilometri e diventa quindi possibile percorrere ben 350 chilometri a emissioni zero con una sola “carica di energia”. A parte questo, il microvan sfrutta un’ulteriore fonte energetica: il sole, grazie a un ampio pannello solare sul tetto che produce fino a 150 Watt, accumulati poi nella batteria.

• Con la nuova cella a combustibile ad alta temperatura (HTFC) la Volkswagen introduce un sistema che rappresenta una svolta nella ricerca sulle celle a combustibile destinate alla produzione di massa. Le HTFC, infatti, presentano numerosi vantaggi rispetto agli altri sistemi dotati di celle a combustibile: peso decisamente inferiore, maggiori possibilità di impiego nella vita quotidiana, prezzo decisamente più vantaggioso e, di conseguenza, possibilità di essere sfruttate un giorno come tecnologie per la produzione di massa. La cella a combustibile ad alta temperatura è stata sviluppata in un centro ricerche Volkswagen creato ad hoc in Germania.

• Con la concept car esposta al Salone di Los Angeles la Casa automobilistica europea di maggior successo presenta, nel giro di soli due mesi, la terza variante della “New Small Family”. Come già la city car up! presentata all’IAA di Francoforte e la space up! presentata a Tokyo, anche la space up! blue è un piccolo miracolo di spaziosità. In soli 3,68 metri di lunghezza, 1,57 metri di altezza e 1,63 metri di larghezza offre infatti la spaziosità tipica di vetture decisamente più grandi. La gestione intelligente dello spazio sulla space up! blue, che nonostante i 1.090 chili della cella a combustibile e della batteria resta pur sempre “leggera”, è in gran parte merito della disposizione del motore: il motore elettrico a emissioni zero si trova nella parte posteriore della vettura, come già sul Maggiolino e sul Bulli (il celebre furgone Volkswagen). Sempre nella parte posteriore della vettura, e più precisamente sotto il divanetto posteriore, si trovano le batterie agli ioni di litio. La cella a combustibile ad alta temperatura, invece, è collocata nella parte anteriore della vettura.

La space up! blue       
Gli aspetti principali

La concept car Volkswagen sfrutta l’acqua e il sole

Gruppo energetico costituito da batterie agli ioni di litio, da una cella a combustibile e da un pannello solare
La space up! blue è la terza concept car della “New Small Family” Volkswagen

Los Angeles, California. USA. 16 novembre 2007. Con i suoi quattro finestrini sul tetto, la space up! blue ricorda il bus Samba degli anni Cinquanta. Tuttavia, con i suoi 3,68 metri di lunghezza, la concept car di oggi è più corta di quasi sessanta centimetri rispetto al Samba. Il “nuovo” è tutt’altro che una versione retrò del “vecchio”, ma i due van hanno un’affinità spirituale che va oltre i vetri sul tetto. Dal punto di vista costruttivo, per esempio, hanno in comune le porte a “farfalla” (o ad “armadio”), che si aprono in direzioni opposte, e la disposizione del motore nella parte posteriore del veicolo.

Motore elettrico e batteria

Mentre cinquant’anni fa nella parte posteriore del veicolo era un motore boxer ad assicurare la potenza, nel caso della concept ci pensa invece un motore elettrico, che eroga una potenza di 45 kW / 61 CV, compie fino a 10.000 giri al minuto e genera una coppia massima di 120 Newtonmetri. Questo gruppo propulsore a emissioni zero riceve l’energia di cui ha bisogno da dodici batterie agli ioni di litio che nel complesso generano dodici chilowattora (kWh). Con questa motorizzazione, la space up! blue raggiunge una velocità massima di 120 km/h. Scatta da zero a 100 km/h in soli 13,7 secondi.

Alimentata esclusivamente a batteria, la space up! blue ha un’autonomia di 100 chilometri. Per fare un paragone, una vettura ibrida alimentata esclusivamente dal motore elettrico – vale a dire con l’energia accumulata nella batteria – percorre in media due chilometri, ma il motore a combustione deve intervenire prima di aver percorso l’intera distanza. La space up! blue, che specialmente nelle zone urbane può essere alimentata esclusivamente a batteria, rappresenta quindi un approccio che va oltre la tecnologia ibrida. Per questo tipo di alimentazione sono però necessarie batterie agli ioni di litio ad alta capacità di carica che siano stabili dal punto di vista tecnico ed economicamente accessibili.

