La Volkswagen do Brasil nel 2012

Salone Internazionale dell’Automobile di San Paolo

24.000 collaboratori costruiscono oltre 820.000 vetture all’anno

Attualmente la Volkswagen do Brasil produce fino a 3.500 auto al giorno

La maggior Casa automobilistica del Brasile è nata nel 1953 vicino a San Paolo

· La Volkswagen do Brasil è stata fondata nel 1953 e conta oggi circa 24.000 collaboratori. La filiale sudamericana della

Fonte: Volkswagen Group Italia

Volkswagen è la maggiore Casa automobilistica brasiliana

L’azienda ha quattro stabilimenti (tre per la produzione dei veicoli e uno per la costruzione di motori), da cui escono ogni giorno fino a 3.500 veicoli e 3.800 motori. Le fabbriche di veicoli, ad Anchieta e Taubaté, insieme allo stabilimento São Carlos per la costruzione dei motori si trovano nello stato di San Paolo; il terzo sito produttivo dei veicoli si trova invece nella città di Curitiba, nello stato federale di Paraná.

Dalla fondazione della Volkswagen do Brasil gli stabilimenti dedicati hanno prodotto più di 20 milioni di auto.

Veicoli – 22 modelli diversi

· Gamma veicoli. Attualmente, l’offerta della Volkswagen do Brasil comprende 22 diversi modelli, venduti principalmente in Sudamerica e in parte esportati. Lo scorso anno, la filiale sudamericana della Volkswagen ha prodotto 828.400 veicoli.

· Vetture. I modelli prodotti dalla Volkswagen do Brasil comprendono, oltre alla Gol – campionessa di vendite in Brasile dal 1987 – la Voyage (ovvero la versione berlina della Gol), la Fox, la SpaceFox, la Space Cross e la CrossFox, la Polo e la Polo Sedan (berlina), e una Golf progettata specificamente per il mercato sudamericano sulla base della Golf IV. Dall’Europa vengono importati soprattutto modelli di classe media, media superiore e superiore: ad esempio la Passat CC (versione precedente al cambio di modello della Volkswagen CC), la Passat Variant, nonché le fuoristrada Tiguan e Touareg. Dallo stabilimento Volkswagen in Messico, invece, arrivano in Brasile la nuova Jetta e Jetta Variant (sulla base della Golf Variant VI).

· Veicoli commerciali. Tra i veicoli commerciali leggeri la Volkswagen do Brasil propone il pick-up Saveiro con cabina standard o allungata (su base Gol) e il Transporter (versione familiare su base T2). Dall’Argentina viene inoltre importato il pick-up Amarok. In Brasile vengono prodotti poi autocarri per trasporto leggero, medio e pesante, nonché telai di autobus presso lo stabilimento MAN di Resende, anch’esso di proprietà del Gruppo Volkswagen.

· Nuove sfide. La Volkswagen do Brasil intende perseguire una strategia di crescita anche in futuro, sebbene la concorrenza sia sempre più agguerrita.

Evidentemente il Paese, già ora sesta potenza industriale del mondo, vanta un importante potenziale di crescita per un numero sempre maggiore di Case automobilistiche. Attualmente poi si assiste a un mutamento delle esigenze della Clientela brasiliana, che privilegiano ricercatezza di design e tecnologie all’avanguardia. In Brasile la Volkswagen propone già oggi i più moderni veicoli. La produzione nazionale, da quasi 60 anni, ha consolidato i legami tra l’azienda e la società brasiliana, per cui la Volkswagen do Brasil è in grado di reagire più rapidamente, rispetto alla concorrenza, alle nuove condizioni di mercato. E non è tutto: anche in futuro la Volkswagen do Brasil avrà un ruolo da protagonista sul maggior mercato del Sudamerica. A conferma di questo la presentazione di una nuova concept car, in occasione del Salone Internazionale dell’Auto di San Paolo 2012 (dal 22 ottobre al 4 novembre).

Quattro stabilimenti – La Volkswagen produce in Brasile dal 1957

· Anchieta. Lo stabilimento Anchieta a São Bernardo do Campo, a meno di 30 chilometri da San Paolo, è il maggiore stabilimento di produzione Volkswagen in Brasile, oltre che sede del quartier generale e del reparto Sviluppo della Volkswagen do Brasil. Il primo stabilimento Volkswagen costruito oltre i confini della Germania è nato nel 1957 e, come quello tedesco di Wolfsburg, è stato oggetto di modernizzazione continua. Già nel 1970 a São Bernardo do Campo venne prodotto il milionesimo veicolo Volkswagen.

Anchieta si estende su un’area di 1.000.000 m2: l’equivalente della superficie di 140 campi da calcio! Qui 14.800 addetti producono le gamme Gol, Polo, Polo Sedan Saveiro e T2 Kombi.

· Taubaté. Costruito nel 1976, lo stabilimento di Taubaté occupa un’area di 288.000 m2 a circa 150 chilometri da San Paolo. Qui i circa 4.900 collaboratori costruiscono la Gol e la Voyage.

· São Carlos. Lo stabilimento per la produzione di motori di São Carlos (preso in gestione nell’ottobre 1996) ha una superficie di 50.000 m2 e si trova all’interno del Paese, a 240 chilometri di distanza da San Paolo. Circa 800 collaboratori vi producono l’intera gamma dei motori benzina, Diesel e a etanolo necessari per i modelli brasiliani.

· Curitiba. Nello stato di Paraná, più precisamente a São José dos Pinhais, a ca. 420 chilometri da San Paolo, si trova il quarto più recente stabilimento della Volkswagen do Brasil (inaugurato a gennaio 1999). Qui, nello stabilimento di Curitiba (300.000 m2), circa 3.500 collaboratori Volkswagen si dedicano alla produzione di Fox, CrossFox, SpaceFox e di una versione della Golf brasiliana.

I collaboratori – Circa 24.000 posti di lavoro in Brasile

· Formazione e aggiornamento. La Volkswagen do Brasil garantisce attualmente lavoro a circa 24.000 collaboratori.

Come avviene in qualsiasi altro sito produttivo Volkswagen nel mondo, questi collaboratori frequentano corsi di formazione permanente. Particolare attenzione in questo senso viene riservata ai tirocinanti: da oltre 50 anni, infatti, tra la Volkswagen do Brasil e il servizio statale di tirocinio industriale “Serviço de Aprendizagem Industrial” (SENAI), è attiva una collaborazione formativa, che poi trova applicazione negli stabilimenti di produzione brasiliani dell’Azienda. La Volkswagen do Brasil ha anche stretto un accordo secondo cui una somma pari all’1% degli stipendi corrisposti viene destinata al SENAI per finanziare centri di formazione.

· Presidente del Consiglio di Amministrazione. Dal 2007 Thomas Schmall ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione e CEO della Volkswagen do Brasil. In precedenza, Schmall, originario di Francoforte, era Presidente del Consiglio di Amministrazione della Volkswagen Slovakia a.s. a Bratislava e in quanto tale responsabile della produzione della Touareg, nonché delle carrozzerie di Audi Q7 e Porsche Cayenne. Thomas Schmall lavora per il Gruppo Volkswagen già dal 1991.

· Membri del Consiglio di Amministrazione. Del Consiglio di Amministrazione della Volkswagen do Brasil fanno parte anche Josef-Fidelis Senn (Personale), Egon Feitcher (Sviluppo Prodotti), Jutta Dierks (Vendite e Marketing), Otto Joos (Produzione), Carsten Isensee (Finanze), Alexander Seitz (Responsabile Acquisti), Richard Schwarzwald(Controllo Qualità), André Senador (Corporate Affairs e Stampa) ed Eduardo Barros (Consulenza Legale).

