Challenge Bibendum. La sfida per la mobilità sostenibile

  • Fonte: Quattroruote

15 novembre 2007. Fa tappa di nuovo a Shanghai la nona edizione del Challenge Bibendum, la manifestazione organizzata da Michelin per tracciare gli scenari futuri in tema di mobilità sostenibile, che già nel 2004 si era tenuta qui.

Un evento al quale partecipano tutti i grandi costruttori, ma anche i produttori di componenti, le compagnie petrolifere e gli enti che si occupano di energia.

Oltre alle delegazioni provenienti da 50 Paesi, ai rappresentanti di università e centri di ricerca, è forte la presenza delle istituzioni (dall’Unione Europea all’Agenzia Internazionale per l’Energia fino al World Business Council for Sustainable Development), una conferma di come il tema ambientale stia diventando sempre più rilevante e urgente nelle agende dei governi.

La sede di questo forum non è causale: il Challenge Bibendum è tornato in Cina perché questo è il cuore del problema ambientale del Pianeta. Il governo cinese, che ha sostenuto la manifestazione inviando alla cerimonia d’inaugurazione Wang Gang, ministro della Scienza e della Tecnologia, promette di impegnarsi in un percorso di maggiore attenzione all’ambiente, ma è un fatto che la parte più ingente di emissioni si produce qui, dove vengono consumate enormi quantità di carbone, dove l’impatto dell’industria è ancora fuori controllo e dove il vorticoso sviluppo economico richiede energia a ritmi non sostenibili a lungo.

E la motorizzazione di massa fa il resto: nel 2002 in Cina circolavano 20 milioni di auto, che saranno 50 milioni nel 2010 e circa 100, secondo le previsioni, nel 2020. Con le riserve di petrolio che scarseggiano e il costo che ha toccato la soglia critica di 100 dollari al barile, si è arrivati al punto in cui, come ha ricordato José Silva Rodriguez, direttore generale per la Ricerca dell’Ue, non agire costrebbe di più che fare qualcosa.

Di questo e di ciò che, concretamente, le aziende e le istituzioni possono fare si discute da oggi e fino al 16 novembre nelle diverse tavole rotonde organizzate. Intanto, davanti allo Shanghai Automobile Exhibition Center sono esposti oltre 100 veicoli, un campionario di tutta la tecnologia disponibile oggi, o domani, per ridurre o eliminare le emissioni inquinanti: ibrido, elettrico, fuel cell e idrogeno. I veicoli sono anche oggetto di test su strada, con valutazione da parte di un team internazionale di esperti, che li giudicherà sotto il profilo dei consumi, ma anche della guidabilità.

Tra i grandi gruppi, oltre alla padrona di casa Michelin, ci sono Toyota, Ford, Hyundai, Daimler, Psa, Renault, Volkswagen, BMW, General Motors, Bosch e i più importanti costruttori cinesi, come Saic. Grande assente, la Fiat.

A rappresentare l’Italia c’è, però, Magneti Marelli, che espone una Panda e una Chery QQ equipaggiate con AMT, il sistema di gestione elettronica del cambio manuale, attuato idraulicamente.

Magneti Marelli è presente in Cina dal 1996, ha investito 75 milioni di euro e oggi possiede un centro di ricerca avanzato e tre stabilimenti, per un totale di 700 addetti. “Il mercato cinese è molto importante per noi”, ha dichiarato a margine della conferenza Piero Toselli, amministratore delegate di Magneti Marelli Powertrain. “Siamo arrivati qui nella fase di transizione dai carburatori ai sistemi di iniezione, che il governo di

Pechino ha imposto in tempi molto ristretti”, ha proseguito Toselli, “ora abbiamo accordi con i principali costruttori cinesi e le prospettive di crescita sono altissime. In particolare, il sistema AMT è molto richiesto perché offre la facilità di uso di un cambio automatico, a un prezzo molto più basso, con consumi ed emissioni minori”.

Nel gran finale, sabato 17, durante la cerimonia di chiusura del Challenge, i veicoli sfileranno per le strade di Pudong, il cuore ipermoderno di Shanghai.

Dall’inviata a Shanghai per Quattroruote, Laura Confalonieri.

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