Grazie a loro si potrebbe progressivamente “elettrificare” il traffico, dapprima nelle grandi città, passando così dai motori a combustione ai motori elettrici. L’infrastruttura necessaria è semplice: prese elettriche! I parcheggi pubblici e privati e i parcheggi multipiano si dovranno progressivamente dotare di “pompe” per il rifornimento di energia per dare la possibilità di ricaricare i veicoli. Di notte, poi, i veicoli come la space up! blue potrebbero “fare il pieno” approfittando della tariffazione bioraria per l’energia elettrica, che in molti Paesi offre prezzi più vantaggiosi per la fascia notturna. Per le distanze medie che si percorrono ogni giorno nel traffico urbano la concept car space up! blue potrebbe sfruttare già oggi solo l’alimentazione a batteria, senza la cella a combustibile.

Cella a combustibile ad alta temperatura

Per poter percorrere senza emissioni distanze maggiori, potrebbe intervenire la cella a combustibile ad alta temperatura, che eroga una potenza di 12 kW e garantisce una grande spinta al motore elettrico.

Per generare energia elettrica, la cella a combustibile sfrutta l’idrogeno (H2). Due bombole di sicurezza integrate nel sottoscocca contengono fino a 3,3 chilogrammi di idrogeno compresso, quantità sufficiente ad alimentare il motore elettrico per 250 chilometri. Con la batteria completamente carica e il serbatoio dell’idrogeno pieno si ha quindi un’autonomia teorica di ben 350 chilometri. In teoria sarebbe possibile fare una gita dal Los Angeles Auto Show alla pittoresca Santa Barbara e ritorno senza fare rifornimento di energia. Queste distanze dimostrano che le vetture dotate di motori elettrici più una cella a combustibile saranno in grado di fare molto più che viaggiare all’interno delle città.

A parte il fatto che l’idrogeno dovrebbe essere prodotto in quantità sufficienti sfruttando l’energia rigenerativa, esiste un altro problema serio: tutte le celle a combustibile realizzate fino ad ora – vale a dire celle a combustibile a bassa temperatura – funzionano soltanto in un determinato range di temperatura. Se la temperatura aumenta in modo eccessivo, la generazione di energia si arresta. Pertanto, tutte queste celle a combustibile sono dotate di una tecnologia di raffreddamento e di umidificazione piuttosto ingombrante e impegnativa dal punto di vista costruttivo.
Proprio qui si inserisce la cella a combustibile ad alta temperatura sviluppata da Volkswagen, che elimina i numerosi svantaggi delle celle a combustibile a bassa temperatura (LTFC) note fino a questo momento. Una nuova membrana ad alta temperatura ed alcuni elettrodi studiati appositamente per la membrana stessa consentono di costruire sistemi di celle a combustibile decisamente più convenienti ed efficienti, come dimostra la concept space up! blue che la Volkswagen presenta a Los Angeles.

La membrana ad alta temperatura, unitamente ai nuovissimi elettrodi, a parità di rendimento energetico può essere “azionata” in un range di temperatura fino a 160 gradi. Per alimentare il veicolo è prevista una temperatura media di esercizio pari a 120°C, senza ulteriore umidificazione. Pertanto, rispetto alle LTFC, è sufficiente un impianto di raffreddamento e di gestione dell’acqua decisamente più semplice. Così si riducono notevolmente l’ingombro, il peso e i costi.