· Fornitori. La variegata e capillare rete di fornitori della Volkswagen do Brasil è costituita da più di 4.000 partner commerciali attivi, la cui sede si trova per la maggior parte nelle immediate vicinanze degli stabilimenti Volkswagen di San Paolo. Dal 1997 la Volkswagen do Brasil valuta ogni anno i propri fornitori migliori assegnando l’ambito riconoscimento “Volkswagen Supply Award”, sulla base di criteri come qualità, vicinanza al cliente, tecnologia, innovazione, ottimizzazione della produzione e relazioni commerciali. Vero obiettivo di questo riconoscimento è di arrivare ad avere anche in Sudamerica gli stessi elevati standard di qualità raggiunti in Europa o nel nuovo stabilimento di Chattanooga, in Nord America.

La Volkswagen do Brasil – Ambiente e impegno sociale

Maggiore il successo, maggiori le responsabilità

La Volkswagen punta sulle energie rinnovabili e sull’impegno sociale

La Volkswagen è la prima Casa automobilistica del Brasile a investire nella produzione di energie rinnovabili

La Volkswagen do Brasil garantisce l’approvvigionamento gratuito di acqua potabile a 140.000 persone

La Volkswagen sostiene la formazione dei ragazzi e il n.1 tra gli sport: il calcio

Con la filosofia “Think Blue. Factory.”, la Volkswagen si è prefissata obiettivi chiari per l’organizzazione ecocompatibile di tutti i propri siti produttivi. Entro il 2018 l’impatto ambientale di tutti gli stabilimenti Volkswagen dovrà infatti diminuire del 25%. In concreto, ciò si traduce in tutti i siti produttivi, in una riduzione del 25% del consumo di energia e acqua, di rifiuti ed emissioni.

In linea con questo obiettivo, tutti gli stabilimenti di produzione della Volkswagen do Brasil hanno ottenuto la certificazione secondo la normativa internazionale ISO 14001 sui sistemi di gestione ambientale. Inoltre, il management degli stabilimenti è costantemente impegnato nel promuovere una produzione sostenibile.

La Volkswagen è stata anche la prima Casa automobilistica del Brasile a commercializzare già a marzo 2003 i veicoli Flexi-Fuel (a benzina e/o bioetanolo). Questa innovativa tecnologia consente l’impiego di alcol ottenuto dalla distillazione della canna da zucchero, per cui le emissioni di CO2 del veicolo vengono eliminate già in fase di produzione del carburante (fotosintesi).

Attualmente inoltre, la Volkswagen do Brasil ha investito 120 milioni di Euro in due centrali idroelettriche. La prima è in funzione già da marzo 2010, mentre il secondo impianto sarà ultimato l’anno prossimo. I due impianti erogheranno una potenza complessiva di 48,2 Megawatt all’anno, fornendo così all’azienda quasi il 40% dell’energia necessaria. Con questo progetto, la Volkswagen è la prima Casa automobilistica in Brasile a investire nella produzione di energie rinnovabili. Entrambe le centrali, come gli stabilimenti Anchieta, Taubaté e São Carlos, si trovano nello stato di San Paolo.

Il relativo processo di costruzione ha permesso la creazione di circa 500 nuovi posti di lavoro nella regione.

Al potenziamento della produzione di energie rinnovabili la Volkswagen affianca una serie di progetti a tutela dell’ambiente nella regione. Ad esempio, ha creato intorno al lago della centrale una “cintura verde” lunga 5,8 km: con i suoi 116,5 ettari di superficie complessiva, l’area boschiva è parte di un programma di riforestazione con 100 specie arboree autoctone. Per la salvaguardia delle specie animali di questa regione è stato introdotto poi un ulteriore programma, il “Fauna Monitoring and Preservation Program”.

Responsabilità sociale

Pompe per la fornitura gratuita di acqua potabile.

Parallelamente al proprio impegno a favore dell’ambiente, la Volkswagen do Brasil è attiva in numerosi ambiti sociali. Di particolare rilevanza in tal senso è un progetto che prevede la donazione di pompe per la fornitura di acqua potabile a regioni e comunità povere.

Grazie a questa iniziativa, sono oltre 100.000 le persone che ottengono accesso ad acqua potabile pulita e gratuita; entro la fine del 2012 nelle diverse regioni dovranno essere in funzione oltre 1.000 pompe, per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile a circa 140.000 persone.

Fundação Volkswagen

È forte il legame tra la Volkswagen do Brasil e la società brasiliana. Su questa base, l’Azienda ha creato, 33 anni fa, la “Fundação Volkswagen”, che solo negli ultimi dieci anni ha aiutato oltre un milione di studenti. La fondazione rappresenta il completamento dei programmi di formazione statali in Brasile. La sua strategia consiste nel promuovere la collaborazione tra settore pubblico e privato, attraverso un’attività di sinergia e la realizzazione comune di progetti, migliorando così la qualità della vita dei brasiliani.

Per realizzare questo obiettivo, la “Fundação Volkswagen” ha da sempre puntato in modo chiaro sulla promozione dell’educazione e della formazione delle persone. Questa sua opera si articola in progetti di ordine più generale come:

· “Estudar pra Valer!” (“Studiare per riuscire!”) – il progetto è rivolto alla formazione e all’aggiornamento di insegnanti e manager negli organi centrali dell’istruzione pubblica.

· “Entre na Ronda” (“Unisciti al gruppo”) – il progetto promuove la voglia di leggere e di confrontarsi con la lingua attraverso l’impegno di insegnanti, bibliotecari e volontari.

· “Brincar” (“Giocare”) – il progetto è rivolto alla formazione di insegnanti e pedagoghi, per permettere ai bambini di sviluppare la propria personalità senza paura, attraverso il gioco.

· “Aceleração da Aprendizagem” (“Apprendimento accelerato”) – il progetto sostiene in modo mirato alunni di 2ª, 3ª e 4ª classe della scuola elementare, affinché non rimangano indietro rispetto ai loro coetanei.

· “Pró-Educar Brasil” (“Pro educazione in Brasile”) – il progetto sostiene una formazione di elevata qualità in comunità e città nella parte nord-orientale del Brasile.

· Il progetto “Jogo da Vida em Trânsito” (“Il gioco della vita nel traffico”) è un gioco che si rivolge a bambini e ragazzi in quanto utenti della strada, per rafforzare la relativa consapevolezza dei pericoli.

· “Aprender com a Pinacoteca” (“Imparare attraverso la mostra”), infine, ha per obiettivo quello di aumentare la consapevolezza degli educatori relativamente al potenziale pedagogico delle arti.

Partner di questo progetto è la Pinacoteca dello stato di San Paolo.

Per il proprio impegno sociale, nel 2011 la Volkswagen do Brasil ha ricevuto il “Community Award LEF” (LEF= Libertà, uguaglianza e fraternità) della Camera di Commercio franco-brasiliana, nella categoria “Workforce”. Si tratta di un riconoscimento dato ad aziende che realizzano progetti di sostenibilità particolarmente meritevoli.

Sewing the Future

“Sewing the future”, vale a dire “Cucire il futuro”, è un progetto di ampio respiro con cui la Volkswagen do Brasil sostiene e promuove l’iniziativa personale.

“Sewing the Future” aiuta le donne disoccupate a porre le basi per un posto di lavoro.

