L’auto solare dell’Università del Michigan

Nuove frontiere per l’auto solare dell’Università del Michigan

Di Antony Ingram
Fonte: GreenCarReports

20 giugno 2013. Se volete sapere perché i veicoli elettrici in circolazione su strada non sono alimentati da pannelli solari montati sul tetto, ecco la risposta.

Tecnicamente è fattibile, ma bisogna fare a meno di servizi, comfort, prestazioni e addirittura costruire un veicolo che non sembri un asimmetrico campo da hockey da tavolo.

L’hockey da tavolo che vedete qui è quello dell’Università del Michigan (UM) che verrà iscritto nel 2013 World Solar Challenge – una corsa di resistenza di 1.800 miglia (circa 2900 km)  che si svolge durante una settimana e che attraversa gli aridi territori del subcontinente australiano.

Così come l’efficienza energetica del veicolo data dall’enorme superficie dei pannelli solari, il vento e la resistenza degli pneumatici – per avere un minimo attrito – sono di massima importanza.

Infatti, contrariamente alle aspettative iniziali, questo è il motivo per cui la vettura concorrente della UM mostra la sua strana forma asimmetrica.

L’ultima regola per le voci del World Solar Challenge ha visto una quarta ruota aggiunta alla formula. Le squadre non sono autorizzate a posizionare queste ruote a modo di gemellate, come replica di un disegno a tre ruote, dovendo invece essere in linea come una vettura normale. Ma non c’è nessuna normativa riguardo dove mettere il conducente per ridurre al minimo l’effetto sulla resistenza aerodinamica.

In precedenza, il conducente con il “culo nel secchio” (sul serio, è un secchio dove il conducente si siede …) era nella stessa carenatura nella parte anteriore.

Mettere il secchio nel mezzo della vettura – il posto più logico – comporterebbe altri problemi alla superficie del veicolo. Così, invece, l’opzione migliore è quella di mettere il driver tra una delle coppie anteriore e posteriore delle ruote. In questo caso, il conducente e due ruote sono situati all’interno di una carenatura su un lato della macchina e ogni ruota sull’altro lato della vettura ha una propria caratteristica aerodinamica.

Può sembrare insolito, ma è un modo intelligente per aggirare il problema e per garantire che il peso del veicolo sia uniformemente distribuito, l’elettronica della vettura e gli altri sistemi si trovano sul lato opposto, bilanciando il peso.
Ci sono anche altri vantaggi:

“Il design riduce anche l’ombreggiatura delle celle solari poichè il baldacchino è in un lato”, spiega Eric Hausman, team manager di progetto e senior in ambito industriale e nelle operazioni di ingegneria all’UM.

Mentre il team ammette che queste vetture, proprio come la loro, non rischiano di apparire presto sulle nostre strade, il collegamento di UM con le industrie e le aziende interessate (gli sponsor sono GM, Ford, Qatar Airways e Siemens) significa delle lezioni per la squadra che potrebbero avere applicazioni pratiche nel mondo reale.

Con cinque terzi posti in gara – così come sette vittorie nel North American Solar Challenge – UM spera di ritornare a casa con il primo premio di quest’anno.

Auguriamo loro la migliore delle fortune – mentre voi potete seguire la loro gara sul sito web della squadra.

Il World Solar Challenge 2013 si correrà dal 6 al 13 ottobre di quest’anno, da Darwin ad Adelaide, in Australia.

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