Spaziosità

Come già la city car up! presentata all’IAA di Francoforte e la space up! presentata a Tokyo, anche la space up! blue è un piccolo miracolo di spaziosità. In soli 3,68 metri di lunghezza, 1,57 metri di altezza e 1,63 metri di larghezza offre infatti la spaziosità tipica di vetture decisamente più grandi. La gestione intelligente dello spazio sulla space up! blue, che nonostante i 1.090 chili della cella a combustibile e della batteria ha pur sempre un peso contenuto, è in gran parte merito della disposizione del motore elettrico a emissioni zero, che si trova nella parte posteriore della vettura, come già sul Maggiolino e sul Bulli. Anche le batterie agli ioni di litio sono disposte nella parte posteriore della vettura. La cella a combustibile ad alta temperatura è invece collocata nella parte anteriore.

Design degli esterni

Il design degli esterni della space up! blue riprende consapevolmente gli elementi stilistici del leggendario bus Samba degli anni Cinquanta. Klaus Bischoff, Direttore del Design del marchio Volkswagen, spiega: “In fase di sviluppo della space up! blue il bus Samba per noi è stato una fonte di ispirazione. Specialmente in America questo simpatico veicolo non è mai stato dimenticato e ancora oggi è un simbolo di libertà e fa parte dell’identità della Volkswagen. Le sue caratteristiche stilistiche principali erano naturalmente i finestrini sul tetto, che con le loro superfici lisce e trasparenti conferivano al veicolo un aspetto distintivo. Questi elementi stilistici sono stati ripresi sulla space up! blue, che rende omaggio agli automobilisti Volkswagen negli Stati Uniti.”

La space up! blue si inserisce nella “New Small Family” come terza variante della famiglia. I tre modelli sono uniti dalla stessa filosofia di design, caratterizzata da forme semplici e lineari, e anche qui si riscontra un parallelismo con il bus Samba. I progettisti hanno volutamente rinunciato a qualsiasi elemento superfluo e anche la space up! blue è quindi caratterizzata da un’armonia completamente nuova tra il layout tecnico da un lato e il design emozionale dall’altro.
Per quanto riguarda i colori, gli esterni della space up! blue sono dominati da una tonalità champagne metallizzato che prende il nome di “Waterborne”. Verso l’alto spicca il tetto bianco che riprende lo stile del bus Samba, in contrasto con i finestrini laterali panoramici integrati e il pannello solare.

Frontale: caratteristiche tipiche della “New Small Family” sono, nella parte anteriore della carrozzeria, i fari inclinati verso l’interno, le prese d’aria orizzontali integrate tra i fari stessi (apertura ridotta per un’aerodinamica migliore), il logo VW sul cofano del vano bagagli (unico dettaglio degli esterni ad essere cromato) e il paraurti dalla superficie liscia.

La silhouette: come il Samba, sulla fiancata la concept presenta una lunga sezione vetrata e un montante posteriore vigoroso e dalla forma tipica Volkswagen. Il montante anteriore è stato collocato in posizione molto avanzata rispetto agli altri. Le due porte a “farfalla” con battuta centrale aprendosi in direzioni opposte ed estendendosi sull’intero spazio compreso tra i vani passaruota, quindi per l’intera lunghezza dei brancardi, consentono di accedere comodamente a tutti e quattro i posti a sedere. Elementi chiave sono i vani passaruota, al di sotto dei quali si nascondono i grandi cerchi da 18 pollici con pneumatici 165/50. Ciò che salta all’occhio in questa parte della vettura sono gli sbalzi anteriore e posteriore corti. Quello anteriore, dal mozzo al rivestimento esterno del paraurti, misura solo 53 centimetri, quello posteriore solo 59 centimetri. Risultato: proporzioni perfette.

Parte posteriore: inconfondibili sono anche gli elementi di design della parte posteriore. Per esempio la porta posteriore, che occupa praticamente l’intera superficie al di sopra del paraurti. Analogamente alla più piccola up!, al di sotto della porta posteriore divisa in due parti da 1/3 e 2/3, realizzata in materiale trasparente, sono integrate le luci posteriori. Aperta completamente, la porta lascia libera una larghezza di carico di 101 centimetri.
Grazie all’ampia carreggiata, pari a 1,42 metri la superficie esterna dei cerchi è perfettamente a filo con i vani passaruota. Gli unici dettagli che sporgono decisamente oltre la larghezza della vettura sono gli specchietti esterni circolari.