L’obiettivo è fornire loro le competenze necessarie per diventare professioniste del cucito, offrendo quindi un’opportunità di reddito. Come materia prima per la produzione e la vendita di nuovi prodotti, ad esempio pantofole, viene utilizzato l’abbigliamento da lavoro smesso dei dipendenti della Volkswagen do Brasil. Affinché il salto verso l’indipendenza possa diventare realtà, la formazione include inoltre nozioni fondamentali di organizzazione e gestione aziendale. Al momento a questo progetto, organizzato nella città di São Bernardo do Campo, partecipano circa 160 donne.

Progetti calcistici per i settori giovanile, amatoriale e professionale

Il primo sport nazionale si trasforma in una grande opportunità

La Volkswagen è attiva a livello mondiale in numerosi progetti riguardanti il calcio. Lo spettro varia dai settori giovanile e amatoriale fino al calcio professionistico. Anche in Brasile la Volkswagen sostiene il primo sport nazionale in tutte le categorie.

L’impegno sociale e il calcio si fondono con successo nel progetto di sostegno “A chance to play”, promosso dal Consiglio di gestione della Volkswagen e dalla Federazione Internazionale “terres des hommes Deutschland”. Dopo il riuscito avvio in occasione dei Campionati Mondiali di Calcio in Sudafrica (2010), nel 2011 è stata posta la prima pietra per portare avanti questa iniziativa in Brasile.

Il progetto, nato grazie al contributo dei dipendenti della Volkswagen, si propone di sostenere le nuove leve del calcio in Brasile e, nel contempo, di offrire nuove prospettive di sviluppo ai bambini e ai giovani meno fortunati. In questo contesto, dovranno essere incentivati speciali programmi di apprendimento e formazione destinati a bambini e giovani. La Volkswagen collabora, ad esempio, con la Fondazione Calcio e Sviluppo, che in Sud America coordina l’ampia rete del calcio da strada e vede questo sport non solo come attività sportiva motivante, ma anche come strumento pedagogico.

Già oggi, la Volkswagen devolve al progetto “A chance to play” in Brasile ben 1,8 milioni di Euro.

Sempre in tema di sostegno ai giovani, dal 2009 il torneo Volkswagen Junior Masters, istituito nel 1999 in Germania, si è affermato anche in Brasile. Da allora, ogni due anni le squadre giovanili brasiliane, in occasione dei Campionati Mondiali ed Europei, partecipano al campionato World Masters in cui si sfidano i migliori a livello nazionale provenienti da circa 20 Paesi. Il vincitore del Volkswagen Junior World Masters 2010, disputato a Barcellona, è stato proprio il Brasile (Santos FC).

Nel settore del calcio professionistico, dal 2010 la Volkswagen do Brasil sostiene la squadra nazionale e la Confederazione Brasiliana di Calcio “Confederação Brasileira de Futebol” (CBF). Dall’inizio del 2012, la Volkswagen ha scelto come ambasciatore del Marchio Neymar, un calciatore professionista del Santos FC, e sostiene l’attività giovanile della federazione.

Con i Campionati Mondiali di Calcio del 2014 e dei Giochi Olimpici di Rio nel 2016, il Brasile ospiterà entrambi gli eventi più importanti e di maggior portata del mondo sportivo. Grazie al suo grande impegno sportivo e sociale, la Volkswagen sarà presente, e continuerà a esserlo anche dopo questi due grandi eventi.

La Volkswagen do Brasil – Auto per l’America Latina

Nuove Gol e Voyage, generazione 2013

Con BlueMotion Technology e nuovo design Volkswagen

Oggi: le gamme Gol e Fox sono bestseller in Brasile

Storia: la Karmann Ghia 145 TC e la Volkswagen SP2 sono storiche ambite

La Volkswagen do Brasil vanta attualmente una gamma composta da 22 modelli. Di questi fa parte anche la Gol, nella nuova versione presentata a luglio di quest’anno, da ormai 25 anni campionessa indiscussa di vendite in Brasile. Ci sono, inoltre, la Voyage (ovvero la versione berlina della Gol), la Fox, la popolarissima CrossFox, la SpaceFox, la Space Cross, la Polo, la Polo Sedan (versione berlina), e un modello di Golf progettato specificamente per il mercato sudamericano.

Dall’Europa vengono importati soprattutto modelli di classe media, media superiore e superiore: ad esempio la Passat CC (versione precedente al cambio di modello alla Volkswagen CC), la Passat e la Passat Variant, nonché le fuoristrada Tiguan e Touareg.

Dallo stabilimento Volkswagen in Messico invece, arrivano in Brasile la nuova Jetta e Jetta Variant (sulla base della Golf Variant VI).

Tra i veicoli commerciali leggeri la Volkswagen do Brasil propone il pickup Saveiro (su base Gol) con cabina standard o allungata e il

Transporter (versione familiare su base T2). Dall’Argentina, inoltre, la Volkswagen do Brasil importa il pick-up Amarok.

In Brasile poi anche i modelli classici sono ancora molto popolari.

Tra quelli più richiesti troviamo le coupé create appositamente per il Brasile negli anni ’70, ovvero la Karmann Ghia 145 TC e la leggendaria SP2 o SP1.

Di seguito una dettagliata presentazione delle versioni più attuali della Gol e della Fox, insieme a un viaggio nel tempo, all’epoca della Karmann Ghia TC 145 e della Volkswagen SP.

Modelli attuali – I bestseller della Volkswagen do Brasil

La gamma Gol

La Gol è per il Brasile ciò che la Golf rappresenta per l’Europa. Il modello compatto in vendita dal 1980 è leader di mercato in Brasile ininterrottamente da 25 anni e finora ne sono stati prodotti oltre 7 milioni di esemplari (di cui un milione esportato in 60 Paesi in tutto il mondo).

Sulla nuova Gol si basa anche la versione berlina, Voyage, che ne riprende tecnica, design e propulsori, anche se questa compatta versione tre volumi offre il bagagliaio separato, tanto popolare in Brasile. Lo stile della Gol e della Voyage si presenta ora allineato all’attuale DNA Volkswagen, caratterizzato da un look moderno e decisamente più curato. I due modelli, inoltre, adottano numerose soluzioni tecnologiche innovative per il mercato locale.

Le versioni di accesso della Gol e della Voyage montano un nuovo motore da 1 litro. Questo propulsore, ribattezzato TEC (Tecnologia para Economia de combustível), raggiunge la coppia massima già a bassi regimi garantendo maggior comfort di marcia e potenza a fronte di una riduzione di consumi ed emissioni di CO2. Come tutti i propulsori delle vetture Volkswagen prodotte in Brasile, il TEC può essere alimentato a etanolo, benzina o con una miscela di entrambi i carburanti in qualsiasi proporzione. Se alimentato a etanolo, il TEC eroga 76 CV di potenza; 72 CV in modalità di funzionamento a benzina.

Per poter essere impiegato sulla nuova Gol e sulla nuova Voyage, è stato ridotto l’attrito interno e quindi il consumo del motore da 1,6 litri (EA111). Con alimentazione a etanolo la potenza erogata raggiunge i 104 CV; se alimentato a benzina, i cavalli sono 101.

Su richiesta, è possibile ordinare il motore da 1.6 litri con un cambio automatico sequenziale (ASG). Queste versioni I-Motion della Gol e della Voyage offrono così il meglio di due mondi: il comfort del cambio automatico e l’efficienza meccanica di un cambio manuale.

A prescindere da questo, il prezzo del cambio I-Motion, se confrontato con quello di un tradizionale cambio automatico con convertitore di coppia, risulta estremamente competitivo per il mercato brasiliano, molto sensibile ai prezzi.

La Volkswagen propone inoltre entrambi i modelli con un pacchetto BlueMotion Technology, che prevede dotazioni quali pneumatici con ridotta resistenza al rotolamento e indicazione digitale della marcia.

Ne consegue che i consumi di carburante si riducono fino all’8%. I nuovi modelli sono stati infine dotati di un’elettronica completamente rielaborata, che consente di installare numerose dotazioni comfort finora sconosciute in questa classe in Brasile.

La gamma Fox

Con la gamma Fox, composta dall’omonima city car (lunghezza: 3,97 m), dalla Cross-Fox (vettura della classe superiore migliorata con dotazioni off-road) e dalla SpaceFox con i suoi quasi 4,2 m di lunghezza, la Volkswagen do Brasil punta a nuovi record di vendite.

Per la Fox è disponibile come motorizzazione base il propulsore TEC da 1 litro montato anche sulla nuova Gol con 76 CV di potenza se alimentato a etanolo (72 CV a benzina). Tutte le altre varianti di allestimento delle tre gamme montano il motore 1.6. Se alimentato a etanolo, il 4 cilindri sviluppa 104 CV di potenza, 101 CV con alimentazione a benzina. Anche in questo caso è possibile ordinare il motore 1.6 in abbinamento al cambio sequenziale automatico (ASG).

Tutti i modelli Fox sono dotati di trazione anteriore. Alla fine del 2009 l’intera gamma ha subito un restyling completo, con esterni e interni di nuova concezione, fortemente migliorati rispetto al modello precedente.

Modelli storici – I classici della Volkswagen do Brasil

Karmann Ghia TC 145 (1970)

Seguendo l’esempio della Volkswagen, nel 1960 Karmann fondò una filiale a São Bernardo, vicino alla metropoli di San Paolo, a due chilometri dallo stabilimento Volkswagen. All’inizio vi venivano prodotte la Karmann Ghia Coupé e alcune altre vetture cabriolet, in versioni lievemente modificate. Quando, a partire dal 1969 si registrò un netto calo dei volumi di vendita, fu necessario trovare un nuovo modello: nacque così la 145 TC. Anche la Touring Coupé aveva origini tedesche.

Già all’inizio degli anni ’60 a Wolfsburg stava avvenendo il complesso sviluppo di due nuovi modelli: il Tipo 4 (prodotto come 411) e il Tipo 5 (che non andò in produzione). Per entrambe le vetture, la Volkswagen progettò una versione coupé (EA 239) e una versione cabriolet (EA 237), ma non in collaborazione con Karmann, bensì con lo studio di design torinese Farina (oggi: Pininfarina).

Dopo che gli italiani nel 1968 avevano presentato il loro prototipo, la Volkswagen voleva comunque vedere una proposta alternativa da parte di Karmann. La casa di Osnabrück propose la 143 TC: una due volumi coupé sulla base della Karmann Ghia Tipo 14. Si trattava di un modello che riprendeva chiaramente le forme barocche dell’originale e che non trovò seguito a Wolfsburg. Per Rudolf Leiding, allora Presidente della Volkswagen do Brasil, la variante Ghia era invece proprio il modello giusto per il Brasile. Il prototipo fu sottoposto ancora una volta a significative modifiche ed entrò in produzione negli stabilimenti di Karmann Ghia do Brasil come Tipo 145 TC.

Sotto il grande portellone si trovava un bagagliaio alto ma spazioso.

All’interno era possibile variare la capacità del bagagliaio attraverso l’abbattimento del divano posteriore sdoppiabile del modello 2+2 posti.

Uno sportellino nello scomparto posteriore, ripreso dal Tipo 3, consentiva di accedere al motore a due carburatori, 1600 cm³ di cilindrata e 54 CV di potenza, anch’esso mutuato dal Tipo 3. La piattaforma utilizzata continuò a essere il gruppo pianale vettura Karmann Ghia con assale oscillante, impiegato fino a quel momento, dotato di freni a disco anteriori e posteriori a tamburo. Sui cerchi in acciaio da 15 pollici erano montati pneumatici da 165. La TC risultò più lunga di 65 mm (4.205 mm), ma più stretta di 14 mm (1.620 mm) e più bassa di 16 mm (1.314 mm) rispetto alla coupé Tipo 14. La sudamericana venne prodotta in serie a partire dall’agosto 1970.
Quando tre anni dopo la TC uscì di scena erano 16.746 gli esemplari prodotti fino a quel momento.

Volkswagen SP2 (1972)

La SP2 è un’accattivante vettura sportiva che oggi trova un’ampia cerchia di fan anche in Europa, ma che non venne mai venduta al di fuori del Sudamerica: in Europa e in Nord America esistevano infatti già da tempo la VW-Porsche 914 e la Scirocco; quest’ultima con il suo sistema di raffreddamento ad acqua risultava già decisamente all’avanguardia. Le tracce della SP2 conducono a São Bernardo do Campo, nel distretto di San Paolo (SP), città le cui iniziali hanno dato il nome a questa insolita Volkswagen.

La SP si basava su una piattaforma simile alla Ghia, la denominazione interna “Tipo 149” dimostra questa affinità. A contribuire all’asse anteriore non è stato il Tipo 3, come talvolta erroneamente indicato, bensì il Maggiolino. Pur mantenendo quasi la stessa larghezza della Karmann Ghia (1.610 mm), la SP2 era leggermente più lunga (4.212 mm) e anche più bassa (1.158 mm). La due posti rinunciava a un divano posteriore d’emergenza, ospitando invece un vano bagagli sotto al grande portellone. La capacità di carico del vano sotto al lungo cofano anteriore risultava invece limitata, poiché estremamente basso.

Su richiesta, i sedili sportivi erano disponibili con rivestimento in vera pelle. Pomello della leva del cambio, impugnatura del freno di stazionamento e pomelli delle leve di riscaldamento furono invece realizzati in legno nella dotazione standard. La SP montava cerchi da 5,5 x 14 pollici e pneumatici da 185. L’accesso al motore era consentito da uno sportello nella zona posteriore. Le motorizzazioni disponibili erano due: un propulsore 1.6 54 CV e un 1.7 65 CV. La versione con il motore di cilindrata più piccola si chiamava SP1.

A prescindere dal rapporto finale più corto del cambio a quattro marce del Maggiolino, la SP1, rispetto alla sorella maggiore, era priva di indicatore di temperatura dell’olio e di indicatore carica batteria, luce di lettura nella porta lato passeggero e tergicristalli a due velocità con funzione intervallata. Raggiungeva una velocità massima di appena 149 km/h rispetto ai 161 della SP2, le cui vendite furono di gran lunga maggiori.

L’iniziativa di mettere in produzione la SP si deve all’allora Presidente della Volkswagen do Brasil, Rudolf Leiding. Originario di Wolfsburg, secondo molti non scevro da velleità creative, sembra che avesse realizzato personalmente i primi schizzi della coupé sportiva. L’auto venne interamente ideata esclusivamente in Brasile, negli stabilimenti Volkswagen. Nel mese di aprile del 1971 la Volkswagen do Brasil presentò il prototipo al pubblico a San Paolo e un anno dopo, a maggio, iniziò la produzione in serie, questa volta negli stabilimenti della Karmann Ghia do Brasil. Fino all’uscita di produzione, nel 1976, vennero assemblati comunque 11.123 esemplari di SP. In Germania la coupé non venne mai messa in vendita ufficialmente, poiché lo sviluppo qui era un passo avanti: si assisteva già al passaggio a modelli con sistemi di raffreddamento ad acqua, e quindi alla Scirocco.