Design degli interni

Anche nella configurazione degli interni i designer della Volkswagen hanno esplorato strade nuove. Dal punto di vista cromatico l’abitacolo richiama le vernici della carrozzeria e i toni naturali tinta sabbia creano un ambiente accogliente. Questo spettro cromatico è stato abbinato ad elementi di contrasto bianchi e a dettagli traslucidi di colore arancione. Dall’interazione di tutti i colori, di tutte le forme e di tutti gli elementi del design è nato un abitacolo altamente tecnologico, accogliente e trendy al tempo stesso.

Il clou è rappresentato dai materiali: ampie porzioni delle superfici sono realizzate in materiali riciclati. Con maggior vigore rispetto al passato si è così creato un nuovo tipo di materiale, tecnico e pregiato al tempo stesso. Per il quadro strumenti e i pannelli delle porte, per esempio, si è utilizzata la cosiddetta bioplastica (biopolimeri), un materiale composito costituito da legno, materie plastiche e additivi, il cui aspetto granuloso è stato integrato nella configurazione dell’abitacolo.

La concezione degli interni

La space up! blue è una vettura a quattro posti pregiata che si rivela confortevole anche in caso di viaggi lunghi. I cuscini dei quattro sedili – lato guida, lato passeggero e i due posteriori – sono infatti costituiti da una schiuma di tipo airflow che si adatta automaticamente all’anatomia degli occupanti. Inoltre, la posizione dei sedili è piacevolmente rialzata e quindi estremamente confortevole. Nonostante la complessità del gruppo propulsore, lo spazio non risulta inferiore alle versioni dotate di “normali” motori a combustione: l’altezza interna (misurata tra la seduta dei sedili e il cielo del tetto), infatti, è pari a 1.030 millimetri nella parte anteriore e a 1.015 millimetri nella parte posteriore.
Ad eccezione del sedile lato guida, tutti i sedili possono essere ribaltati e rimossi. Con i sedili “semplicemente” ribaltati si crea una superficie che garantisce un volume di carico fino a 1.005 litri. Con quattro persone a bordo, il volume del vano bagagli fino al bordo del finestrino è pur sempre di 220 litri.

Comandi intuitivi

Essendo stata concepita come modulo comune a tutti i modelli della “New Small Family”, la plancia è stata ripresa completamente, salvo piccole modifiche, dalle due concept precedenti e offre tutto a portata di mano. Nel dettaglio, la space up!è dotata di due display centrali: sul monitor da 8 pollici vengono visualizzate varie informazioni, come la velocità, la riserva delle batterie, il volume di idrogeno e l’autonomia. Il monitor da 7 pollici in mezzo agli strumenti mostra invece l’aspetto e il funzionamento dei futuri sistemi di interfaccia uomo-macchina. Da qui si comandano tutte le funzioni possibili mediante un touchscreen che, grazie ai sensori di prossimità, reagisce a determinati movimenti delle mani.

La configurazione del menù è stata riorganizzata, in modo tale da consentirne l’uso anche a chi non è un esperto di informatica. I progettisti hanno separato volutamente il livello di “visualizzazione” da quello dei “comandi”. Sulla barra dei comandi sempre visualizzata ci sono le funzioni base, come la regolazione del climatizzatore e del volume dell’autoradio. Le ulteriori sottofunzioni del sistema – navigatore, telefono, radio, immagini, film, ecc. – sono state inserite in una sorta di giostra virtuale costituita dalle icone delle diverse funzioni del sistema (telefono, navigatore, ecc.). Agendo sul video è possibile far ruotare le icone per effettuare poi la scelta. Questo tipo di comando, oltre a essere visivamente spettacolare, è anche molto chiaro. Se nel menù principale appare la funzione desiderata, come ad esempio il telefono, grazie ai sensori di prossimità basta portare la mano verso il display per entrare nel relativo menù. Come già per i due membri della “New Small Family” presentati in precedenza, anche nel caso della space up! blue il nuovo tipo di comando è divertente, facilmente comprensibile in qualsiasi ambiente culturale e molto sicuro.

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