Brasile – Mercato dell’auto di una potenza industriale

Il Brasile come sesta potenza economica mondiale

Enormi opportunità di crescita nonostante problemi strutturali

Il Brasile produce un PIL di 2.500 miliardi di dollari

Dal 2010 al 2020 le vendite di autovetture potranno raddoppiare raggiungendo quota 6,6 milioni

Sia per superficie, sia per la sua popolazione, il Brasile è il quinto stato più grande del mondo, preceduto per popolazione soltanto da Cina (1), India (2), Stati Uniti (3) e Indonesia (4). In questo Paese vivono circa 195 milioni di persone. Già oggi, con un prodotto interno lordo (PIL) di 2.500 miliardi di dollari (2011 / fonte: Ministero degli Esteri, Germania) il Brasile è la sesta potenza economica mondiale. Per il 2012, in Brasile è prevista una crescita economica dal 3 al 3,5%. “Nonostante la crisi finanziaria ed economica internazionale”, afferma il Ministero degli Esteri, “il commercio con l’estero del Brasile è cresciuto del 27,5% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 482,9 miliardi di dollari nel 2011”.

Un’analisi precisa del mercato dell’auto brasiliano è stata effettuata lo scorso anno dalla società di consulenza strategica Roland Berger.

Ecco un estratto dello studio, che consente di dare uno sguardo in profondità al mercato dell’auto brasiliano:

In passato maggior debitore a livello mondiale e a rischio insolvenza nel 2002, il Brasile è ormai da tempo uno dei motori trainanti dell’economia globale, insieme a Russia, India e Cina (BRIC). I giacimenti di petrolio e gas di recente scoperta fanno del Paese un importante fornitore di energia a livello internazionale.

Il Brasile dispone di oltre un quarto della superficie agricola mondiale utilizzata, è il secondo maggior produttore mondiale di bio20 carburanti e ne è il maggiore esportatore. Da qui proviene sia la metà della produzione globale di cereali grezzi sia delle esportazioni mondiali di carne bovina. Nel 2014 in Brasile avrà luogo il Campionato Mondiale di calcio e due anni dopo il Paese ospiterà i Giochi Olimpici. Successivamente, si aggiudicherà con ogni probabilità il quinto posto nella classifica delle maggiori potenze economiche mondiali, superando Francia e Gran Bretagna.

La nazione brilla così di una nuova luce, come “Paese del futuro”

I brasiliani hanno superato quasi indenni la crisi finanziaria mondiale. Stimolata, prima della crisi, dall’abbondante disponibilità di liquidità a livello mondiale, dagli elevati prezzi delle materie prime e dalla potente crescita globale, l’economia del Paese continua, anche successivamente, a crescere a un ritmo inarrestabile, con tassi di crescita annuali del 5% circa nel periodo dal 2003 al 2008 e raggiungendo addirittura il 7,5% nel 2010. I salari in crescita aumentano il benessere e, allo stesso tempo, l’inflazione. Quest’ultima è passata dal 4,2% di ottobre 2009 a un pericoloso 6,5% ad aprile 2011. Gli elevati tassi di interesse per bloccare l’inflazione attirano nel Paese capitali stranieri. Questo conduce a una massiccia rivalutazione del Real, con una significativa perdita di competitività dei comparti industriali la cui produzione è destinata all’esportazione.

“La prima grande prova per Dilma”, titola anche il britannico The Economist di fronte a questi scenari, ricordando al Presidente e “Lady di ferro” Dilma Rousseff che la battaglia contro il minaccioso surriscaldamento della congiuntura è appena cominciata. Il World Economic Outlook prevede già una crescita massima del 4,5% per l’anno prossimo – comunque nessun motivo, per la Deutsche Bank, di scostarsi dalle sue previsioni ottimistiche. Quest’ultima infatti ritiene che “la stabilità macroeconomica e politica del Brasile costituisca la base per una crescita economica continua e per la sua crescente importanza politica internazionale, soprattutto rispetto ai Paesi industrializzati”.

Con il crescente benessere aumenta anche il desiderio di mobilità individuale dei brasiliani; si acquista un numero di automobili sempre maggiore e dalle caratteristiche sempre migliori.

Allo stesso tempo l’auto è un simbolo dell’ascesa sociale: le richieste in termini di design e di visibilità delle dotazioni aumentano. Ad approfittare del crescente potere d’acquisto sono affermati marchi di prestigio, così come costruttori di nuovi modernissimi modelli o fornitori innovativi che provvedono al miglioramento dei veicoli. Per le Case automobilistiche cinesi e indiane il Brasile rappresenta il banco di prova delle loro campagne globali; entro la fine del decennio potrebbero infatti conquistare una quota di mercato superiore al 10%.

Secondo i calcoli di Roland Berger Strategy Consultants, in Brasile già soltanto le vendite di autovetture potrebbero raddoppiare dal 2010 al 2020, raggiungendo i 6,6 milioni di unità; la produzione potrebbe crescere da 3,6 milioni di auto (2010) a 5,5 milioni. Già nel 2015 il Brasile potrebbe diventare il terzo maggiore mercato di autovetture dopo Cina e Stati Uniti, scalzando così il Giappone.

Anche per quanto riguarda i veicoli commerciali, entro il 2018 si prevede una crescita annua dell’8%.

È soprattutto il comportamento degli automobilisti brasiliani al momento dell’acquisto dell’auto a modificare in modo deciso la struttura dell’offerta. Dopo essere stato per decenni un mercato al quale venivano destinate – rispetto ai Paesi altamente industrializzati – tecnologie automobilistiche obsolete, orientate piuttosto alle necessità di una nazione in via di sviluppo, con il crescente benessere il Brasile vede aumentare le richieste di veicoli prodotti dalle maggiori Case automobilistiche. In passato, l’ultima versione dei modelli più venduti in tutto il mondo arrivava sul mercato brasiliano in media dopo cinque anni, oggi invece dopo un massimo di due anni.

Questo cambiamento è più evidente nel segmento Premium.

Prima, nel 2006, le Case automobilistiche di lusso riuscivano a vendere in Brasile appena 150.000 veicoli, provenienti soprattutto da Europa, Giappone e Corea.

Nel 2010 erano già quasi 670.000. Nel 2014 potrebbero essere circa un milione – un volume che, secondo le stime di Roland Berger, costringerà i costruttori a ripensare (nuovamente) la produzione locale.

In Brasile, gli automobilisti stanno diventando molto esigenti anche per i veicoli del segmento inferiore, un mercato importante perché 6 automobili immatricolate su 10 sono di piccole e medie dimensioni.

Per molto tempo si sono accontentati di tecnologie obsolete, finché il design si presentava in certa misura innovativo. Questi tempi sono finiti. Le auto devono continuare a essere convenienti, ma anche aggiornate.

Di conseguenza, diventa fondamentale introdurre auto più moderne in America Latina, per rimediare alla mancanza di nuovi veicoli attraenti e al passo con i tempi. Il 61% dei circa 24 milioni di veicoli ha meno di 10 anni (quasi la stessa percentuale degli Stati Uniti). Per il bilancio delle emissioni di CO2 non si tratta assolutamente di un fatto negativo, poiché, nella potenza sudamericana, più della metà del carburante viene ricavato dalla canna da zucchero, con un impatto ambientale quasi uguale a zero.

I veicoli elettrici, nonostante l’elevata quota di energia ad emissioni zero disponibile – ricavata soprattutto da centrali idroelettriche ed eoliche – non giocano un ruolo di grande importanza. A farlo è piuttosto la forte lobby dei produttori di etanolo. Secondo stime di Roland Berger, nel 2020 in Brasile circoleranno circa 42 milioni di veicoli, pari a una crescita media annua del 5% circa…

La Volkswagen do Brasil – Sviluppo storico

Fondata nel 1953, produce automobili dal 1957

La Volkswagen è attiva in Brasile da quasi 60 anni

Il primo sito produttivo, vicino a San Paolo, ha iniziato l’attività nel 1957

Da 5.000 a più di 800.000 auto prodotte all’anno

Nel 1953 l’allora Volkswagenwerk GmbH fondò la filiale

Volkswagen do Brasil. Il mercato brasiliano, tuttavia, era diventato oggetto di interesse dell’Azienda già nell’anno in cui venne costituita la Repubblica Federale di Germania: il 1949. La crescita della produzione in seguito alla riforma monetaria e l’attività di esportazione in Europa costituirono la base dell’orientamento internazionale dell’azienda, che, guidata dal Direttore Generale della Volkswagen Heinrich Nordhoff (dal 1948), iniziò la ricerca di nuovi mercati di sbocco.

In quanto Paese dall’economia in pieno sviluppo, con considerevoli giacimenti di materie prime e una popolazione in forte crescita, il Brasile, visto l’allora ridotto livello di motorizzazione, sembrava quasi predestinato ad accogliere con successo l’importazione del robusto Maggiolino e del Transporter, presentato nel 1949. Inoltre, le relazioni economiche tradizionalmente buone tra Germania e Brasile portarono, il 17 agosto 1950, alla firma del primo accordo commerciale bilaterale, che forniva una solida base al traffico di merci tra i due Paesi.

Inizio non ufficiale già nel 1950. A conferma immediata delle ottime premesse per un impegno della Volkswagen in Brasile possono essere considerati i dati relativi alle esportazioni, iniziate nel 1950, di 302 Transporter e 651 esemplari di Maggiolino, forniti alla Brasmotor di San Paolo, il primo importatore e distributore Volkswagen.

Richiesta di delocalizzazione della produzione in Brasile

Il governo brasiliano, da un lato, accoglieva con favore gli sforzi della Volkswagen, essendo interessato a un’ampia motorizzazione del Paese. Dall’altro, consistenti importazioni di automobili non erano nell’interesse dello Stato, a causa della fuga di riserve valutarie.

Il governo considerava piuttosto la creazione di un’industria automobilistica nazionale come il principale motore per l’industrializzazione del Paese. Vista la mancanza di capitali e know-how per poter realizzare da soli questo obiettivo, era necessario incentivare la produzione in Brasile di Case automobilistiche straniere attraverso agevolazioni fiscali e un accesso al credito vantaggioso. Viceversa, la restrittiva politica applicata alle importazioni fece comprendere al management di Wolfsburg che la presenza sul mercato brasiliano poteva essere garantita a lungo termine soltanto producendo in loco.

La decisione di produrre in Brasile venne presa nel 1952

Nonostante temporanee difficoltà di politica commerciale, l’ottimo esordio in Brasile rendeva ottimisti i vertici di Wolfsburg.

Il Maggiolino si era rivelato uno straordinario successo fin dall’inizio, i guadagni erano più che rispettabili e le prenotazioni presso i concessionari lasciavano presagire alla Volkswagen che il volume annuale previsto da 15.000 a 20.000 unità fosse effettivamente realistico. Nel mese di novembre 1952 venne presa la decisione di costruire una “Società di assemblaggio e di costruzione”.

Un colloquio chiarificatore tra Heinrich Nordhoff e il Presidente brasiliano Getulio Vargas spianò successivamente la strada alla fondazione della Volkswagen do Brasil Limitada (Volkswagen do Brasil), che avvenne il 23 marzo 1953 e portò alla creazione di uno stabilimento di assemblaggio a Ipiranga, un quartiere alle porte di San Paolo.
La Volkswagen è attiva fuori dall’Europa dal 1952. Dopo la fondazione, a settembre 1952, in Canada, della filiale estera di vendita della Volkswagen, la Volkswagen do Brasil costituì il punto di partenza dell’internazionalizzazione della Casa automobilistica tedesca, che – anche sotto questo aspetto – era punto di riferimento e motore del miracolo economico tedesco. L’orientamento globale del Gruppo e il suo successo internazionale nel 2012 hanno avuto origine proprio qui, 60 anni fa.

Società in partecipazione in Brasile

La Direzione aziendale era stata affidata a Friedrich Wilhelm Schultz-Wenk, che Heinrich Nordhoff conosceva da quando aveva lavorato alla Opel, il quale aveva anche avviato i contatti con il governo brasiliano.

Nordhoff assunse l’incarico di Director Presidente, con una funzione di sorveglianza. Il privilegio di chiamarsi Volkswagen era subordinato alla condizione di discutere e concordare tutti i dettagli tecnici con la Casa madre di Wolfsburg.

Nel 1955 decisione definitiva sul sito produttivo

Il 1953 in Brasile fu un anno di profonde incertezze politiche. La direzione aziendale a Wolfsburg cominciò a dubitare seriamente dei propri progetti per il Brasile. Alla fine, tuttavia, la prospettiva di sfruttamento del mercato di sbocco sudamericano ebbe la meglio sullo scetticismo.

La questione, fino a quel momento controversa, relativa alla sede del sito produttivo, venne risolta con l’acquisto di un’area industriale a São Bernardo do Campo.

Tuttavia la Volkswagen procedette con maggiore cautela: alla fine del 1955 si decise di produrre in Brasile solo il Transporter. Nel sito produttivo della Volkswagen do Brasil, ultimato alla fine del 1956, iniziò quindi, per prima, la produzione del Transporter, a settembre 1957.

A partire dal 1959 produzione del Maggiolino in Brasile

Il nuovo Presidente brasiliano Juscelino Kubitschek salutò con favore il progetto Transporter della Volkswagen do Brasil, lasciando tuttavia intendere inequivocabilmente che alla produzione del Transporter sarebbe dovuta seguire quella del Maggiolino. Elevati dazi di importazione, riserve valutarie ridotte e altre disposizioni restrittive locali rafforzarono ulteriormente questa richiesta. Dopo un’iniziale esitazione, la Volkswagen accettò. La situazione politica ora stabile, la congiuntura favorevole, le soddisfacenti performance aziendali e il positivo sviluppo dell’indotto dei fornitori furono determinanti ai fini di questa decisione. Così, a gennaio 1959, nello stabilimento di São Bernardo do Campo venne prodotto il primo Maggiolino Volkswagen, che in Brasile prese il nome di Fusca.

Il Maggiolino come auto della polizia, il Transporter come ambulanza. Il Maggiolino divenne in breve tempo l’utilitaria più ambita. Mentre il Transporter, riconvertito in ambulanza, veniva venduto agli ospedali pubblici, il Maggiolino trovò impiego come auto ufficiale della polizia nello Stato di San Paolo, un privilegio fino ad allora riservato ai veicoli prodotti negli Stati Uniti. In ogni caso il Maggiolino e il Transporter divennero sempre più amati.

Per soddisfare la domanda, la capacità produttiva venne costantemente potenziata. Tra il 1958 e il 1961 la produzione annuale decuplicò arrivando a 47.340 Volkswagen, mentre i lavoratori impiegati aumentarono da 2.300 a 8.000. Con un tasso di crescita del 67%, nel 1961 la filiale della Volkswagen balzò al vertice dell’industria automobilistica brasiliana.

1964: cambio ai vertici del potere. Con l’inflazione in aumento, i tassi di crescita in calo e un crescente indebitamento con l’estero, si andavano moltiplicando i segnali di una crisi economica. La crisi, alla fine, portò a un cambio di potere il 31 marzo 1964, al quale si accompagnarono riforme di politica economica che aprirono nuovamente il mercato brasiliano agli investitori multinazionali.

Grazie a una mirata politica fiscale e dei tassi di interesse, il nuovo governo attirò nel Paese capitali e competenza tecnologica, migliorando al contempo la redditività dell’industria automobilistica locale.

L’industria automobilistica assume un ruolo chiave

I nuovi governanti attribuirono all’industria automobilistica un ruolo chiave nella stabilizzazione economica del Brasile. Promuovendo questo settore industriale si intendeva rafforzare le esportazioni nazionali in modo da integrare ulteriormente il Brasile nel mercato mondiale.

Con un programma statale di consolidamento e modernizzazione dell’industria automobilistica il governo perseguiva l’obiettivo di incentivare le esportazioni delle Case automobilistiche brasiliane, in particolare nella zona di libero scambio dell’America Latina.

Per la Volkswagen do Brasil il nuovo corso di politica economica significò riprendere a produrre con maggiore redditività. Attraverso il potenziamento della rete dei concessionari e il miglioramento del Servizio Assistenza, la Volkswagen cercava di consolidare il suo vantaggio rispetto alla concorrenza interna brasiliana. La situazione, per quanto riguarda la concorrenza, cambiò con l’introduzione delle auto di classe media annunciate per il 1968 da Ford e General Motors. In seguito, la Volkswagen do Brasil nel gennaio 1969 ampliò la propria offerta con la VW 1600.

In questo modo si riuscì ad aumentare la quota di mercato relativa alle autovetture fino a poco meno del 70% alla fine degli anni ’60. Lo stabilimento di São Bernardo do Campo nel frattempo era diventato la maggiore fabbrica di automobili del continente sudamericano e dal 1970 esportò le Volkswagen prodotte in Brasile in Messico, Uruguay, Venezuela e Argentina. Mentre il Brasile, dal 1968 al 1974, attraversava una fase di crescita economica dinamica e un vero e proprio boom dell’auto, le differenze di reddito e di distribuzione della ricchezza si inasprivano.

La Volkswagen do Brasil pagava invece i salari medi più elevati di tutto lo Stato di San Paolo, sovvenzionava i pasti quotidiani e il trasporto dei lavoratori e finanziava l’assistenza medica gratuita, nonché un servizio di consulenza legale, per tutti i propri collaboratori e i loro familiari.

La Volkswagen do Brasil diventa responsabile dell’America Latina

Per dare un impulso alle esportazioni dell’industria automobilistica nazionale e quindi alle riserve valutarie, il governo brasiliano dopo il 1970 aumentò la pressione sulle Case automobilistiche, subordinando l’autorizzazione all’aumento dei prezzi dei veicoli a una crescita del volume delle esportazioni.

Successivamente, il 1° gennaio 1973, la Volkswagen do Brasil divenne responsabile per le esportazioni in Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay. In seguito alla riorganizzazione strategica della produzione integrata globale, la filiale della Volkswagen si impegnò anche a fornire al Gruppo componenti per veicoli, in modo da garantire il volume di esportazioni richiesto dal governo brasiliano.

1973: nasce il primo modello interamente realizzato in Brasile

Nel 1971 la Volkswagen do Brasil creò il suo primo modello completamente indipendente, realizzato su misura per il mercato brasiliano. La city car che entrò in produzione nel 1973 con il nome di Brasilia, si affermò sul mercato come modello parallelo alla Fusca e negli anni ’70 diventò l’auto più venduta in Brasile dopo il Maggiolino. Nella classe media fu invece la Passat, introdotta nel 1974, a portare una ventata d’aria fresca.

L’importanza dell’etanolo. Nel 1973 la crisi petrolifera provocò la profonda recessione dell’economia mondiale. All’aumento del prezzo del petrolio il governo brasiliano rispose con il “Programa Nacional Álcohol” che venne applicato nel 1975. Nel dipartimento Ricerca e Sviluppo della Volkswagen do Brasil, da poco costituito, gli esperti si dedicarono con la massima priorità a soddisfare la richiesta di un motore adatto a essere alimentato a etanolo.

Nel mese di novembre 1979, con la Sedan 1300, iniziò la produzione in serie della prima Volkswagen alimentata a etanolo, cui seguirono gli altri modelli fino ad ottobre del 1980. Nel frattempo, con la costruzione di un sito produttivo, la filiale brasiliana della Volkswagen aveva adattato la propria capacità produttiva alla domanda in continua crescita.

Nello stabilimento di Taubaté, in cui venivano prodotti i modelli con motore raffreddato ad acqua, iniziò nel 1977 la costruzione della Passat. La seconda crisi petrolifera, nel 1980, portò il Brasile sull’orlo della bancarotta mentre nel 1985, si insediò un governo eletto democraticamente. La crisi economica e finanziaria comunque colpì la Volkswagen do Brasil con tutta la sua forza. Alla fine del 1980 la direzione si vide costretta a diminuire la produzione, poiché nell’area dello stabilimento erano rimaste invendute quasi 40.000 vetture. L’anno successivo le vendite crollarono, registrando un calo di oltre un terzo. In seguito si arrivò a una massiccia riduzione del personale. Uno su tre dei circa 13.000 collaboratori lasciarono l’azienda, che li sostenne con un pacchetto di misure sociali per ridurre le difficoltà maggiori.

La Volkswagen do Brasil diventa un’azienda di esportazione. Le ridotte riserve petrolifere, insieme all’aumento delle tasse di circolazione, fecero sprofondare il mercato dell’auto brasiliano.

Soprattutto nel segmento delle vetture di piccole e medie dimensioni, sul quale si fondava il ruolo di leader di mercato della Volkswagen do Brasil, gli acquisti crollarono. L’insufficienza della domanda venne parzialmente colmata attraverso un’offensiva nelle esportazioni.

La Volkswagen e la Ford costituiscono Autolatina. La persistente crisi economica e la politica statale di deflazione continuavano a incidere sull’attività dell’azienda, richiedendo misure radicali.

La fase di consolidamento avviata dalla Volkswagen venne pertanto inserita nell’ottica di un ri-orientamento strategico delle attività in Sudamerica. Per assicurare a lungo termine la presenza sul mercato brasiliano e argentino, la Volkswagen AG, sotto la guida del Presidente del Consiglio di Amministrazione Carl Horst Hahn, prese in esame la possibilità di una joint venture con la Ford Motor Company.

Gli obiettivi che non era possibile conseguire da soli, avrebbero potuto essere raggiunti con la collaborazione della Ford: si trattava di ridurre i costi di produzione e di realizzare guadagni soddisfacenti attraverso effetti di sinergia.

Con la firma dell’accordo, avvenuta il 27 maggio 1987, venne fondata la joint venture Autolatina, che iniziò ufficialmente l’attività il 1° luglio di quell’anno. Entrambi i partner continuarono a operare mantenendo la propria identità autonoma sul mercato, per cui commercializzazione e Servizio Assistenza rimasero separate, sulla base di organizzazioni di vendita e reti di concessionari indipendenti. La Volkswagen assunse la direzione tecnica, la Ford la guida del settore finanziario e il controllo del Gruppo. Già nei primi sei mesi la fusione consentì di ridurre i costi fissi.

Dal Sud America al Nord America

Autolatina Brasile iniziò le esportazioni verso il Nord America nel 1987 e con quasi 74.000 veicoli esportati segnò un ottimo esordio su questo promettente mercato di sbocco. Tuttavia terminò l’anno di esercizio in perdita.

Il quadro generale divenne invece positivo l’anno seguente: dopo lunghe trattative, infatti, nel 1988 il governo consentì all’industria automobilistica di recuperare l’incremento dei costi dovuto all’inflazione aumentando i prezzi.

Ripresa dell’attività alla fine degli anni ’80 fino alla crisi del Golfo. Nonostante gli aumenti di prezzo decisi dai costruttori brasiliani, nel 1988 la domanda di autovetture continuò a crescere, per cui Autolatina Brasile riuscì a potenziare la produzione e ad aumentare le vendite della Volkswagen del 46% circa. La quota determinante di questo aumento delle vendite spettava alla Gol.

Grazie agli aumenti di produttività, alla diminuzione dei costi fissi e a un ridotto capitale vincolato, Autolatina riuscì ad aumentare considerevolmente i profitti e a registrare un saldo positivo.

L’inflazione brasiliana tuttavia si stava rivelando per Autolatina un problema strutturale e influenzava pesantemente anche le relazioni industriali. Nonostante tutte le difficoltà, nel 1989 Autolatina Brasile conseguì un importante aumento del fatturato e degli utili, cosicché, per la prima volta, fu possibile procedere alla distribuzione dei dividendi. La lenta ripresa congiunturale dell’industria automobilistica brasiliana subì un’improvvisa interruzione a causa della crisi del Golfo, nel 1991.

Nel 1992 la ripresa definitiva

A consentire un’inversione di tendenza sul mercato dei mezzi pesanti fu, infine, l’accordo automobilistico siglato nel marzo 1992 tra il Ministero dell’Economia, l’industria dei mezzi pesanti e le organizzazioni sindacali. Grazie alle riduzioni fiscali concordate, fu possibile compensare la riduzione dei prezzi dei mezzi pesanti, per cui il bilancio annuale di Autolatina continuò a mantenersi positivo, registrando un aumento delle vendite superiore al 6%.

I programmi Popular Car avviati nella primavera del 1993 per incentivare la produzione di veicoli di piccole dimensioni e tradizionali consentirono, il 23 agosto 1993, perfino la ripresa della produzione del Maggiolino, che nel frattempo era stata interrotta.

Nel 1995 la Volkswagen ottiene nuovamente risultati record. Per le Case automobilistiche, l’andamento favorevole continuava.

L’introduzione del Real, una nuova valuta agganciata al dollaro, permise, nel 1993, di ridurre l’inflazione al 5% su base mensile.

Entro la fine dell’anno, con la domanda in crescita, le capacità del comparto di costruzione delle automobili avevano raggiunto il massimo, per cui il governo decise di aprire il mercato brasiliano alle importazioni di veicoli. In questo modo vennero meno le premesse fondamentali che avevano condotto alla nascita di Autolatina. Dopo un’importante e necessaria fase di collaborazione, la Volkswagen e la Ford, nell’aprile 1995, ripresero ognuna la propria strada. La Volkswagen do Brasil riuscì a colmare l’insufficienza di capacità determinata dalla separazione dalla Ford ampliando gli stabilimenti di Taubaté e Anchieta e costruendo lo stabilimento per la produzione di motori a São Carlos.

Nel primo anno di esercizio dopo lo scioglimento di Autolatina, la Volkswagen do Brasil, con circa 587.000 veicoli venduti, ottenne un risultato record.

L’apertura del mercato inasprisce la concorrenza

Con l’apertura del mercato brasiliano, il numero di Case automobilistiche aumentò rapidamente in pochi anni, inasprendo la concorrenza. Con la fondazione di Audi do Brasil e lo stabilimento di Curitiba costruito insieme alla filiale brasiliana della Volkswagen, nel 1997 anche la Audi, che aveva esportato le proprie vetture in Brasile dal 1993, entrò nella produzione. Ciononostante, l’elevata pressione della concorrenza e gli effetti della crisi economica asiatica portarono nel 1998 a un forte calo delle vendite della Volkswagen do Brasil.

Guardando alla persistente crisi economica, la Volkswagen do Brasil aumentò gli sforzi per consolidare la propria competitività, portando avanti la razionalizzazione e la modernizzazione della produzione nei vecchi stabilimenti di Anchieta e Taubaté. Grazie alla società di vendita “Volkswagen Group Latin America, Inc.”, costituita nel gennaio del 2000 a Miami, anche le esportazioni ricevettero una forte spinta.

Cresce l’importanza delle esportazioni verso Stati Uniti e Canada

In questa situazione, l’anno 2001, con un aumento a 473.000 veicoli venduti, si rivelò relativamente positivo. Inoltre, con la nuova Passat, la Gol Power, la Parati Tour e il nuovo modello base della Golf, la Volkswagen do Brasil introdusse sul mercato diversi nuovi modelli. Particolare soddisfazione venne dalle vendite dei veicoli commerciali per trasporto pesante. Il leader del mercato delle autovetture conquistò la prima posizione anche nel segmento dei mezzi pesanti, relegando al secondo posto l’azienda fino a quel momento leader. Le esportazioni registravano uno straordinario successo. Come unica Casa automobilistica brasiliana a esportare i propri veicoli verso Stati Uniti e Canada, la Volkswagen do Brasil aumentò le esportazioni fino ad oltre 120.000 unità. Nel 2003, tuttavia, lo sviluppo economico tornò in una fase di stagnazione. Le consegne si ridussero del 18,1% a 282.800 veicoli.

L’unico segnale positivo veniva dalla conquista della posizione di leader di mercato nel settore dei veicoli commerciali pesanti da 7 a 40 tonnellate; complessivamente, il comparto dei veicoli commerciali della Volkswagen do Brasil consegnò 25.500 fra autocarri e autobus.

Impennata di vendite nel 2004 grazie alla Fox e ai veicoli commerciali

Nel 2004 la nuova Fox e i veicoli commerciali diedero nuovi impulsi alle vendite, con il risultato che la Volkswagen do Brasil riuscì ad aumentare queste ultime ben al di sopra della media e ad accrescere notevolmente i ricavi netti. Questo trend positivo continuò con altrettanto successo nel settore delle autovetture, con la Fox nel segmento delle city car.

La Gol subisce un profondo restyling nel 2008

Nel 2008, con un aumento delle consegne del 9,7% (637.500 veicoli) la Volkswagen do Brasil segnò un nuovo record. Al successo contribuì il debutto dell’importante Gol in una nuova versione, nel 2008, che aveva permesso alla vettura di mantenere la propria posizione di punta sul mercato. Con l’introduzione della Voyage, la berlina a tre volumi basata tecnicamente sulla Gol, la Volkswagen do Brasil riuscì inoltre a colmare il vuoto nell’importante mercato delle berline segmento B.

Entrambi i modelli offrono per il mercato brasiliano motori con tecnologia Total-Flex, che ne permette il funzionamento a benzina, etanolo o con una miscela di entrambi. Il commercio di veicoli commerciali pesanti di produzione brasiliana, nell’anno di esercizio 2008, ha portato a un aumento delle vendite a 53.500 unità.

Il ruolo del Brasile come fattore di stabilità economica. Nel pieno della crisi finanziaria, il Brasile si è rivelato un fattore di distensione, il che ha rafforzato il cambiamento del Paese a tutti i livelli. Impegnato per sganciarsi, in certa misura, dagli Stati Uniti nell’ambito della politica economica e finanziaria, il governo nel 2009 ha reagito alla crisi che si andava profilando con un programma di incentivi alle vendite che, nel 2010, ha portato i numeri della Volkswagen a un livello record di 727.800 unità tra autovetture e veicoli commerciali leggeri. Nel 2011 la Volkswagen do Brasil ha prodotto 697.400 veicoli. Gli straordinari risultati sui mercati internazionali come il Brasile e il conseguente orientamento globale del Gruppo contribuiscono oggi a fare della Volkswagen una delle Case automobilistiche di maggior successo a livello mondiale.

 

 

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